IL PUNTO SULLA RIFORMA.

 di Sabatina Ciogli, da Educazione & Scuola del 30/11/2004

 

Il Senato, nella seduta del 24 novembre ’04 ha approvato il differimento di sei mesi del termine per adottare decreti delegati della legge n. 53/03 di riforma del sistema di istruzione e di istruzione e formazione professionale. La scadenza passa così da aprile 2005 a ottobre 2005. Questo perché non sono del tutto definiti i vari decreti, in particolare quello riguardante la Riforma del Secondo Ciclo.

 Su questo ci sono supposizioni, voci di “corridoi ministeriali”sulle ore obbligatorie, sulle indicazioni e soprattutto sull’ inserimento o meno degli Istituti tecnici negli indirizzi dei licei.  In questo momento non teniamo conto delle voci, ma soffermiamoci sulle aspettative reali, aspettative diverse, negative e positive:

·         le negative attengono alle esperienze in atto sull’ applicazione del D.L.vo  n. 59/04 e le difficoltà che si stanno incontrando  nell’ applicazione e  nella realizzazione dei contenuti portanti, come i compiti del tutor, il portfolio, ecc.

·         Le positive invece riguardano le possibili e auspicate innovazioni riguardanti il sistema dei licei mai toccati da Gentile in poi, le ultime notizie di fonte ministeriale danno per certo che gli esperti e le commissioni stanno lavorando ed elaborando sia il profilo in uscita degli studenti che le indicazioni nazionali per i piani personalizzati.

Tenendo presente quanto già visto nelle “Indicazioni per la scuola dell’infanzia e il primo ciclo”, è evidente che alcuni aspetti andrebbero ben ponderati e soprattutto che è necessario ripartire del D.p.r. 275/99 perché questo non è mai stato abrogato e costituisce quindi il riferimento legislativo primario.

L’art.8 del D.P.R “Definizione dei curricoli” pone le basi da cui è necessario e obbligatorio partire per elaborare sia il “Profilo educativo,culturale e professionale dello studente (PECUP) che le Indicazioni nazionali, compete infatti al Ministro, secondo quando affermato nel punto a) indicare “gli obiettivi generali del processo formativo” e questo è di primaria importanza poiché ci deve essere uniformità sul territorio nazionale. Tutti gli studenti devono poter raggiungere gli obiettivi prefissati in quanto il loro raggiungimento permette, completato il ciclo degli studi, di avere le stesse possibilità di scelta pur nelle diversità individuali.

Il punto b) è una diretta conseguenza del precedente perché se si hanno chiari gli obiettivi generali si possono enunciare e quindi stabilire degli Obiettivi Specifici di Apprendimento (OSA) relativi alle competenze (perché si è usato il termine abilità nei precedenti documenti di riforma?). Le competenze sono descrivibili, ma sopratutto certificabili e, tenuto conto delle raccomandazioni che ci vengono dalla U.E e dal Curriculum vitae europeo, è quanto meno utile, per una comprensione immediata della terminologia, muoversi su un piano che è comune e immediatamente spendibile.

Al Ministro spetta il compito, secondo il punto c), di definire le discipline,le attività costituenti la quota nazionale obbligatoria e il monte ore annuale, la legge 53/03 e soprattutto il D.Lvo. 59/04 rispetta questa norma, ciò che invece manca è il rispetto del punto d) ed e). Non sta scritto infatti in nessuno decreto o documento ufficiale che l’istituzione scolastica può utilizzare un monte ore per realizzare compensazioni tra discipline e attività della quota nazionale del curriculum, non è sicuramente la stessa cosa dire che c’è un certo numero di ore  “facoltativo opzionale” o addirittura “opzionale”

E’ necessario perciò rivedere, da parte del Ministro, i Decreti emanati e  tenerne conto in quelli che seguiranno perché la decentralizzazione, secondo anche quanto stabilito della modifica del titolo V della Costituzione e dell’art. 21 legge 59/97 passa anche attraverso il riconoscimento dell’ autonomia delle singole istituzioni scolastiche. La possibilità infatti di avere una quota oraria da gestire vuol dire stabilire contatti con il territorio, tener conto della necessità del medesimo, interagire per creare situazioni di positività, di inclusività per la crescita non solo individuale della popolazione scolastica, ma soprattutto della comunità socio-economica di appartenenza.

E’ incomprensibile capire perché si operi da parte del governo per una decentralizzazione, mentre dall’altra il Miur si muove sulla linea che va di nuovo verso il completo controllo di ogni attività e quindi l’accentramento totale di ogni aspetto decisionale.

Tante parole sono state pronunciate e scritte sulla Riforma, quindi tutto quello che ho scritto può sembrare superfluo, però mi preme sottolineare ancore alcune questioni: la prima è che trovo le Indicazioni nazionali così come sono state pubblicate ( pur sorvolando sull’ aspetto legale delle medesime) quanto meno inopportune; che senso ha, infatti, elencare in maniera così capillare i contenuti  (per meglio dire i vecchi cari programmi) delle singole discipline?

Non è questo lo spirito dell’ art. 8 oppure si ha intenzione, oltre a non tenerne conto, di abrogarlo quanto prima?

Infine se si prende in esame la bozza del PECUP del Sistema dei Licei al secondo punto “ Strumenti culturali” vengono già delineati tutti, ripeto tutti i contenuti che il Ministro ritiene necessari che vengano trattati perché gli studenti siano posti nella condizione e quindi  in grado di raggiungere gli OSA.

Forse attraverso la parcellizzazione dei contenuti e la loro puntuale “indicazione” che diventa “prescrizione”, si vuole perseguire una “certa educazione e formazione”? Viene infatti il sospetto che non solo si vogliono formare i giovani in un certo modo , ma anche indirizzare gli insegnanti verso determinate tematiche in modo che la scelta, se tale può essere ancora chiamata, sia limitata ma anche e soprattutto controllata.

 

Prof.ssa Sabatina Ciogli