Decreto
sul diritto dovere all'istruzione
e alla formazione:
il testo approvato e commento.
dalla CGIL scuola, 1/4/2005
Altro che obbligo scolastico elevato! Basta
leggere il testo del decreto legislativo sul diritto dovere
all’istruzione e alla formazione, approvato dal Consiglio dei Ministri
il 24 marzo scorso, per rendersi conto che questa volta il Ministro
l’ha sparata davvero grossa!
Infatti:
contenuto |
commento |
art.1
comma 2:
“l’obbligo
scolastico, di cui all’art. 34 della Costituzione, nonché
l’obbligo formativo, di cui all’art.68 della legge 144/99, sono
ridefiniti ed ampliati . . . come diritto all’istruzione e
formazione e correlativo dovere”. |
Come risulta dal
testo, l’obbligo viene sostituito dal diritto dovere.
Del resto:
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comma 3:
“…tale diritto si
realizza nelle istituzioni del primo e del secondo ciclo….anche
attraverso l’apprendistato di cui all’art.48 del decreto
legislativo 276/03” |
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Che non si
tratti più di obbligo scolastico è confermato nel comma 3, che
prevede che il diritto si realizza anche nel sistema di
istruzione e formazione professionale e nell’apprendistato,
per il quale non è previsto alcun obbligo alla formazione
esterna all’azienda. Insomma diventa scuola, a parole,
qualsiasi attività (o studio, o addestramento professionale, o
lavoro) che i ragazzi in uscita dal ciclo primario
realizzeranno……
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comma 6:
“ la fruizione
dell’offerta di istruzione e di formazione . . . costituisce . .
. un dovere sociale ai sensi dell’articolo 4, secondo comma
della Costituzione, sanzionato come previsto dall’articolo 7 del
presente decreto.
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si tratta di una
modifica della Costituzione che, fra l’altro, “implicherebbe”
ben altra procedura che un decreto legislativo. Ne è prova il
fatto che, come scritto al comma sesto,l’obbligo, di cui
all’art. 34 della Cost., viene sostituito dal dovere sociale,
definito dall’art. 4 cost.: “Ogni cittadino ha il dovere di
svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta,
un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale
o spirituale della società”. Come è evidente, questo dovere
sociale è cosa del tutto diversa dall’obbligo scolastico. Fra
l’altro sfugge alla nostra comprensione comesi possa
sanzionare il mancato adempimento di un dovere sociale.
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gli aggettivi
“scolastico e formativo”scompaiono dal nostro ordinamento,
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l’espressione
“obbligo” rimane solo nei comunicati stampa del Miur:
evidentemente la necessità della propaganda richiedeva il
sacrificio della verità.
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Art.2
Comma 1:
Il diritto-dovere ha inizio con l’iscrizione alla prima classe
della scuola primaria, secondo quanto previsto dal decreto
legislativo 19 febbraio 2004, n. 59, fatta salva la possibilità di
frequenza della scuola dell’infanzia di cui al medesimo decreto
legislativo. |
E’ una precisazione
persino inquietante, che evoca scenari che oggi e nell’immediato
non siamo in grado né di immaginare né di valutare: il diritto
dovere sostituisce l’obbligo di istruzione a partire dalla prima
classe della scuola primaria. Siamo proprio in un altro sistema:
che cosa ne deriverà per il futuro non lo sappiamo ma è
un’incertezza che non lascia tranquilli…
Che sia fatta salva
la possibilità di frequenza della scuola dell’infanzia non
migliora la prospettiva, ma anzi pare escludere persino l’ipotesi
di un impegno serio della Repubblica alla sua generalizzazione.
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Comma 2:
Le scuole secondarie di primo grado organizzano, in raccordo con
le istituzioni del sistema educativo di istruzione e formazione
del secondo ciclo ed i competenti servizi territoriali,
iniziative di orientamento ai fini della scelta dei percorsi
educativi del secondo ciclo, sulla base dei percorsi di ciascun
allievo, personalizzati e documentati
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Si comprime la
scuola media inferiore,la cui finalità è sempre più schiacciata
verso ciò che i ragazzi dovranno fare dopo. Un ulteriore
anticipo delle scelte, che divide i ragazzi già in questa fascia
di età, sulla base di percorsi personalizzati costruiti su
caratteristiche e attitudini tutte ancora da formare.
