P a v o n e R i s o r s e

 

Il portfolio del MIUR.

Una lettura critica.

 di Rodolfo Marchisio da Pavone Risorse del 27/1/2006

 

La circolare di accompagnamento

Il tono: "è ancora un periodo di assestamento, ma basta giocare (guardate che casino avete combinato col Garante!), adesso facciamo sul serio. Questo è il portfolio! ".

Dalla necessità di riferimenti comuni al P. unico imposto dal MIUR: l’autonomia di adattarsi !

Considerato che la fase di programmazione delle attività didattiche relative all'anno scolastico in corso deve ritenersi ormai conclusa, le istituzioni scolastiche che hanno già operato proprie scelte utilizzeranno la citata modulistica con opportuni adattamenti, nel rispetto dei principi e delle finalità che caratterizzano l'impiego del Portfolio. Sarà in ogni caso necessario che le istituzioni si attengano fedelmente alle voci la cui compilazione è vincolante, con l'obiettivo che la modulistica vada, comunque, a regime in coincidenza con la completa estensione della riforma a tutte le classi del primo ciclo, in modo da consentire anche di verificarne l'efficacia e la piena rispondenza alle finalità della legge. (dalla CM 84/2005)

Il portfolio avrebbe dovuto essere strutturato secondo criteri di "funzionalità ed essenzialità" (circ. 85/2004). Quello proposto, pur nella sua articolazione, ci sembra mescoli funzioni e strumenti diversi, manchi di definizioni chiare ( fa riferimento alle solite confuse Indicazioni nazionali, ma in quale versione?) risultando di difficile utilizzo.

 

Struttura : un compromesso

Il Portfolio delle competenze configurato nelle presenti linee guida si articola su:

parti obbligatorie già strutturate;
parti obbligatorie da strutturare liberamente;
parti consigliate la cui strutturazione è libera.

 

"Essenziale" ma ci devono essere

Si consiglia, comunque, di strutturare il Portfolio in modo essenziale, garantendo, in ogni caso, la presenza dei seguenti documenti:

  • documento di valutazione;

  • attestato di ammissione;

  • certificazione delle competenze;

  • consiglio di orientamento;

  • documentazione dei processi di maturazione personale dell'alunno;

  • modalità di partecipazione/autovalutazione dell'alunno.

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    Il Collegio deve deliberare (a regime?)

  • la struttura complessiva del Portfolio;

  • i criteri in base ai quali va operata la selezione e l'organizzazione dei documenti che più significativamente descrivono e attestano il percorso formativo dell'alunno e che garantiscono la valenza e gli aspetti orientativi e valutativi propri del Portfolio;

  • le modalità con cui gli alunni e le famiglie partecipano alla compilazione del Portfolio;

  • la periodicità e le modalità di comunicazione della valutazione alle famiglie;

  • le modalità di conservazione del Portfolio, nel rispetto della normativa vigente in materia di tenuta di atti e documenti;

  • l'eventuale struttura del Portfolio su supporto cartaceo o informatico; nel secondo caso, perché la parte formale (valutazione, certificazione, consiglio di orientamento) sia valida, occorre che il supporto informatico sia corredato della firma digitale del dirigente scolastico.

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    Cosa devono fare docenti genitori e alunni

    Docenti dell'équipe pedagogica: osservano modalità e processi d'apprendimento, e "caratteristiche originali manifestate" dagli alunni; annotano indicazioni di sintesi; commentano lavori personali ed elaborati significativi degli alunni; selezionano prove e materiale idoneo a descrivere competenze personali; riflettono criticamente sugli elementi e sui dati acquisiti nel Portfolio per migliorare le pratiche di insegnamento e di apprendimento; valutano gli apprendimenti delle conoscenze e delle abilità e il comportamento; stimolano l'alunno all'autovalutazione e alla conoscenza di sé; collaborano con le famiglie corresponsabilizzandole nello svolgimento dei processi educativi;
    concorrono alla compilazione del Portfolio, coordinati dal docente tutor; certificano le competenze acquisite dagli alunni; esprimono indicazioni volte ad orientare le scelte degli alunni.

    Genitori: collaborano con la scuola alla compilazione del Portfolio; rilasciano annotazioni e osservazioni su prodotti e materiali significativi realizzati dai propri figli soprattutto in ambito non scolastico; osservano "modalità d'apprendimento e caratteristiche originali manifestate" dai propri figli anche in altri contesti; indicano lavori ed elaborati esemplificativi delle capacità e aspirazioni dei propri figli; formulano proposte di orientamento per le scelte dei propri figli.
    Il contributo dei genitori ha lo scopo di coinvolgere l'alunno nella progettazione, riflessione e autovalutazione del suo apprendimento e di fornire informazioni sulle competenze maturate in ambiente scolastico ed extrascolastico.

