Pronuncia del CNPI sulle problematiche interculturali. di Aluisi Tosolini da Pavone Risorse del 12/3/2006
Il 19 dicembre 2005 il Consiglio Nazionale della
Pubblica Istruzione ha reso pubblico un importante documento
contenente una pronuncia di propria iniziativa sulle problematiche
interculturali nella scuola e nella società italiana. In realtà di tratta di due documenti elaborati nello stesso periodo di tempo, visto che le bozze delle Linee guida erano note fin dal novembre 2005, e che affrontano la stessa problematica giungendo tuttavia ad esiti molti diversi sia per complessità che per profondità della riflessione.
Il documento del CNPI Composto da undici dense pagine, il documento del CNPI si presenta suddiviso in sei parti
1. Premessa
Il punto di partenza: società globale e nuovi compiti dell’educazione Nella Premessa il CNPI svolge un ragionamento estremamente interessante che può essere sintetizzato nella assunzione di consapevolezza che occorre passare ad una nuova fase della scuola nella società multicuturale e globale.
IL CNPI intende infatti "sollecitare
una nuova riflessione di fronte ai problemi di più ampia portata che
attraversano il nostro tempo e che mettono in difficoltà lo stesso
modo di pensare e di organizzare la vita della scuola".
Una scuola capace di ri-assumere l’incontro tra culture Il testo appena riportato gioca emblematicamente con il termine RI-ASSUMERE. Non si tratta infatti, dice il CNPI, di sintetizzare (omologare, integrare, ovvero riassumere nel senso di condurre ad unità le differenze culturali) quanto piuttosto di mettere di nuovo al centro del lavoro della scuola (assumere nuovamente) l’incontro tra culture. Incontro che, e qui risuona la circolare 205/1990, costituisce una risorsa sia per la crescita per l’identità delle persone che per la crescita della democrazia e della cittadinanza.
Non da sola: scuola ed territorio
Ed in questo la scuola non può e non deve agire
da sola. Di fronte a sfide complesse (ed il documento cita le
questioni sollevate dal rapporto Occidente-Islam) sono necessarie
nuove analisi e nuove proposte. Una nuova progettualità che può
nascere solo da una integrata riflessione su nuovi modelli di
integrazione e di cittadinanza. Riflessione che la scuola non può e
non deve fare da sola e che invece richiede il coinvolgimento pieno e
attivo delle istituzioni locali e dei soggetti che a vario titolo sono
impegnati sul territorio. a) porre l’educazione interculturale al centro dei curricoli. Cosa che non è avvenuta con i curricoli della riforma che al contrario si segnalano "per la limitatezza della proposta culturale contenuta nelle Indicazioni nazionali che non fanno alcun cenno alla problematica"b) intervenire a sostengo della formazione iniziale e in servizio del personale della scuola (solo in questo modo sarà possibile fornire strumenti per il superamento di stereotipi e pregiudizi e per favorire la piena integrazione)c) operare in una logica sistemica con i diversi soggetti attivi sul territorio (enti locali, istituzioni scolastiche autonome, volontariato sociale…).Insomma, tutta un’altra impostazione rispetto alle Linee Guida sull’integrazione del MIUR. E non tanto per le proposte concrete (si veda dopo) quanto per l’orizzonte, il contesto, lo scenario in cui è collocata l’educazione interculturale intesa come dimensione "normale" dell’educazione nelle società globali/multiculturale.
