CONSIDERAZIONI

SULLO SCHEMA DI DECRETO LEGISLATIVO

DI RIFORMA DEI LICEI.

 della Società Chimica Italiana da Proteo Fare Sapere del 15/2/2005

 

PREMESSA

La Scienza è parte della cultura e non esiste un confine disciplinare quando si discute di cultura. Come è’ difficile dire dove termina la poesia e dove inizia la prosa, allo stesso modo è difficile dire dove termina la scienza e dove inizia la tecnica per chi vede nella Scienza la chiave interpretativa del rapporto col mondo e nella tecnica lo strumento realizzativo dell’agire cosciente.

Una Scuola che offra strumenti autentici di libertà ai propri utenti deve connettere tra loro poesia, prosa, scienza e tecnica, quali componenti insostituibili e complementari di uno sfondo che si offre come orizzonte di senso.

Quanto segue non risponde ad una mera questione di identità rivendicata dalla comunità dei Chimici, quanto ad una questione di appartenenza al grande scenario della cultura che va offerto ai nostri giovani in modo da renderli “liberi” nel pensiero e nell’azione regolata da riferimenti ontologici ed etici.

Quanto segue è ben più di una rivendicazione: rappresenta un accorato appello al lume della ragione, che tende a ridefinire, sulla scala lunga del tempo che si apre al futuro, una questione, quella della riforma, che non può essere ridotta all’istante e al semplice battito dell’oggi.

I Chimici sono uomini e donne di Scienza e non si sentono di affrontare il tema della Riforma in modo riduzionista e strumentale, limitando il panorama della riflessione alla loro sola specificità disciplinare: troppi sono infatti i legami all’interno della Scienza perché essa sia ridotta ad un insieme giustapposto di discipline e tuttavia tanti sono i picchi di senso che emergono da Chimica, Fisica, Scienze della Vita e Scienze della Terra perché se ne possa linearizzare il profilo ricco e frastagliato, privilegiando una vetta piuttosto che l’altra. Non è offrendo alla Fisica o a qualche altra disciplina qualche blasone in più che la Scienza potrà uscirne bene, intendendo con ciò un esito favorevole allo sviluppo cognitivo, sapienziale e dunque personale dell’allievo. E’ invece dalla con-presenza di tutte queste aree della scienza, con pari dignità esplicativa, illustrativa e revisionale che si potrà offrire ai nostri giovani le chiavi del loro stesso mondo.

Per questo la nostra Comunità Scientifica giudica inaccettabile la distribuzione delle discipline e il quadro orario, reso pubblico in questi giorni, che penalizza fortemente l’insegnamento scientifico di tutti i licei, in tutte le sue possibili accezioni.

In particolare la nostra Comunità pensa che per il LICEO SCIENTIFICO, che con la sperimentazione Brocca aveva raggiunto un livello soddisfacente dal punto di vista della offerta formativa e della conseguente preparazione scientifica degli studenti, come testimoniano ad esempio i risultati delle Olimpiadi della Chimica, la struttura delle discipline e del quadro orario rappresentino un pericoloso passo indietro.

Anche per il LICEO ECONOMICO, che come Istituto tecnico commerciale dava un seppur modesto bagaglio di conoscenze scientifiche (Scienza della Materia e laboratorio, Scienza della Natura), l’eliminazione quasi totale delle discipline scientifiche appare particolarmente pericolosa. Offrire un ventaglio più stretto di possibilità agli allievi significa restringere le loro vedute ed i loro spazi di libera emancipazione, con la inevitabile conseguenza di avviare sempre più il Paese verso un declino culturale destinato a diventare anche economico, etico e sociale.

 

COMMENTI SUI VARI PUNTI DELLO SCHEMA DI DECRETO

Quanto fin qui affermato in linea generale è purtroppo testimoniato da una analisi puntuale dei documenti in discussione, con particolare riferimento al Documento di lavoro.

 

FILOSOFIA DELLE SCELTE

Si parla di “ cittadini attivi, in grado di concorrere al progresso materiale e spirituale del Paese (art. 4 della Costituzione) e dell’Unione Europea”. La contraddizione appare stridente: come sarà possibile rispettare l’assunto in oggetto, visto che la Riforma dei Licei non solo non potenzia l’attuale ben nota insufficiente preparazione scientifica degli studenti, ma addirittura la azzera in alcuni indirizzi?

Si dice ancora: “il sistema dei Licei si caratterizza per il carattere propedeutico . . . rispetto alla prosecuzione degli studi . . .” La nostra Comunità scientifica trova questa affermazione assolutamente condivisibile, ma contraddetta dai fatti: è veramente schizofrenico che da una parte il Ministero faccia progetti per incentivare le iscrizioni ai corsi di laurea di Chimica, Fisica, Matematica (progetto Lauree scientifiche) e dall’altra nei Licei riduca drasticamente l’insegnamento delle Scienze, in modo particolare della Chimica. Come potranno gli studenti orientarsi all’Università verso queste discipline se non si permette loro di conoscerle nella scuola secondaria?

