In nome dell'autonomia.

di Stefano Stefanel, da Pavone Risorse del 10/9/2006

 

Letizia Moratti fino a qualche mese fa e Giuseppe Fioroni da qualche mese in nome dell’autonomia hanno emanato provvedimenti che quell’autonomia vogliono limitare (usato come sinonimo di eliminare). Se per autonomia si intende che il Ministro emana i provvedimenti che piacciono alla Cgil per i docenti, alla Cisl per gli ata e ad Anp per i dirigenti scolastici allora in questi ultimi tempi l’autonomia è aumentata. Se invece per autonomia si intende la possibilità per le scuole di gestire la propria funzionalità in rapporto diretto alle leggi allora ci siamo un po’ meno.

Dato che all’orizzonte non si intravede un possibile ritorno della Moratti al Ministero mi occupo solo di alcune cosette realizzare dal Ministro Fioroni:

in nome dell’autonomia Sindacati e Ministero hanno deciso di non applicare parti di una legge sgradita, senza però prima verificare in che modo era stata applicata in Italia e quali ripercussioni quella sequenza contrattuale di disapplicazione potrebbe portare ad alcune situazioni consolidate (soprattutto sul fronte degli anticipi e dei contratti con collaboratori esterni);

in nome dell’autonomia il Ministro in una Nota priva di valore giuridico "consiglia di soprassedere" alla compilazione del Portfolio dopo aver inserito la compilazione del Portfolio in forma flessibile e garante della privacy nella Direttiva (sottoposta all’approvazione della Corte dei Conti) ai propri Direttori, in modo che i Dirigenti scolastici e le scuole gettino via il lavoro realizzato sul Portfolio senza sentirsi in colpa e rispondano semmai da soli ai buontemponi (anche se sono giudici) che lo vogliono mantenere;

in nome dell’autonomia il Ministro invece di abolire i Csa e far transitare i soldi dal Ministero dell’Economia alle scuole senza passaggi che fanno perdere tempo ed occupano personale utile altrove, si è inventato con una Direttiva ulteriore (gli piacciono proprio) gli Uffici Scolastici Provinciali, dotati di propri obiettivi che serviranno solo ad aumentare il lavoro delle scuole e a riempire gli archivi ministeriali di inutili dati;

in nome dell’autonomia si è abolita la valutazione di sistema Invalsi per tutte le scuole in modo che – assente questa – si possa dire che è necessario, per il bene delle scuole, diminuire la loro autonomia per evitare di avere esiti non valutati a livello nazionale;

in nome dell’autonomia si è prefigurata l’idea di una scheda di valutazione nazionale attraverso questo ragionamento: "se il Ministero autorizza le scuole ad eliminare il Portfolio poi le scuole possono decidere di volere la scheda unica nazionale (diciamo che in questo caso si tratta di un’autonomia presunta ad esito univoco)";

in nome dell’autonomia non si è toccato il sistema delle supplenze visto che tutti dicono da tempo che non funziona e che paralizza le scuole, ma piace ai Sindacati che, in nome dell’autonomia, ritengono che meno si fa decidere ai dirigenti scolastici e meglio è.

Sembra quasi che Ministero e Sindacati si stiano preoccupando di quella frase inserita in Costituzione ("salva l’autonomia scolastica"): vedendo che non c’è nessuno che la difende hanno deciso di difenderla loro, anche perché chi meglio dei Sindacati e di un Ministro di centrosinistra sanno cosa vuol veramente dire difendere l’autonomia delle scuole? Tra l’altro le scuole ci mettono del loro: zitte e felici di essere di nuovo governate come si deve da Roma senza bisogno di tante interpretazioni, studi, innovazioni, ricerche.