Perseguitati a scuola:  

è questione di mobbing.

di Raffaella Lanari, dal SAM Notizie, 3/6/2005

 

Essere dei bravi insegnanti non è certo cosa facile ed è ancor più difficile esserlo quando il nostro dirigente decide che siamo un pessimo soggetto e che rappresentiamo un pericolo per la sua “autorità”.

Capita così che se un insegnante non accetta che il dirigente gli si rivolga alzando la voce, che adoperi toni intimidatori, che indica riunioni di genitori a sua insaputa, possa ritrovarsi a lavorare in un vortice di sofferenze e in un ambiente che pian piano gli diventa sempre più ostile .

L’insegnante, diventato oggetto di atteggiamenti vessatori e persecutori da parte del dirigente scolastico, non è più sicuro di quello che vuole né di ciò che ormai rappresenta.

In questa situazione avere un riferimento è di vitale importanza.

Il SAM-Gilda  del Lazio ha raccolto questo disagio, che non è certo di un singolo docente, e ha fatto un passo avanti, con la propria presenza, per dare coraggio e forza senza spaventarsi di chiamare le cose con il loro vero nome, in questo caso MOBBING.

Nella scuola è ancora fatto nuovo ma il nostro sindacato ha avuto la voglia di affrontare e sostenere una causa per comportamento mobizzante nei confronti di un collega con la speranza che situazione come quella sopra citata inizino ad uscire allo scoperto e possano con il tempo ridursi.

Questo vale non solo per i docenti, ma per tutto il contesto scuola, dove più che in ogni altro luogo di lavoro, la parola serenità dovrebbe essere la chiave di lettura di tutto il sistema complesso di relazioni soprattutto di quelle rivolte all’utenza: i ragazzi.

                                                                                                                        Raffaella Lanari