La scheda e gli strumenti del MIUR. Una lettura critica. di Rodolfo Marchisio da Pavone Risorse del 27/1/2006
I problemi della scheda
Come evidente, lo strumento più
urgente da analizzare è la scheda di valutazione, insieme agli
altri strumenti obbligatori a struttura predefinita. Apparentemente la scheda è uguale a quella suggerita lo scorso anno, ma guardiamola meglio.
L’informatica non è una materia Con una sola riga della scheda il MIUR cancella 30 anni di dibattito, prassi e pedagogia dell’uso delle TIC nella didattica e nella formazione . L’informatica, che NON è una materia neanche per le indicazioni nazionali, ma una dimensione trasversale alle discipline, tanto e vero che non ha un insegnante, viene citata e usata nelle varie materie e attività come ambiente di lavoro …deve avere un voto! A parte la posizione reazionaria, ottusa, incoerente, chi lo dà il voto? Quando sono 3 i docenti o le attività che usano le TIC? Secondo quali criteri: quelli della premessa alle indicazioni nazionali (dimensione trasversale) o secondo gli indicatori suggeriti?
La convivenza civile Chi la insegna e chi la valuta? Chi valuta se un comportamento è "sano"?
La religione cattolica o attività alternative L’inserimento della valutazione all’interno delle attività "obbligatorie opzionali", a parte la specie di ossimoro, è una violazione di uno dei diritti fondamentali alla privacy.
La religione, le opzioni
personali o famigliari sono i principali dati sensibili. Per questo
erano su una scheda a parte.
Le attività opzionali Ridotte a 2: è un segno premonitore della riduzione degli organici o un lapsus di chi ha già di fatto ridotto a 2 le opzionalità con la Riforma delle superiori e l’allargamento dell’inglese ?
Il comportamento Ritorna il voto di condotta e sarà determinante per la promozione .
Come si fa a dire che uno ha
un comportamento insufficiente? Sarà un asociale pericoloso, da
rinchiudere, sanzionare? Se uno non si lava (curare la persona
è uno degli indicatori, gli altri riguardano piu’ che altro il
contesto di lavoro) va bocciato? (rapporti con gli altri, rispetto delle regole ecc..)? b) del comportamento nella situazione di lavoro (impegno, partecipazione, modo di lavorare…) c) della crescita e della formazione personale?
I descrittori Vengono indicati un insieme di descrittori "desunti dalle indicazioni nazionali" (già confuse) cui guardare come esempi (non tassonomizzati, cioè alla rinfusa) da integrare e modificare,; "il cui adeguamento viene rimesso alla autonoma determinazione" delle scuole per essere adeguati alla programmazione, al contesto ed alla scansione temporale. Francamente uno dei punti piu’ deboli e confusi, perché continua ad appoggiarsi a quel pasticcio che sono le indicazioni nazionali. Per fortuna "possono essere usati liberamente …con possibilità di scelta e integrazione".
Certificazione delle competenze
Si partirà il prossimo anno, ma conviene leggere
i descrittori ed i livelli di competenza (elementare,
maturo, esperto).
Il processo di orientamento Dovremo descrivere, nel processo di orientamento chi ha fatto cosa: i ragazzi, i docenti, i genitori. Niente di male. Ma chi lo scrive (2 pagg)? Chi intervista i genitori? Con quali strumenti si fanno riflettere i ragazzi ed esprimere i genitori?
Qualche conclusione
Male, ma tutto (male). Che fare? Alcuni hanno una posizione di rifiuto o attesa. Altri cercano di capire per applicare. La domanda che gira di piu’ è: cosa dobbiamo fare ? Una cosa seria da fare sarebbe, visto che si ripete un po’ in ogni documento che si tratta di esempi, modelli, da applicare in modo autonomo e contestualizzato, di riflettere per scegliere. Cosa, con quali tempi, per quali obiettivi. Sapendo che può essere necessario ristrutturare la nostre prassi di programmazione oltre che di valutazione. Cosa ha senso cominciare a sperimentare, NON perché lo dice la Moratti, ma perché ha senso nel nostro lavoro? Secondo me c’è ormai un largo consenso su: 1- Valutazione formativa 2- Prassi e strumenti di autovalutazione, come momenti di crescita del ragazzo 3- Documentazione dell’apprendimento attraverso oggetti cognitivi significativi e riflessioni comuni 4- Coinvolgimento non demagogico dei genitori.
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