I documenti in questione parlano inoltre di “integrazione tra teoria e pratica (laboratorietà, alternanza scuola-lavoro), sviluppo delle conoscenze relative all’uso delle nuove tecnologie”. Anche qui le dichiarazioni vengono contraddette dalle scelte: la Chimica e le altre materie scientifiche sperimentali offrono un contributo insostituibile perché queste finalità vengano realizzate e non rimangano solo scritte sulla carta. E tuttavia ciò non viene concretizzato: la Chimica e con essa tutta l’area scientifica viene penalizzata. Davvero si pensa che i nostri figli possano realizzarsi nella vita vivendo solo di servizi e di assistenza? Come si possono raggiungere conoscenze significative in campo tecnologico senza una adeguata preparazione scientifica? Come si può pensare di vivere senza produrre e senza il riconoscimento dell’etica del lavoro che si incarna nelle realizzazioni tecnologiche, figlie della ricerca scientifica?

Nel documento si fa cenno anche al necessario “superamento della frammentazione e razionalizzazione dei percorsi sperimentali….(v. scheda)” Peccato che poi nella scheda che illustra le tipologie degli istituti se ne contino ben 8. Una riforma ove siano previsti 8 Licei, 4 dei quali con vari indirizzi non pare risolvere la frammentazione: non è cambiando solo il nome alle cose che esse assumono diversa importanza relativa e non è tagliando parti strutturali e fondamentali dello scheletro su cui si sostiene la Scienza che possiamo pensarla al servizio della libera emancipazione dei cittadini.

 

LICEO CLASSICO E LICEO DELLE SCIENZE UMANE

  1. Sono previste 9 ore per 3 discipline: Chimica, Biologia, Scienze della Terra e 6 per Fisica. Il problema non è quello di assegnare ad una delle discipline scientifiche il ruolo di “area guida”: nessuna da sola è guida sufficiente per lo sviluppo della cultura scientifica. Occorre il contributo equilibrato di tutte le aree scientifiche per consentire una collettiva emancipazione credibile. Dunque non è accettabile alcuna gerarchizzazione a fronte dell’obiettivo della libera emancipazione dei nostri giovani. Sarebbe un gravissimo errore strategico: operazioni di inopportuno riduzionismo culturale rispondono ad un criterio funzionale solo ad una gestione meramente oraria del tempo scuola, indipendente dagli obiettivi di reale emancipazione degli allievi.

  2. E ancora: nel documento si legge: Primo e secondo biennio- Orario opzionale obbligatorio- “ A scelta tra area linguistico-espressiva e area matematica-scientifica, ivi comprese le scienze motorie”. Ciò significa che l’allievo può scegliere una delle due aree del sapere a discapito dell’altra: dove finisce l’unità del sapere come asse portante della libertà che deve connotare lo sviluppo culturale delle nostre giovani generazioni?
    Cosa si intende per “ ivi comprese le scienze motorie”? Che gli studenti possono scegliere tra ginnastica e letteratura? è possibile pensare di proporre una scelta tra un esercizio alla pertica ed un problema di stechiometria?

 

LICEO SCIENTIFICO

  1. Sono previste 13 ore per 3 discipline: Chimica, Biologia, Scienze della Terra e 13 ore per Fisica. Valgono le stesse considerazioni del Liceo classico già esposte in precedenza: la Scienza non ha discipline di serie A e B e non ammette riduzionismo culturale.

  2. Valgono le stesse considerazioni del Liceo classico.

 

LICEO ECONOMICO

  1. Sono previste solo 4 ore di Scienze Naturali nel biennio. E’ accettabile che nell’attuale società una larga parte degli studenti uscenti dalla scuola secondaria non abbia alcuna conoscenza di Chimica e di Fisica?

  2. Primo biennio - Valgono le stesse considerazioni del Liceo classico

  3. Liceo Economico - 4 Attività obbligatorie a scelta dello studente tra le opzioni-Agroalimentare.
    Qui si evidenzia un fortissimo limite della proposta che ne fa vacillare la credibilità: come è’ possibile affrontare uno studio degno di considerazione e praticabile seriamente di Scienza dell’alimentazione, Scienze delle trasformazioni agro-alimentari, Legislazione e sicurezza alimentare senza alcuna conoscenza di Chimica?

 

LICEO TECNOLOGICO

  1. Nei trienni, fatto salvo l’indirizzo “Chimico e Biochimico” e Sistema Moda non è presente la Chimica. – Per l’indirizzo Agrario nel triennio è solo prevista a scelta dello studente “Biochimica delle produzioni agroalimentari”, eppure lo studio della Chimica organica è fondamentale per la costruzione di conoscenze significative dei sistemi agrari. Ma come coltivare camelie, ortaggi o piantare alberi senza avere nozioni circa il pH del terreno in connessone con la sua capacità di scambio?

  2. Primo biennio-Valgono le stesse considerazioni del Liceo classico

  3. Indirizzo chimico- Gestione di progetto- non è chiaro che cosa si intenda con questa dizione: potrebbe corrispondere ad un’area di progetto nel campo chimico? Si auspica che preveda la presenza di qualche laboratorio dell’area chimica (Analisi, Organica, Chimica fisica).