Le nuove frontiere della società multiculturale Nella seconda e terza parte il documento del CNPI analizza dapprima i dati del processo migratorio complessivo, così come risultano dai Rapporti della Caritas e di Migrantes), e successivamente i dati riferiti agli alunni non italiani indagati a partire dai Rapporti del MIUR. E particolare attenzione viene offerta al successo formativo degli studenti stranieri rilevando proprio nell’alto tasso di bocciature uno dei limiti più significativi dell’attuale impegno del sistema formativo. Il passaggio rende anche possibile al CNPI esprimersi con chiarezza a riguardo di un approccio che spesso pare intriso di eccessivo "buonismo": "Va superata una retorica dell’integrazione, soprattutto a livello politico istituzionale , che andrebbe contrastata come uno degli stereotipi da superare, per guardare in faccia la durezza dei processi da gestire e i limiti che permangono". Parole che riecheggiano uno degli studi più utili ed interessanti degli ultimi anni a riguardo degli equivoci del multiculturalismo che proprio in alcune retoriche intravedeva il luogo da cui germinavano nuovi stereotipi. Si tratta, come ben sanno i lettori Pavonerisorse, dello studio curato nel 2002 da Davide Zoletto e Giovanni Leghissa per Aut Aut e ampiamente presentato anche in questa rubrica.
Una nuova fase
Il paragrafo intitolato "Una nuova fase"
affronta con lucidità i mutamenti avvenuti nelle società globali dopo
l’11 settembre, gli attentati di Madrid, l’omicidio di Theo Van Gogh,
le rivolte nelle banlieu francesi…
Accoglienza, integrazione linguistica e sociale
Il quinto paragrafo della Pronuncia del CNPI (Problematiche
emerse) affronta il tema dell’integrazione degli alunni non
italiani a scuola. Si tratta, in sostanza, degli stessi punti
approfonditi dalla Linee Guida del Miur: le norme e gli strumenti per
l’accoglienza, la formazione delle classi, l’integrazione linguistica,
la figura dei mediatori, i supporti didattici, la definizione del POF,
….
Linee di intervento Il documento del CNPI si conclude con sette sollecitazioni al Ministero dell’Istruzione ed all’amministrazione scolastica. Quasi un programma di lavoro: 1. assumere i problemi dell’educazione interculturale in una visione sistemica che coinvolga tutte le istituzioni in una condivisa programmazione e progettazione territoriale dell’integrazione2. Sostenere l’autonomia delle scuole ed in particolare il rapporto tra reti di scuole ed altre autonomie (comuni, province, regioni, uffici scolastici regionali)3. creare laboratori territoriali di documentazione, sedi di ricerca-azione che costituiscono per le scuole e per le autonomie locali un luogo di reale incontro ove possano convergere le azioni riferite a POF, protocolli di accoglienza, problematiche relazionali, rapporti con le comunità di origine e coinvolgimento delle stesse nelle scelte, ecc..4. inserire nei piani di studio della formazione iniziale degli insegnanti nuovi approcci e nuovi contenuti che, pur evitando inutili specialismi, permettano ai nuovi docenti di entrare in possesso delle competenze necessarie a formare nuovi cittadini nella società globale.5. garantire, questa nuova fase, nuove straordinare risorse umane e finanziare alle scuole.6. prevedere la presenza di mediatori culturali e di figure professionali in grado di accompagnare il processo di integrazione sia per quanto concerne gli alunni che le famiglie ed il territorio.7. da ultimo "occorrono scelte culturali nazionali in grado di orientare la progettazione e l’azione curricolare delle scuole e dei singoli docenti. Al riguardo è particolarmente importante rinforzare la didattica laboratoriale, lo spazio di utilizzo delle TIC e un forte investimento di spazi, tempi e attività di carattere linguistico"
Per concludere… …… insomma…. che dire a conclusione della lettura del documento del CNPI? Per quanto mi riguarda, richiamando le precisazioni con cui chiudevo il commento alle Linee Guida del Miur, non posso che dire … FINALMENTE un documento che prende sul serio la sfida della formazione entro le società globali della conoscenza ove la dimensione interculturale è chiamata a divenire la "normalità dell’educazione". In particolare mi preme sottolineare alcuni elementi:
a) l’educazione interculturale viene
riconosciuta come elemento chiave del processo formativo nelle società
globali e multicuturali
Chiunque segua questa rubrica su PavoneRisorse
sa molto bene che la posizione di chi scrive è da anni collocata sulla
linea delle riflessioni proposte dal CNPI. Aluisi Tosolini
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