    Alunni: rilasciano annotazioni su propri prodotti e materiali significativi "capaci di descrivere paradigmaticamente le più spiccate competenze del soggetto"; scelgono lavori ed elaborati esemplificativi delle proprie capacità ed aspirazioni; concorrono alla propria autovalutazione e alla conoscenza di sé; esprimono indicazioni in ordine alle proprie scelte personali.
    Nell'ambito delle suaccennate funzioni e delle rispettive interazioni, una particolare attenzione va riservata al contributo delle famiglie e a quello degli alunni. Si rivela pertanto necessario che le istituzioni scolastiche individuino modalità e occasioni che permettano alla famiglia sia di cooperare alla 'narrazione' della storia dei propri figli in una prospettiva significativa per il loro futuro, che di promuovere negli stessi una costante pratica autovalutativa.

     

    Osservazioni

    1) i docenti hanno valutato, negli ultimi 30 anni, secondo criteri, modalità e prassi che derivano da diversa impostazione pedagogica, spesso contraria.

    a) quale ruolo rimane per l’autonomia di scuole, C di classe, docenti nelle scelte pedagogiche relative a criteri e prassi della valutazione, che deriva e influisce sulla programmazione?

    b) La maggior parte dei docenti non è in grado di certificare competenze, perché:

    1 - Non sono definiti standard a livello nazionale (formativi o sociali o altro..)

    2 - le contestate indicazioni sono un insieme incompleto e confuso di argomenti e obiettivi, non declinano competenze, ma neanche un quadro di obiettivi coerenti

    3 - non si è concluso il dibattito sulle competenze e quindi non sono state definite le competenze da osservare

    4 - i docenti non hanno la informazione/ formazione adeguata

    5 - Il docente tutor NON esiste e la trattativa con le OOSS non è conclusa

    2) Se è positivo il coinvolgimento dei ragazzi (autovalutazione formativa) e necessario il confronto coi Genitori , sembra demagogica l’enfasi con cui viene posto il problema.

    Che per il MIUR è un problema ideologico, non pedagogico o di corretta collaborazione. Si finirà come nella finta scelta delle opzionalità.

     

    Il profilo finale

    Dopo aver frequentato... il Primo Ciclo di istruzione ... i ragazzi sono nella condizione di:

    riconoscere e gestire i diversi aspetti della propria esperienza motoria, emotiva e razionale, consapevoli (in proporzione all'età) della loro interdipendenza e integrazione nell'unità che ne costituisce il fondamento;

    abituarsi a riflettere, con spirito critico, sia sulle affermazioni in genere, sia sulle considerazioni necessarie per prendere una decisione;

    concepire liberamente progetti di vario ordine - dall'esistenziale al tecnico - che li riguardino, e tentare di attuarli, nei limiti del possibile, con la consapevolezza dell'inevitabile scarto tra concezione ed attuazione, tra risultati sperati e risultati ottenuti;

    avere gli strumenti di giudizio sufficienti per valutare se stessi, le proprie azioni, i fatti e i comportamenti individuali, umani e sociali degli altri, alla luce di parametri derivati dai grandi valori spirituali che ispirano la convivenza civile;

    avvertire interiormente, sulla base della coscienza personale, la differenza tra il bene e il male ed essere in grado, perciò, di orientarsi di conseguenza nelle scelte di vita e nei comportamenti sociali e civili;

    essere disponibili al rapporto di collaborazione con gli altri, per contribuire con il proprio apporto personale alla realizzazione di una società migliore;

    avere consapevolezza, sia pure adeguata all'età, delle proprie capacità e riuscire, sulla base di esse, a immaginare e progettare il proprio futuro, predisponendosi a gettarne le basi con appropriate assunzioni di responsabilità..." (DL 59/2004 all. D)

    Questo riferimento, che dimentica, non a caso gli aspetti relazionali del profilo, è il più intriso di personalismo e moralismo cattolico quando diventa integralista:

    se l’obiettivo finale è "il sano comportamento" significa che chi non lo raggiunge ha comportamenti malati (come gli omosessuali, i tossicodipendenti ecc…)

    "avvertire interiormente la differenza fra bene e male" presuppone che esista un bene ed un male; non solo comportamenti non utili o dannosi dal punto di vista relazionale o condannabili e non condivisibili dal punto di vista sociale.

    La scuola (ma anche la società) può/deve stabilire se i valori sono assoluti o relativi?

    Può decidere cosa è bene e cosa è male in assoluto?

    Ad es. non tutti condividono gli stessi "grandi valori spirituali" con cui "giudicare se stessi".

     

    Le funzioni

    Tra le varie funzioni possibili di un portfolio (vedi dossier valutazione e portfolio) si insiste, come in tutta la Riforma, su 2 funzioni: valutazione e orientamento. Tra l’altro il termine orientamento viene usato sia nel significato di formazione personale che di scelta della scuola successiva. Si svolazza dai grandi valori spirituali alla formazione (intesa come scolastica e professionale), pur di non citare concetti come formativo, relazionale, sociale, che sanno di pedagogia del passato regime.

    4.1 La funzione valutativa
    La funzione valutativa si basa sulla documentazione essenziale dei percorsi e dei progressi compiuti dall'alunno in riferimento agli obiettivi formativi, agli apprendimenti (conoscenze e abilità (1)) e al comportamento. Essa si completa con la progressiva rilevazione e registrazione dei risultati raggiunti dall'alunno e con la certificazione finale delle competenze effettivamente maturate. La funzione valutativa del Portfolio si attua mediante:

    · la valutazione degli apprendimenti (conoscenze e abilità);

    · la valutazione del comportamento;

    · la valutazione e la certificazione finale delle competenze (2).

