Creazionismo vs obbligo di istruzione!.

di Maurizio Tiriticco, da Fuoriregistro del 4/4/2006

 

La polemica su Darwin, com'è noto, si è da tempo (in)felicemente conclusa. La commissione della Levi Montalcini concluse i suoi lavori con una relazione corposa e estremamente interessante sotto il profilo culturale e educativo, che solo in pochi hanno avuto la fortuna di leggere, ma il ripascimento ministeriale ne ha fatto un rewriting buono per tutte le stagioni perché - questa è stata la giustificazione - un conto è la relazione di una commissione, altro conto è un testo ufficiale che deve correggere ed implementare le Indicazioni nazionali! Ma, a parte la vicenda, il discorso è più a monte e, di fatto, molto più sottile!

Pensiamo alla scelta che sostanzia il processo "riformatore" della Moratti, o meglio di questo centrodestra. Secondo tale scelta, la scuola del passato, o meglio quella che in un lungo processo di adattamenti, sperimentazioni e riforme continue ha sempre avuto come asse portante la matrice della Costituzione del '47, avrebbe prodotto soltanto livelli di dispersione inaccettabili, soprattutto se si confrontano con quelli europei. E tali risultati sarebbero dovuti al fatto che questa scuola ha proposto ed imposto agli alunni obiettivi eguali per tutti, in nome di un principio di eguaglianza che, in una situazione socioeconomica e culturale oggi profondamente cambiata da quella dall'immediato dopoguerra, è assolutamente da abbandonare. E' stato necessario pertanto fare un "punto e a capo" e operare una scelta assolutamente contraria rispetto a quella che abbiamo ereditata! Non è più il principio dell'eguaglianza quello che deve ispirare la nostra scuola, bensì quello della differenza, principio che in effetti compare più volte nella Costituzione del 2001.

In effetti - e questo va detto a margine - è vero che taluni principi forti della Costituzione del '47, che costituivano il fondamento del nuovo Stato democratico, nel quale era lo Stato stesso ad assumere in prima istanza l'iniziativa legislativa, nella Costituzione del 2001, che dà l'avvio ad un ampio trasferimento di poteri dal Centro alla Periferia, per certi versi vengono "riletti", per altri vengono "arricchiti" da altri e nuovi principi. Nella Costituzione del '47 compaiono, ad esempio, i principi di democrazia, lavoro, uguaglianza, libertà, persona, minoranze, pace, iniziativa libera ma socialmente utile. Nella Costituzione del 2001 compaiono i principi di sussidiarietà, solidarietà, equità, responsabilità, differenziazione, adeguatezza, iniziative autonome. Occorre anche pensare che si tratta di principi che sono anche a fondamento di quella morale laica - se possiamo usare questa espressione - su cui si fondano i diritti e i doveri delle persone, i rapporti tra i cittadini e tra questi e le istituzioni. Ed è ovvio che in uno Stato non più verticale, come quello dell'immediato dopoguerra, ma orizzontale, come quello che dal 2001 stiamo costruendo, più consono ad una democrazia matura, quei principi vengono implementati e più riccamente articolati.

Ma per il centrodestra la Costituzione del 2001 non arricchisce quella del '47, ma la sostituisce! E non è un caso che nelle Indicazioni nazionali, là dove si dovrebbe sottolineare l'azione di decondizionamento che la scuola è chiamata ad operare per garantire a tutti l'istruzione, viene citato l'articolo 3 della Costituzione, ma con un capzioso emendamento. Dove si afferma che "è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l'uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana", il sostantivo eguaglianza viene cancellato! In tal modo si dà il via libera a quel concetto di personalizzazione che, pur avendo origini più che nobili , viene piegato alla pedagogia del centrodestra!

