Portfolio:

il lavoro gratis non esiste . . .

. . . neppure a scuola!.

di Rino Di Meglio dal SAM - Gilda 8 febbraio 2006

 


Il TAR del Lazio, su ricorso di alcuni genitori, patrocinati dai Cobas, ha emesso un’ordinanza sospensiva, relativa a due parti del portfolio.. La notizia ci fa comunque piacere perché qualsiasi vittoria contro questo strumento, in qualsiasi sede,  è sempre positiva.

Lo strumento del ricorso al TAR non è il più semplice da usare perché,  o si riesce ad ottenere una sospensione quasi immediata del provvedimento, oppure ci si affida ad un giudizio di merito che, purtroppo, arriva a sentenza dopo lungo tempo.

Come si fa ad  ottenere una sospensiva?

 I requisiti fissati dalla legge per questo tipo di giudizio rapido sono due: visibilità immediata del diritto leso e verificarsi di danno grave e irreparabile. L’ordinanza del TAR del Lazio ha riconosciuto entrambe le due condizioni e si limita ad individuare nell’intera struttura del portfolio due soli aspetti che rispondano a tali condizioni: la violazione delle norme sulla privacy e la questione del voto di religione, che, in base alle leggi vigenti (D.lvo 297/94), deve essere redatto a parte e non inserito nella scheda come voluto dalla circolare esplicativa.

In ogni caso appena uscita la circolare n. 84, e quindi ancor prima che il TAR si esprimesse, ne abbiamo dimostrato la totale illegittimità. Cominciando dalla contraddizione rispetto alla stessa fonte normativa di cui la circolare dovrebbe semplicemente essere esplicativa (quindi violazione di legge), il D.lvo 59 affida infatti al tutor (che non c’è) la compilazione del portfolio.

Vi è   inoltre la violazione del piano contrattuale in quanto, in assenza di qualsiasi accordo sindacale, si aumenta il carico di lavoro dei docenti senza alcun corrispettivo economico: l’unica sezione che rientra nei nostri obblighi, sanciti dal contratto vigente, è quella strettamente valutativa, nient’altro.

Le nostre posizioni, nei mesi scorsi, sono state riportate dalla  stampa scolastica, anche perché erano le uniche veramente motivate e decise, contrapposte all’inspiegabile lungo silenzio dei sindacati confederali.

Anche nei due incontri svoltisi al ministero le posizioni  chiare, decise e motivate sono state soprattutto le nostre. Gli altri spesso si sono limitati a lamentare la “mancanza di concertazione”.

Pare che ora la bozza di circolare promessa dal MIUR dall’ormai lontano 19 dicembre sia stata predisposta.

Qualsiasi ne sia il contenuto, essa è tardiva ed insufficiente: il tempo per la valutazione è già trascorso e numerosi collegi dei docenti, pressati dai Dirigenti, hanno adottato il cosiddetto portfolio.

Bisogna continuare quindi la nostra battaglia, con strumenti politici, ma anche giuridici, bisogna gridare forte che

 IL COLLEGIO DEI DOCENTI NON E’ UN DATORE DI LAVORO,

esso è l’organo sovrano sulla didattica, ma anche se deliberasse a gran maggioranza,  non ha il potere di violare i contratti e quindi di imporre il portfolio.

Dobbiamo trovare colleghi coraggiosi, patrocinare una serie di ricorsi pilota ai giudici del lavoro e, soprattutto, costringere le scuole a pagare i danni.

Basteranno pochi buoni esempi, ben pubblicizzati, per  vincere poi la battaglia nel resto delle scuole.