Lo Stress-Lavoro-Correlato,
il rischio oncologico e la prevenzione:
l’art. 28 del T.U. e il dirigente scolastico

Vittorio Lodolo D'Oria, Burnout, 4.10.2010.

Nello studio comparativo pubblicato su “La Medicina del Lavoro” (N° 5/04) gli insegnanti risultavano essere i professionisti più esposti al rischio di sviluppare patologie psichiatrico. La medesima ricerca dimostrò che la categoria manifestava anche la maggior incidenza di patologie neoplastiche (82% tumori al seno) rispetto ad operai, amministrativi e personale sanitario.

La relazione tra SLC e neoplasia è oramai nota, così come conosciuto è il meccanismo fisiopatogenetico che sta alla base del fenomeno: in fase di stress l’individuo produce cortisolo attraverso le proprie ghiandole surrenali (parte corticale). Il succitato ormone (che altro non è se non cortisone endogeno) determina una soppressione del sistema immunitario della persona che vede così abbassata la guardia di fronte agli agenti infettivi (es. herpes labiale) ed alla crescita delle cellule tumorali.

La conferma che le cose stanno proprio come evidenziato dallo studio pubblicato su “La Medicina del Lavoro”, è l’imponente studio prospettico californiano (Bernstein et Al.- Cancer Causes Control 09/02) su 133.479 insegnanti. Gli autori hanno concluso che l’incidenza di tumore al seno nelle docenti aumenta rispettivamente del 51% nelle forme invasive, e del 67% in quelle in situ. Nella popolazione considerata crescono anche le incidenze di altri tumori solidi (polmone e cervice uterina).

Trascurare la prevenzione dello SLC comporta serie conseguenze sui versanti psichiatrico e oncologico. L’art. 28 del T.U. prevede che lo SLC venga adeguatamente affrontato dal datore di lavoro, tenendo debito conto dell’età e del genere del lavoratore. L’età media dei docenti italiani è di 50 anni, mentre l’82% è donna. Lo SLC con le sue conseguenze neoplastiche e il periodo menopausale (che quintuplica il rischio depressivo) devono almeno essere resi noti alla lavoratrice perché possa corre ai ripari quando non è ancora troppo tardi.

Tenuto anche conto dei dati tedeschi (Weber et Al. 03/06), che imputano a patologia psichiatrica il maggior numero (53%) di prepensionamento dei docenti bavaresi, si evince che si tratta di patologie legate alla professione e non è più tollerabile ignorare la necessità di un intervento preventivo.

Tutelare la salute dei lavoratori deve rappresentare una priorità per istituzioni e parti sociali, ma in loro “assenza” il dirigente scolastico ha il dovere di intervenire senza tergiversare.