In effetti, si vogliono esaltare e valorizzare le differenze, o meglio le potenzialità e le inclinazioni che l'alunno porta con sé e su queste costruire, Piani di studio appunto, appunto, personalizzati. Nella scuola di base, dal '47 al 2004 (l'anno in cui viene varato il dlgs 59 che "riforma" la scuola elementare e media) abbiamo sempre personalizzato - se si può dir così - i percorsi, però mantenendo sempre fermi gli obiettivi di uscita, eguali per tutti, per garantire a tutti quegli stessi diritti di cittadinanza che derivano dall'istruzione. Con il dlgs 59 vengono, invece, personalizzati gli obiettivi, per cui a ciascun alunno viene garantito il raggiungimento dei "suoi" personali obiettivi. Il che significa la rottura di quella unità degli obiettivi di apprendimento che ha sempre caratterizzato l'unità stessa della nostra scuola pubblica.

Da tutto ciò abbiamo desunto che la scuola del centrodestra non è la scuola di tutti, ma è la scuola per tutti, nella quale, però, ciascuno è chiamato a prendere quello che vuole, o meglio quello che può! Questa filosofia della destra è presente in tutte le sue scelte in materia di istruzione. L'anticipo delle iscrizioni alla scuola dell'infanzia ed oltre assume un chiaro significato: la scuola è un servizio a domanda! Le esigenze delle famiglie sono prioritarie a fronte delle esigenze di uno sviluppo/crescita equilibrato dei bambini. La rottura di un orario obbligatorio eguale per tutti e l'introduzione di un orario facoltativo a domanda sono ancora un servizio reso alle famiglie e non ai bambini! Le famiglie devono essere garantite, certamente, ma non spappolando la scuola, bensì rafforzandola nelle strutture, nei servizi, nei finanziamenti soprattutto!

Ma vi sono altri fatti significativi di questa filosofia del centrodestra: l'aggressione a quell'obbligo di istruzione a cui da sempre abbiamo tutti puntato per adempiere ancora meglio alla indicazione costituzionale dell'articolo 34; la separazione netta tra due percorsi, quello del pensare e quello del fare, mentre ogni teoria della conoscenza ed ogni processo lavorativo, oggi, dimostrano ampiamente come debba assolutamente superarsi una divisione che solo una società divisa in classi sanzionava!

Ed ora veniamo alla questione dell'evoluzionismo e del creazionismo! Ed al legame che corre tra le scelta ideologica e la scelte scolastiche del centrodestra. Secondo la teoria evoluzionista - che poi non è tanto una teoria quanto una realtà di fatto, ampiamente dimostrata - non c'è soggetto animato che non si sviluppi e non si modifichi attraverso continui cambiamenti che gli consentono di adattarsi ad un ambiente anch'esso soggetto a cambiamenti continui. Nel soggetto animale uomo questi processi acquistano una loro peculiarità, in relazione alla particolare plasticità del suo organo motore, il cervello. E' in forza dell'evoluzione che ogni piccolo dell'uomo ha acquisito una marcia in più! Egli non replica del tutto chi lo ha generato, ma ne differisce nella misura in cui si confronta con la cultura del suo gruppo sociale, che per l'essere umano è ben più forte della natura!

"Ogni individuo di ogni generazione diviene un individuo umano grazie alla sua precoce immersione in un ambiente di esseri umani che, nonostante la loro peculiarità, le loro tradizioni e i loro tic, condividono alcuni tratti cognitivi e comportamentali comuni inconfondibilmente umani. Quest'immersione ha luogo quando ancora il cervello è immaturo e capace di andare incontro ad un complesso di micromodificazioni di un certo tipo piuttosto che a quelle di un altro. Il mondo umano circostante non si stampa in sostanza nel suo genoma, ma nel suo corpo e nel suo cervello". In altri termini, le strade che un umano può percorrere nel suo sviluppo postnatale sono infinite e ben più ricche di quelle di qualsiasi altro animato. Non c'è nulla di predefinito, tutto è plasmabile, per cui l'educazione, quella vera, che dispone di strategie e di mezzi opportuni, non si arresta al dato iniziale, ai bisogni ai quali debba rispondere quasi deterministicamente. Un processo educativo reale pesca nel profondo, decondiziona, se è il caso, poi stimola, sollecita, sospinge, non si appiattisce sulle prime richieste che il soggetto esprime! Un sistema di istruzione si adopera per dare di più ed ottenere di più, non si arresta a dare una semplice risposta ad una prima semplice richiesta. Anzi, dà di più a chi ha di meno! E' il monito di Don Milani! Solo in questo senso ha valore la differenziazione! Non bisogna adeguare l'offerta alle differenze iniziali del soggetto, ma differire l'offerta, differire i percorsi, ed essere intransigenti sui traguardi!