    La funzione valutativa si esplicita anche mediante una documentazione essenziale dei progressi compiuti dall'alunno con riguardo:

    · agli obiettivi formativi;

    · alle competenze effettivamente maturate nel tempo.

    Per il resto si fa riferimento alla scheda ed agli indicatori allegati alla CM 85/2004

    Poiché "sono necessari tempi lunghi" (ma con quali standard, con quali metodi e prassi?) la certificazione delle competenze si fa a fine ciclo (anche perché è una indicazione utile al passaggio fra ordini di scuola).

     

    Orientamento o formazione?

    4.2 La funzione orientativa
    La funzione orientativa del Portfolio sostanzia, sul piano formativo, quanto è valutato e certificato nella sezione valutativa. La funzione orientativa nei confronti dell'alunno si realizza attraverso l'osservazione continua e sistematica dei suoi processi di apprendimento e dei suoi comportamenti, e il suo coinvolgimento nella autovalutazione.
    La funzione orientativa è sostenuta inoltre dalla scelta della documentazione di materiali prodotti dall'alunno e attestanti la progressiva maturazione dell'identità e dell'autorealizzazione personale all'interno della scuola, dell'ambiente familiare e della comunità di appartenenza.
    La funzione orientativa consente di:

  • evidenziare i contributi offerti dagli insegnamenti disciplinari e interdisciplinari, dalle attività e insegnamenti opzionali;

  • rilevare gli esiti degli apprendimenti non formali e informali;

  • promuovere una riflessione continua da parte dell'alunno rispetto al proprio percorso di apprendimento.

  • Essa si riferisce a:

  • aspetti autobiografici significativi dell'alunno (nei primi anni di scuola);

  • materiali prodotti dall'alunno, individualmente o in gruppo, capaci di documentare le sue più spiccate competenze;

  • prove scolastiche utili ai fini della conoscenza di sé (conoscenza del proprio corpo, dei propri punti di forza e di debolezza sul piano espressivo, relazionale, emotivo, operativo, degli stili cognitivi caratterizzanti, ecc.);

  • commenti su lavori personali ed elaborati significativi, sia scelti dall'alunno (è importante questo coinvolgimento diretto) sia indicati dalla famiglia e dalla scuola, ritenuti esemplificativi delle sue capacità e aspirazioni personali;

  • indicazioni di sintesi che emergono dall'osservazione sistematica, dai colloqui insegnanti-genitori, da colloqui con l'alunno e anche da questionari o test in ordine alle personali attitudini e agli interessi più manifesti;

  • osservazioni dei docenti e della famiglia sulle modalità di apprendimento, con la rilevazione delle caratteristiche originali dell'alunno nelle diverse esperienze formative affrontate, finalizzata al confronto del proprio modo di vedersi con quello delle figure educative che lo circondano;

  • documentazione delle competenze dimostrate dall'alunno nella risoluzione di problemi reali della vita scolastica ed extrascolastica, nell'esecuzione di compiti particolarmente complessi, nella realizzazione soddisfacente di progetti riguardanti la committenza personale, familiare o sociale.

  • E’ la parte che va letta con maggiore attenzione, perché riguarda la funzione formativa delle scuola e contiene aspetti condivisibili (autovalutazione formativa, documentazione..) ed altri discutibili.

    L’uso della osservazione (sistematica, fatta con quali metodi o strumenti?) è
    finalizzata alla comprensione e alla interpretazione dei comportamenti, li contestualizza e li analizza nei loro significati. I livelli raggiunti da ciascuno, al di là di ogni notazione classificatoria, sono descritti più che misurati e compresi più che giudicati
    .

    E’ consolante che i comportamenti vadano osservati e descritti: ma allora perché esiste il voto sul comportamento che è una misura?

     

    Il problema della continuità

    Il P. viene inteso come strumento che segue l’allievo dalla culla (scolastica) alla fine. Una sorta di condanna a vita. Questo solleva il problema di un p. a dossier "togli e metti", con parti ad uso interno ed altre da trasmettere "fuori". Non tutto quello che è successo nel triennio as es. è utile sia conosciuto alle superiori, perché:

  • fa parte di un processo di una persona in età evolutiva e quindi può documentare una fase superata

  • deve essere contestualizzato per essere compreso

  • gli insegnanti degli ordini superiori non hanno le capacità di interpretare documenti o oggetti cognitivi che appartengono ad altra fase (il primo disegno alle elementari) perché non hanno la stessa formazione ed esperienza delle maestre di scuola materna (pedagogia, psicologia di una certa età…)

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    Privacy

    In attesa del Regolamento che il MIUR deve emanare era meglio non sbilanciarsi.

    Alcune parti della scheda (religione, alternativa e comportamento ) pongono comunque già alcuni seri problemi. Come documenteremo nella prossima scheda.