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P a v
o n e R i s o r s e |
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A proposito delle prove
Invalsi per la scuola primaria.
da
Pavone Risorse del 14/5/2005
I docenti delle Scuole
Primarie di Lastra a Signa, presa visione delle prove Invalsi
somministrate agli alunni delle classi seconde e quarte del Circolo,
ritengono necessario osservare quanto segue:
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Le prove dovrebbero valutare sia l’offerta formativa delle
istituzioni scolastiche, sia la qualità del sistema (L.53/2003),
ma è possibile valutare e, quindi, migliorare il sistema
attraverso verifiche periodiche e sistematiche delle abilità e
conoscenze degli studenti?
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E’ auspicabile, infatti, una
valutazione del sistema fatta tramite le competenze in uscita, ma
queste ultime non si possono valutare con dei test.
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Una possibile ricaduta potrebbe
essere quella di valutare le "scelte didattiche" (come riferito
nei documenti), e questo potrebbe avere ripercussioni negative per
l’uso che ne verrebbe fatto.
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Altrettanto negativo sarebbe se la
ricaduta sulla scelta didattica diventasse un puro"addestramento"
alle prove.
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Le prove non tengono conto della
personalizzazione degli insegnamenti ne’ dell’autonomia di scelta,
da parte dell’insegnante, della progressione nella presentazione
dei vari argomenti, per cui possono testare contenuti non ancora
presentati in quel momento dell’anno.
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Le prove non tengono conto delle
problematiche socio-culturali legate a determinate aree
geografiche in cui sorgono le scuole, situazioni che restituiscono
dati di diverso spessore da leggere in relazione al contesto in
cui si opera.
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Nel caso di quest’anno, le prove
dovrebbero far riferimento a contenuti acquisiti nello scorso
anno, mentre spesso sia in seconda, sia in quarta, si tende a
testare conoscenze e abilità che rientrano nell’anno in corso.
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Nelle prove si valutano prodotti e
non i processi di apprendimento.
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La totale assenza, nelle
indicazioni, di inviti ad usare e/o elaborare modalità di
ragionamento per rispondere ai quesiti, conferma l’idea che tutto
l’impianto si fondi su risposte raggiunte prevalentemente per
intuizione. Infatti, nel caso di incertezza, non si trova di
meglio che invitare il bambino a segnare la risposta che gli
sembra giusta e continuare; solo molto più avanti, dopo aver fatto
gli esempi di come si può correggere una risposta, gli si dice che
può usare le pagine bianche per calcoli e/o disegni. Si ricorda
infine il tempo a disposizione e questo dà la sensazione di dover
procedere rapidamente; non c’è nessuna rassicurazione sul fatto
che il tempo sia sufficiente per pensare e ragionare prima si
segnare la risposta giusta. Nulla invita al ragionamento, tanto
che alla conclusione si dice" se finisci prima puoi chiudere il
fascicolo e aspettare oppure puoi controllare le risposte che hai
dato": questa è l’unica volta in cui compare il termine
"controllare".
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Il tempo da rispettare gioca un
valore determinante nell’esecuzione delle prove: a conferma di
questo, i somministratori hanno rilevato che i ragazzi sembrano
aver lavorato imponendosi una massima fretta, nonostante l’invito
a pensare e la rassicurazione che sarebbero stati avvertiti in
anticipo dell’avvicinarsi del termine della prova.
PROVE DI ITALIANO – CLASSE
SECONDA.
CLASSE QUARTA.
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La comprensione di testi non
semplici come il primo presentato nella prova è un obiettivo degli
OSA del secondo biennio.
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La domanda B6 è un po’ faziosa
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La prima prova presentata ha
richiesto molto tempo per l’esecuzione, per cui c’è il rischio che
la seconda prova sia stata eseguita in maniera frettolosa per
poter rientrare nei tempi previsti.
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I termini "razziare" e "scorrerie"
non fanno parte del vocabolario di base della lingua italiana e
non sono conosciute dai ragazzi in quanto normalmente collegate
allo studio di un periodo storico non più previsto dalle
Indicazioni Nazionali.
PROVE DI
MATEMATICA.
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Non è chiaro se le prove valutino OSA di fine terza o fine quarta.
