Il Tfr nel settore pubblico.

di Stefano Lonzar da Fuoriregistro del 15/1/2007

 

A seguito dell'accordo siglato il 23 ottobre fra governo, imprese e sindacati confederali, che ha introdotto l'anticipo della "controriforma" del TFR, dal primo gennaio 2007 è partita, su tutti i mezzi di informazione, una vera e propria campagna pubblicitaria per invogliare i lavoratori a scegliere la pensione complementare, a scapito del TFR.

I promotori di questo furto ai danni dei lavoratori, evidentemente, non sono sicuri del sistema truffaldino di adesione che hanno, precedentemente, escogitato, il cosiddetto "silenzio-assenso", e si rivolgono ai mass media per ottenere uno strategico appoggio in questa vera e propria campagna di conquista di "quote di mercato".

Non passa giorno che su tutte le reti televisive, radiofoniche e giornali, senza distinzione di appartenenza politica, non passino servizi, interviste, inchieste sull'argomento, e tranne qualche rara "voci fuori dal coro", è tutto un propagandare a favore dei Fondi.

E' da notare come nelle prime sortite televisive sull'argomento, i testimonial dei fondi pensione mostravano ancora un po' di giusto imbarazzo sull'argomento (si ricordi l'intervento del segr. generale CGIL Epifani ad una puntata di "Ballarò" di circa un anno fa quando, riferendosi ai fondi pensione, non poté fare a meno di premettere l'avverbio "quasi" all'aggettivo "sicuri"), ora, invece, il termine "sicurezza" viene accostato senza ritegno ai fondi, e ciò ha permesso ad Angeletti (segr. gen. UIL) di celebrare il 23 ottobre come una data storica per la sorte dei lavoratori italiani.

Si mente, pur sapendo di mentire, in quanto nulla c'è di più aleatorio di una speculazione finanziaria, quello che, in sostanza, è un fondo pensione; d'altro canto la posta in palio è alta, oltre 16 milioni di euro annui ed ogni mezzo risulta lecito per raggiungere il proprio scopo.

Ancora più interessante è scoprire personaggi come il prof. Luigi Scimia, l'attuale presidente della Covip (l'ente di vigilanza sui Fondi Pensione) nonché ex Presidente del Fondo Pensioni dei lavoratori Bnl, che solo poco più di due anni fa, non faceva mistero di nutrire dubbi sulla convenienza dei fondi, in quanto dipendono dall'andamento dei mercati (Corriere della sera del 16 ottobre 2004), mentre oggi, non solo invita i lavoratori ad aderirvi, ma addirittura consiglia l'adesione ai comparti azionari, quelli più rischiosi, che, però, potrebbero garantire rendimenti maggiori (venerdì 5 gennaio TG 1 delle ore 13.30).

In questa situazione "risalta" l'operato di CGIL, CISL e UIL, che dopo aver sostenuto le varie riforme pensionistiche del centro-sinistra (riforma Dini in testa), hanno ormai completamente abbracciato le scelte neoliberistiche favorevoli alla previdenza complementare e, invece di mobilitarsi per la riconquista di una decente pensione pubblica per tutti, hanno, ormai, gettato la maschera e agiscono alla stregua di veri e propri promotori finanziari, pubblicizzando i loro fondi contrattuali in aperta concorrenza con quelli aperti.

Tra questi due fuochi si trovano in una situazione di smarrimento i lavoratori che non solo vedono diminuire giorno dopo giorno il potere d'acquisto dei loro salari, assistono al balletto di numeri per ciò che concerne la loro andata in pensione e si ritrovano a dover scegliere (senza averlo richiesto), tra una liquidazione che ha, comunque, un rendimento fisso annuo ed un fondo pensione che può solo promettere, ma non garantisce nulla.

Per quanto riguarda il nostro comparto specifico, la scuola, che ha, ormai, operativo da un anno il proprio fondo contrattuale "Espero" (anche se con un numero d'iscritti pari solo al 5 %),
RICORDIAMO che la normativa contenuta nel D.L. 252 del 5/12/06, entrata in vigore dal 1° gennaio, non riguarda il pubblico impiego, compreso il personale della scuola.

ATTENZIONE, però, il memorandum di fine anno siglato fra governo e confederali prevede, comunque, l'avvio di una trattativa per una nuova riforma in chiave peggiorativa del sistema pensionistico in vigore e al punto 9 E) parla espressamente di: "pieno decollo della previdenza integrativa per tutti i lavoratori, inclusi i dipendenti pubblici".

Le ultime notizie apprese dai mezzi d'informazione fissano entro il mese di gennaio la data di partenza della previdenza integrativa per i dipendenti pubblici, con annessa la vergogna del "silenzio-assenso".

L'UNIcobas, così come è stato il primo sindacato nel comparto scuola a denunciare il furto che si stava perpetrando ai danni dei lavoratori, continuerà a mantenere alta l'attenzione su questo delicatissimo argomento, attraverso:

- la necessaria opera di controinformazione in tutte le scuole

- la tempestiva comunicazione ai propri iscritti ed a tutti i lavoratori della scuola dell'avvio della controriforma (quando, cioè, sarà il momento di inviare il modulo per rifiutare l'adesione coatta al fondo Espero)

- il rilancio delle lotte a favore della previdenza pubblica, sicura ed equa.

 

p. l' AltrascuolA UNIcobas
Stefano Lonzar