 

LICEO ARTISTICO

Indirizzo arti figurative

Sia nel biennio che nel triennio non è previsto alcun insegnamento di Chimica, che pure è indispensabile, non solo per le finalità generali del sistema Licei, ma anche per avere una minima conoscenza dei materiali utilizzati nello studio, previsto, delle Discipline plastiche, senza considerare l’importanza delle sostanze coloranti, degli spray fissatori, della chimica dei substrati.

Indirizzo architettura, design, ambiente

Sia nel biennio che nel triennio non è previsto alcun insegnamento di Chimica L’apporto della Chimica è indispensabile per una conoscenza significativa dei materiali e dell’ambiente, senza considerare poi il ruolo della Chimica nel restauro delle opere d’arte. Questa assenza della Chimica può essere ascritta solo ad una palese svista in virtù delle altre mille preoccupazioni che un assetto programmatico richiede: non è possibile che sfugga infatti ad una più attenta e meditata riconsiderazione.

 

CONCLUSIONI

Per tutto quanto fin qui espresso, la Comunità Scientifica che si riconosce nella Divisione Didattica della Società Chimica Italiana richiede che:

  1. In tutti i licei sia presente un insegnamento della Chimica di base, visto che nello schema di DDL questo non è stato previsto.

  2. Nei bienni del Liceo Classico e delle Scienze Umane si affronti in modo unitario ed equilibrato la distribuzione nei due anni delle tre discipline CHIMICA, BIOLOGIA e SCIENZE DELLA TERRA.

  3. Nei trienni degli stessi Licei sia previsto un corso di Chimica.

  4. Per il Liceo Scientifico si tenga conto delle sperimentazioni Brocca in cui, dopo Laboratorio di Fisica e Chimica, le discipline scientifiche sperimentali si sviluppavano come insegnamenti separati lungo gli anni del triennio, insegnamenti affidati a docenti di classi di abilitazione specifiche.
    In subordine si richiede che vengano aumentate le ore a disposizione del gruppo delle 3 discipline
    CHIMICA, BIOLOGIA e SCIENZE DELLA TERRA e venga affrontato in modo unitario ed equilibrato la loro distribuzione nei vari anni.

  5. Nel Liceo Economico, anche tenendo conto della sperimentazione IGEA, entrata in ordinamento, venga introdotto l’insegnamento della Chimica di base e, per l’indirizzo Agroalimentare un insegnamento di Chimica organica, propedeutico ai corsi opzionali di settore.

  6. Nel triennio del Liceo Tecnologico ad indirizzo Agrario sia introdotto un corso di Chimica Organica.

  7. Nel Liceo Artistico ad indirizzo figurativo ed in quello ad indirizzo architettura, design, ambiente venga introdotto almeno un corso di Chimica di base.

  8. Vengano riconsiderate le classi di concorso tenendo conto delle discipline e delle competenze dei laureati. In questa ottica riteniamo che la classe A013 (Chimica e Tecnologie Chimiche) sia quella deputata a fornire laureati per l’insegnamento della Chimica.

  9. Non vengano disperse o vanificate le competenze dei chimici insegnanti, per i quali questa Associazione svolge da anni una intensa azione di formazione e di aggiornamento. A questo proposito non assicura la proclamata “pari dignità” del Sistema educativo di istruzione e formazione quanto previsto dall’art.20 (Livelli essenziali dei requisiti dei docenti) dello schema di decreto: l’equiparazione al “personale docente in possesso di abilitazione all’insegnamento”, per le attività educative e formative, di “esperti in possesso di documentata esperienza maturata per almeno cinque anni nel settore professionale di riferimento” .

La Comunità Scientifica che si raccoglie nella DDSCI si augura che le richieste fin qui esposte, nell’interesse della Comunità Scientifica tutta e in pieno spirito di collaborazione con le altre Associazioni Scientifiche del Paese, vengano accolte, onde evitare che sviste anche comprensibili si trasformino in errori irreparabili. Il futuro si giocherà forse soprattutto sul fronte dello sviluppo tecnologico che di Scienza si alimenta: è appena qui il caso di accennare ad un altro piano del discorso, quello della ricerca scientifica, che con la educazione scientifica e con la didattica disciplinare costituisce lo sfondo necessario allo sviluppo sostenibile. Occorrerà riflettere in modo attento e opportuno circa la situazione di abbandono istituzionale in cui viene lasciato il comparto della ricerca nel nostro Paese: non è pensabile infatti che se ne sottovaluti l’importanza a fronte della necessità di legare Scienza e Tecnica alla produzione di beni. I nostri figli dovranno pur dare un orizzonte di senso al loro agire nel mondo e non crediamo sia auspicabile che vivano solo di servizi e informazione. Sbagliare le scelte oggi significherebbe rigettare il nostro Paese in una situazione di degrado culturale e tecnologico dalle conseguenze inimmaginabili, con grave danno alla libertà di emancipazione culturale dei nostri stessi figli.