Delle indicazioni e degli Osa. Riflessioni per l’audizione del 12 p. v. sul secondo ciclo presso il Miur.
di Maurizio Tiriticco, da Fuoriregistro del 6/1/2005
Adempimenti di competenza dello Stato relativi al sistema nazionale di istruzione Le Indicazioni Nazionali, relative ai diversi gradi ed ordini dell’istruzione (infanzia, scuola primaria, scuola secondaria di primo grado, scuola secondaria di secondo grado), devono contenere necessariamente: A) le norme generali sull’istruzione (ex art. Cos. 117, c. 2, lettera n), così ordinate:
B) la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni (LEP) che le istituzioni scolastiche sono tenute ad erogare perché i diritti civili e sociali dei cittadini siano garantiti su tutto il territorio nazionale (ex art. cos. 117, c. 2, lettera m), in termini di standard relativi alla qualità del servizio (ex art. 8, c. 1, lettera f, del dpr 275/99).
Adempimenti di competenza dello Stato relativi al sistema di istruzione e di formazione professionale Riguardo all’istruzione e formazione professionale, lo Stato non ha competenza in materia di norme generali, ma ha competenza in materia di determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni (LEP) concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti dal sistema di istruzione e formazione professionale su tutto il territorio nazionale. Pertanto, spetta allo Stato la legislazione in materia di:
Natura e fini degli Obiettivi specifici di apprendimento (OSA) L’art. 8, c. 1, lettera b fa riferimento agli obiettivi specifici di apprendimento relativi alle competenze degli alunni. Pertanto, risulta arbitrario quanto è scritto nella epigrafe che li introduce e li esplicita nelle Indicazioni nazionali, la quale così recita: “… la scuola ha organizzato per lo studente attività educative e didattiche unitarie che hanno avuto lo scopo di aiutarlo a trasformare in competenze personali le seguenti conoscenze e abilità disciplinari”. Il dettato della epigrafe è arbitrario perché, invece di considerare gli OSA come obiettivi proposti allo studente in quanto condizione primaria per l’acquisizione di competenze, li considera come strumenti di cui le istituzioni scolastiche dispongono per le loro attività formative. Da tale assunto arbitrario derivano due conseguenze:
L’individuazione, la definizione e la descrizione di obiettivi specifici di apprendimento non è affatto un’operazione facile, e la letteratura sull’argomento “obiettivi” è assai vasta. Ci limitiamo a ricordarne due soli aspetti:
Nella scritturazione degli OSA delle Indicazioni nazionali non c’è stata alcuna scelta a monte a questo riguardo. Se ci fosse stata, ne sarebbe derivato un suggerimento operativo di questo tipo: gli OSA costituiscono l’insieme degli obiettivi che uno studente è tenuto a raggiungere – a diversi livelli di padronanza – al termine di un determinato percorso formativo (annuale o biennale che sia); i CdC (o le non ancora formalizzate équipe pedagogiche?!?!) sono tenuti a scandirli e a dettagliarli in obiettivi intermedi in considerazione dei livelli di ingresso degli studenti e di tutte le variabili che comunque incidono su un processo di insegnamento/apprendimento (anche – e perché no? – di un insegnamento… personalizzato). In conclusione, gli OSA devono avere la funzione di macroindicatori di apprendimento, e come tali devono essere pochi, essenziali, chiari. Proprio il contrario di quelle che in effetti sono nella Indicazioni: troppi e, nella stragrande maggioranza, ripetitivi, irrilevanti e ambigui. La loro declinazione in obiettivi intermedi, dettagliati, circostanziati, analitici spetta, ovviamente, ai docenti nei loro OOCC. Tale procedura è corretta sotto il profilo metodologico, a fronte di quella suggerita dalle attuali Indicazioni con cui si adottano i termini di obiettivo formativo e di unità di apprendimento, che non solo non hanno riscontro nella letteratura, ma non sono neanche giustificate dalle stesse Indicazioni che li introducono.
Noticina personale! Quando per la prima volta ho letto l’infiorata degli OSA nelle Indicazioni nazionali, già operative ma transitorie (fino a quando?), mi sono tornate in mente le tante esercitazioni che facevamo con gli insegnanti della scuola media in seguito ai programmi del ’79 con cui si era adottata (ma non in via transitoria!) la strategia della programmazione curricolare! Dopo la fase informativa, gli insegnanti erano invitati a scrivere, a mo’ di brain storming, un elenco di obiettivi relativi alle materie di competenza. Di qui seguiva, poi, tutto il lavoro di discussione, scrematura, limatura e così via! Mi domando: gli OSA sono forse il risultato di una esercitazione didattica? |