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Il linguaggio a volte è un po’ difficile da comprendere
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Alcune domande presuppongono
conoscenze e abilità fuori OSA specifici (classe seconda: prove 4,
5, 8. 10, 11, 13; classe quarta: prove 2, 3, 4, 8, 16, 20, 21, 22,
25).
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Alcune prove riguardano gli stessi
contenuti: classe seconda, prove 2, 4, 10, 14; classe quarta,
prove 2, 4, 8, 20, 22 e prove 3, 16, 21).
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Nel test 2, pensare un numero e
aggiungere 15 implica per un bambino di 7 anni di dover
immaginare, visualizzare mentalmente l’operazione base
dell’addizione e della sua relazione inversa, procedura
decisamente complessa a livello solo astratto. Del resto,
l’indicazione del "pensare" non invita il bambino a procedere a
livello iconico o almeno scrivere in colonna o con altra
rappresentazione grafica.
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Nei tests 4 e 10 i calcoli proposti
implicano che il bambino scriva l’operazione in colonna. A
quest’età non è scontato che il bambino padroneggi il valore
posizionale delle cifre in modo tale da poter eseguire a mente
calcoli con N>10. La fretta e la mancanza di indicazioni operative
possono però facilmente portare a cercare di "indovinare" il
numero.
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Nel test 6, a 7 anni la conoscenza
delle figure geometriche è fortemente legata alla denominazione
delle figure e alla loro conoscenza a livello concreto e iconico;
la linea spezzata permette di individuare facilmente i due lati
solo dopo esperienze specifiche e concrete su poligoni concavi e
convessi (classi III – IV).
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Nelle prove 2 e 8 di quarta viene
richiesta la conoscenza dei decimali che non corrisponde agli OSA
di terza.
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Nelle prove 6 e 28 le immagini
riportano un centimetro che non è reale e che può quindi essere
fuorviante, in quanto i bambini in questo momento dell’anno stanno
ancora lavorando con misure reali.
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Lo stesso capita con l’immagine al
test 12.
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Nella discussione tra i vari
insegnanti, si rileva, comunque, come i vari percorsi siano legati
alle scelte operate dagli insegnanti in relazione ai bisogni e
alla realtà delle singole classi, per cui una rilevazione degli
apprendimenti fatta in questo periodo dell’anno non restituisce
risultati significativi.
PROVE DI SCIENZE.
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Le prove di seconda non riguardano
le scienze, ma piuttosto il senso comune.
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Viene usato un linguaggio
"familiare fittizio" eludendo ogni parvenza di descrizione
scientifica.
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Non esistono negli OSA di scienze
obiettivi che riguardano ciò che viene chiesto nei test.
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Alcune prove fuori OSA (prova 8
classe quarta che fra l’altro è uguale alla prova 12 di quarta con
l’aggiunta di una domanda; prova 8 di quarta che è viziosa in
quanto sceglie un mammifero particolare; prove 9, 10, 15, 18, 19,
22 alle quali è possibile comunque rispondere usando il senso
comune e non certo le conoscenze scientifiche<9
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La prova 20 di seconda è uguale a
quella dello scorso anno ed è fuori portata dei bambini.
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Al n° 2 di seconda la grafica è un
po’ ambigua per quanto riguarda l’olio e lo yogurt con l’immagine
della banana.
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L’acqua è un contenuto del primo
biennio, per cui non è certo che sia già stato sviluppato nel
momento di effettuazione della prova.
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La domanda 6 della seconda classe è
mal formulata ( dall’esterno della castagna, invece del riccio).
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Al n° 8 la richiesta è alta, in
quanto prevede la conoscenza di un termine specifico (livello)
slegato dall’esperienza.
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Al n° 9 si rileva come la
gradazione dei sapori sia soggettiva.
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Al n° 10 il termine "biscia" non
rientra nell’uso locale in Toscana ( la biscia è serpe in
Toscana), per cui è risultata poco comprensibile.
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In quarta, al n° 15, ci sono
termini specifici non conosciuti se non trattati in classe
(dilatazione, contrazione), lo stesso al n° 11 (caleidoscopio).
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Al n° 6 vengono usati verbi con un
significato troppo simile, per cui possono trarre in inganno.
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In generale, anche in questo caso,
si rileva come i contenuti testati non siano legati agli OSA della
classe frequentata nell’anno precedente.
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