Che cosa emerge invece da una visione creazionistica!? Ciò che è creato è un dato e, come tale, è ciò che è! E ciò che è non ha molte chances in ordine al suo sviluppo! Chi nasce tondo, resta tale e non diventerà mai quadrato! Quanti luoghi comuni! C'è chi nasce intelligente e chi no! Le differenze iniziali condizionano l'intero percorso. Quindi, vanno accettate per quelle che sono! Ogni essere è chiuso in se stesso! Tutto il discorso sulle potenzialità, sulle attitudini, sulle vocazioni e le inclinazioni personali di ciascuno costituisce, pertanto, un pericoloso armamentario giustificazionista secondo cui l'educatore deve limitarsi a prendere atto e ad operare conseguentemente! Viene assolutamente perso di vista il condizionamento sociale che, anzi, viene volutamente confuso con ciò che viene in genere chiamata l'inclinazione naturale di ciascuno! Un vecchio proverbio vuole che non si possa cavar sangue da una rapa! E non è un caso che da sempre nell'educazione della tradizione le teste di rapa dovessero imparare a suon di nerbate! Il fatto è che raramente imparavano e molto più spesso venivano destinate ai lavori più pesanti e umilianti i quali a quei tempi, com'è noto, abbondavano!

Il passaggio dall'obbligo di istruzione costituzionale al diritto/dovere all'istruzione e alla formazione voluto del centrodestra non è cosa di poco conto. Il diritto/dovere non costituisce affatto un ampliamento ed un aggiornamento dell'obbligo! Nasconde una posizione assolutamente diversa e ben precisa! Se un bambino ha una inclinazione per un dato qualcosa, perché obbligarlo ad un altro qualcosa? E il discorso, per certi versi, è anche ammiccante! Il fatto è, però, che le inclinazioni non sono mai un fatto naturale, un puro dato del Dna! Il nuovo nato è esposto immediatamente a tutti i condizionamenti del suo milieu socioculturale e, se questi sono negativi, condizionano negativamente le sue cosiddette inclinazioni. E rispondere sic et simpliciter alle inclinazioni, o meglio a "queste" inclinazioni, per come si rappresentano e per quelle che sono, senza adoperarsi per aiutare il soggetto in una azione di decondizionamento e di potenziamento, significa mancare a quell'impegno che invece deve essere la forza dell'educazione! Significa venir meno a quell'obbligo che in prima battuta è di pertinenza del sistema di istruzione. E' facile riconoscere a tutti il diritto/dovere di istruirsi e di formarsi come meglio loro aggrada. Certamente è la carta migliore per sconfiggere la dispersione! Nessuno si disperde quando realizza solo gli obiettivi di suo gradimento! Le statistiche saranno soddisfatte, ma il nostro studente è ingannato due volte: ha un titolo che non vale nulla e... non sa fare nulla! Sono ben altre le sfide che si lanciano secondo la formula e la pratica dell'obbligo di istruzione.

Da quanto detto fin qui emerge che, di fatto, l'evoluzionismo è un'ulteriore istanza culturale che ci aiuta a meglio comprendere le ragioni profonde dell'obbligo di istruzione oggi nelle società ad alto sviluppo, se non addirittura a comprendere la necessità di quel long life learning di cui oggi tanto si parla, e a ragion veduta! E che il creazionismo, invece, ci aiuta solo a comprendere come e perché, secondo una certa visione culturale e politica, l'istruzione debba essere erogata solo... a domanda!