La sinistra, gli insegnanti e la nuova maturità. Paolo Mazzocchini da DocentINclasse, 15/9/2006
Se dovessi giudicare solo da ciò che la sinistra (di cui sono da sempre – anche se criticamente - elettore) concretamente fa per la nostra scuola e per noi docenti, la tentazione di astenermi in futuro dal voto sarebbe invincibile. Mi spiego. Prendiamo come esempio (piccolo ma davvero emblematico) le recentissime proposte di modifica di Fioroni alla maturità: 1) tornano i commissari esterni. Bene, in apparenza. Nella sostanza è solo fumo negli occhi della platea. Gli esterni sono tre su sei. Gli altri tre sono interni. Risultato (già da me sperimentato nel triennio 1999- 2001): o gli esterni si adeguano alle direttive lassiste degli interni, oppure tutte le energie della commissione si esauriscono in lunghe ed estenuanti lotte tra le due parti per stabilire criteri condivisi di valutazione, con la sola conseguenza che la oggettività e la serenità nella valutazione degli allievi va a farsi benedire. Inoltre questi esterni sono prioritariamente reclutati, per risparmiare soldi, nel comune o nel territorio, a prescindere cioè dagli ordini di scuola e dalle cattedre di provenienza: vale a dire, ad esempio, che un docente che insegna italiano al biennio del tecnico può trovarsi a giudicare candidati di liceo classico... 2) il punteggio del credito aumenta di 5 punti, mentre diminuisce degli stessi punti quello dell’orale. Ma non si doveva rendere l’esame più serio? E allora perché togliere peso alla prova orale ed aggiungerne al giudizio finale, frequentemente gonfiato dai consigli di classe? L’unico frutto certo di questa modifica è che gli insegnanti dovranno nuovamente impazzire (senza alcun vantaggio effettivo per gli allievi) nell’applicare nuove, cervellotiche tabelle di assegnazione del credito e nuove griglie di valutazione dell’orale. 3) l’alunno, per essere ammesso all’esame deve avere tutte sufficienze e aver superato tutti i debiti precedenti. Ma quanti alunni sono promossi oggi per cinque anni di seguito con una o due materie di debito mai sanato? Moltissimi. Che cosa accadrà con questa norma sulla carta così rigida? Accadrà che i docenti, sempre loro, dovranno arrabattarsi per far coincidere la norma astratta con la realtà concreta, chiudendo gli occhi su molti debiti e trasformandoli in sufficienze...
Io perciò, come insegnante di scuola pubblica, mi sento da un po’ tra l’incudine e il martello: tra una destra che demolisce coram populo la scuola pubblica senza pudore ma mi lascia tuttosommato lavorare in pace, ed una sinistra che compie sostanzialmente la stessa operazione demolitoria ma scarica su di me soltanto l’onere (intollerabile) di mascherarla. Perciò io, come insegnante, non so più per chi votare e a che santo votarmi. |