Direttiva MIUR del 27.12.2012: Chiara Brescianini Notizie della scuola 1) I Bisogni Educativi SpecialiI BES (Bisogni Educativi Speciali) o SEN (Special Education Needs) si riferiscono ad un’area vasta di alunni che vivono in una situazione ostacolante per l’apprendimento e lo sviluppo. Il termine si riferisce alla classificazione ICF – CY1, che si basa su un approccio globale2 centrato sula salute e sul funzionamento e non sugli aspetti patologici, ed alle ricadute sul funzionamento delle persone in connessione con difficoltà di tipo pervasivo, specifico, settoriale, con carattere permanente o transitorio. Il MIUR approfondisce il tema al sito http://archivio.pubblica.istruzione.it/dgstudente/ icare/bisogni_educativi_speciali.shtml In ambito comunitario3 esiste vasta letteratura ed aspetti comparativi sul tema, sia rispetto agli approcci dei vari paesi europei, sia rispetto a specifici temi legati all’inclusione.
2) Documenti di interesse sul tema BESNel panorama attuale di competenze concorrenti ed intrecciate, è necessario conoscere sia la normativa primaria, sia le interpretazioni e declinazioni locali, con particolare riferimento alle Leggi regionali ed ai protocolli operativi provinciali o interprovinciali, per poi potersi calare nelle singole realtà scolastiche e nelle situazioni individuali. Fra i documenti più recenti, si portano all’attenzione:
3) Focus sulla Direttiva MIUR del 27.12.2012In sito MIUR – rete intranet - dal 17.1.2013, è stata diffusa la Direttiva MIUR del 27.12.2012 relativa a “Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica”10. La Direttiva propone un approfondimento ed una riflessione sull’esperienza, di lunga data, sull’integrazione italiana nella scuola. Si sottolinea, al riguardo, che tutti gli alunni possono manifestare Bisogni Educativi Speciali cui occorre dare risposta personalizzata. La Direttiva ricapitola:
4) I Centri Territoriali di SupportoLa Direttiva ricorda la genesi dei CTS e la loro collocazione presso scuole polo, da confermare o variare a cura degli Uffici Scolastici Regionali, al fine di garantire un’equa distribuzione territoriale. Ai CTS si affianca la rete dei CTI (Centri Territoriali per l’inclusione) con declinazione distrettuale. Vengono indicati compiti e funzioni dei CTS riconducibili alle seguenti azioni;
Le scuole autonome sono fortemente richiamate ad una stretta interrelazione con i CTS, attraverso un raccordo fra gli stessi ed i gruppi di lavoro per l’inclusione scolastica, che si perfezionano in intese e accordi con i servizi sociosanitari ed i partners territoriali, volti all’ottimizzazione dei percorsi ed alla condivisione e valorizzazione delle risorse umane e professionali. La Direttiva prevede esplicitamente che i CTS debbano dotarsi di:
Entrambe le azioni sono poste in capo al Dirigente Scolastico responsabile del Centro. Nella Direttiva si elencano le condizioni operative dei CTS in relazione al personale in servizio (3 operatori, di cui almeno uno specificamente formato sui DSA11, da individuare siaa fra i docenti curricolari che fra i docenti di sostegno); alla partecipazione alle iniziative di formazione a rilevanza locale, regionale e nazionale in tema di inclusione, ivi compresi i percorsi di alta formazione, ma anche ai percorsi realizzati on line mediante il costituendo portale; I CTS, altresì, possono dotarsi di un Comitato Tecnico Scientifico per la definizione delle linee generali di intervento, in assonanza con le indicazioni del MIUR e degli UU.SS.RR. E’ previsto, in Direttiva, un raccordo costante fra CTS e amministrazione, attraverso apposito coordinamento regionale e nazionale. Per semplificare la ricerca in rete delle informazioni sul tema dell’inclusione, si prevede la creazione di un apposito portale come luogo di apprendimento- insegnamento, scambio di informazione e consulenza (www.istruzione.cts.it) che si propone di:
Dopo questa breve disamina della Direttiva cui si rimanda per lettura integrale si evidenziano alcuni temi “forti” con immediate ricadute didattiche:
1 Classificazione Internazionale del Funzionamento della Disabilità e della Salute. Versione per bambini e adolescenti, Organizzazione Mondiale della Sanità 2007 2 International Classification of Functioning, Disability and Health, Organizzazione Mondiale della Sanità, 2002 3http://www.indire.it/eurydice/eurypedia/ link all’Agenzia Nazionale italiana https://webgate.ec.europa.eu/fpfis/mwikis/eurydice/index.php?title=Home 4 Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 23 febbraio 2006, n. 185 “Regolamento recante modalità e criteri per l’individuazione dell’alunno come soggetto in situazione di handicap, ai sensi dell’articolo 35, comma 7, della Legge 27 dicembre 2002, n. 289 5 Repertorio Atti n. 39/eu del 20 marzo 2008 “Intesa tra il Governo, le Regioni, le Province autonome di Trento e Bolzano, le Province, i Comuni e le Comunità montane in merito alle modalità ed ai criteri per l’accoglienza scolastica e la presa in carico dell’alunno con disabilità” – Intesa ai sensi articolo 8, comma 6, della Legge 5 giugno 2003, n. 131 6 Trasmesse con nota prot. n. 4274 del 2009 7 Legge n. 170 del 8.10.2010 “Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico” in Gazzetta Ufficiale n. 244 del 18.10. 2010 8 Decreto Ministeriale n. 5669 del 12.7.2011 rif. art. 7 Legge 170/2010 avente come finalità “le modalità di formazione dei docenti e dei dirigenti scolastici, le misure educative e didattiche di supporto ….le forme di verifica e valutazione per garantire il diritto allo studio degli alunni e studenti con DSA …” 9 Fondazione G.Agnelli, Associazione Treelle, Caritas Italiana “Rapporto gli alunni con disabilità nella scuola italiana: bilancio e proposte” Ed.Erickson Giugno 2011 |