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Gli uomini della
provvidenza
Astolfo sulla Luna, 14.6.2013
È uscito in questi giorni un saggio
intitolato Grandi Illusioni in cui Giuliano Amato scopre – con lo
storico Andrea Graziosi - una scienza che i francesi avevano fondato
nell’800 e che ha contribuito in modo determinante alle grandi decisioni
dei nostri cugini d’oltralpe nel secolo scorso e in questo scorcio del
XXI secolo. Stiamo parlando della demografia, branca della statistica
applicata che ci ammonisce ormai da 40 anni sul fatto che come nazione
stiamo estinguendoci, ormai non tanto lentamente, come normalmente
invece accadrebbe ai fenomeni demografici. Il saggio contiene
un’appendice statistico-normativa fra cui ad esempio un grafico che
mostra il numero di componenti per famiglia: nel 1951 le famiglie
composte da massimo due componenti erano circa ¼ del totale, nel 2011
oltre la metà. Ciò significa che, anche considerando che un nucleo
familiare potrebbe essere composto da un genitore e un figlio, siamo ben
al di sotto del valore del tasso di fertilità (o tasso di fecondità
totale) delle popolazioni stazionarie, che è di circa 2,1 figli per
donna in età fertile. In effetti l’Italia, dopo un minimo di 1,2 alla
fine degli anni ’90, col nuovo millennio aveva visto crescere
l’indicatore in questione fino al valore di 1,42 nel 2008. La bolla dei
mutui subprime americani, e la conseguente crisi mondiale, hanno però
interrotto la serie positiva.
Ma quali sono state le grandi
illusioni italiane di cui parla il dottor sottile? Sostanzialmente
quelle di poter crescere indefinitamente, potendo garantire a tutti
diritti sociali ed economici, i cosiddetti diritti di terza generazione,
considerati diritti acquisiti a prescindere dalla loro sostenibilità
economica. Si additano il sistema delle partecipazioni statali e quello
sanitario nazionale quali responsabili del rinvio al futuro dei conti
dello spreco. E quando queste illusioni si sono manifestate? A partire
dagli anni ’70, in coincidenza proprio con l’apparire di quel fenomeno
di calo demografico che fu definito baby sboom. E perché gli italiani si
illusero in tal modo? Sembra che abbiano sempre trovato uomini politici
capaci di creare l’impressione che i nodi non sarebbero mai venuti al
pettine: Andreotti, Berlinguer, Craxi, Prodi, Berlusconi, per citarne
alcuni senza scontentare nessuno.
È interessante notare che fu
proprio Giuliano Amato, da capo del governo, a fare la prima grande
riforma delle pensioni italiane, ponendo le basi per l’introduzione
graduale del principio contributivo nel nostro sistema previdenziale. Fu
anche quello che in una notte di luglio introdusse un prelievo forzoso
sui risparmi detenuti in banca dai contribuenti italiani, senza però
riuscire ad evitare una doppia pesante svalutazione della lira. Il
politico quindi ha una ben consolidata fama da castigamatti, oltre che
la capacità di dire cose brutte in modi belli.
Quindi se è ancora l’asso nella
manica quando non si sa più a che santo votarsi, e infatti circolava il
suo nome fra i possibili candidati all’incarico di Presidente del
Consiglio dopo la rielezione di Napolitano, sembra che sappia dire
ancora qualcosa di nuovo sulla situazione italiana, sulla quale ormai
anche gli allenatori della squadra del quartiere hanno espresso il loro
parere. Il succo del ragionamento del prof. Amato, se mi è consentito
sintetizzare, è che i politici non hanno saputo o voluto accorgersi
della fossa che ci stavamo scavando, mentre gli elettori erano
affaccendati nel loro vivere quotidiano. D’altronde, se il nostro
peccato originale fu la sconfitta dell’Italia fascista da cui trasse
origine una Repubblica senza l’ambizione di pensare in grande, allora il
declino sembrerebbe un destino ineluttabile. È solo recuperando il
realismo dei piccoli passi che si può cambiare la rotta, smettendola di
credere all’uomo della provvidenza di turno, che ora magari si presenta
prefigurando scenari apocalittici per il nostro paese e per la sua
classe politica.
Un tarlo però mi tormenta: se i
nostri creduloni compatrioti sono così propensi a credere a promesse
politiche buone per ogni stagione fatte dall’illusionista di turno,
perché modificare la Costituzione proprio lì dove cerca di impedire che
un unico capo finga di realizzarle?
14 giu. '13
Astolfo sulla Luna
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