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Comma 5:
All’attuazione del diritto-dovere concorrono gli alunni, le loro
famiglie, le istituzioni scolastiche e formative, nonché i
soggetti che assumono con il contratto di apprendistato, ……..
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E’ la conferma che
il diritto dovere è tutt’altra cosa dall’obbligo scolastico
sbandierato dal Ministro: della sua attuazione, infatti, sono
responsabili non solo le istituzioni scolastiche, ma anche
quelle formative e i datori di lavoro, presso i quali si formano
o lavorano i ragazzi, usciti dal primo ciclo, che non
frequenteranno la scuola.
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Art.3
Istituzione del
Sistema nazionale delle anagrafi degli studenti. |
Si istituisce
un’anagrafe nazionale, che dovrebbe presiedere all’adempimento del
diritto dovere, a partire dal primo anno della scuola primaria.
Nutriamo più di un dubbio che sia questo lo strumento idoneo al
controllo del rispetto dell’ adempimento del diritto dovere,
essendo noto il ritardo con cui il Miur riesce a raccogliere e a
disporre di dati. Sospettiamo che quando essi saranno disponibili,
in un intreccio complicato di anagrafi che, secondo il testo
dovrebbero“ definire l’insieme delle informazioni che permettano
la tracciabilità dei percorsi”, i ragazzi non adempienti siano
ormai , anagraficamente , fuori da qualunque vincolo.
Sfugge il
significato dell’espressione “tracciabilità”:fatto il tracciato,
cosa accade? |
Art.4
Comma 1:
Il Ministro dell’Istruzione, . . . adotta, previa intesa con
la Conferenza unificata . . . . , linee guida per la realizzazione
di piani di intervento per l’orientamento, la prevenzione ed il
recupero degli abbandoni, al fine di assicurare la piena
realiz-zazione del diritto-dovere all’istru-zione e alla
formazione, nel rispetto delle competenze attribui-te alla Regione
e agli Enti locali per tali attività e per la programma-zione dei
servizi scolastici e forma-tivi. |
L’abbandono
scolastico è un fenomeno complesso, le cui cause sono molto
differenziate, anche per via delle diverse situazioni
territoriali. Non sono certo linee guida nazionali quelle di cui
si sente il bisogno per prevenire e recuperare gli abbandoni,
quanto piuttosto di iniziative progettate e realizzate nelle
specifiche si-tuazioni, utilizzando gli spazi previsti dall’
autonomia delle singole istituzioni scolasti-che, penalizzata
pesantemente invece dai tagli operati da questo governo.
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Art. 5
Comma 3:
In caso di mancato adempimento del dovere di istruzione e
formazione si applica-no a carico dei responsabili le san-zioni
relative al mancato assolvi-mento dell’obbligo scolastico
previ-sto dalle norme previdenti. |
Ribadiamo le
nostre forti perplessità sulla sanzionabilità del dovere sociale
di cui all’art. 4 della Costituzione. Oltrettutto le norme
attualmente in vigore si riferiscono al mancato adempimento
dell’obbligo di istruzione per la scuola elementare, estese alla
scuola media inferiore dal 1962 e non più aggiornate.
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Art. 6
Comma 1:
In attesa dell’emanazione dei decreti legisla-tivi inerenti il
secondo ciclo di istruzione e di istruzione e forma-zione
professionale, dall’anno sco-lastico 2005-2006, l’iscrizione e la
frequenza gratuite di cui all’arti-colo 1, comma 5, ricomprendono
i primi due anni degli istituti secon-dari superiori e dei
percorsi sperimentali di istruzione e forma-zione professionale
realizzati sulla base dell’accordo in sede di Confe-renza
unificata del 19 giugno 2003. |
Ancora una
conferma dell’inattendibilità delle rasssicurazioni verbali di
questo Governo: quando venne sottoscritto l’accordo del 19
giugno, il Miur garantì che si trattava di vere sperimentazioni,
da adottare per far fronte ad un’emergenza e che in nessun caso
i modelli previsti e realizzati a seguito di quell’accordo
avrebbero costituito riferimento per l’attuazione del diritto
dovere. Siamo ora alla smentita ufficiale di quelle affermazioni
e alla conferma che per questo Ministero le sperimentazioni
hanno un unico significato: anticipare le sue riforme,
realizzandole amministrativamente prima che siano emanate le
norme relative. Insomma prima si determina il fatto,
unilateralmente e non rispettando alcuna procedura, poi si dice
che le norme lo devono assumere,in quanto già realizzato.
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Roma, 1 aprile 2005
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