dalla Luna

 

Commento di alcuni fatti di cronaca scolastica

Astolfo sulla Luna,  30.1.2010


Alcuni fatti di cronaca relativi alla politica scolastica di questo freddo gennaio 2010. Il primo: dopo le vacanze natalizie, durante una nota trasmissione televisiva un bravo sottosegretario si produce in un attacco piuttosto aggressivo nei confronti di una precaria della scuola siciliana che aveva il torto di essersi trovata senza lavoro a causa dei tagli all’istruzione a quasi quarant’anni, sposata con due figli; il politico, dopo averci informato che, quand’era giovane lui, ingegnere di primo pelo, si alzava alle quattro della mattina e tornava a casa alle undici della sera, andando in cerca di lavoro, osserva che anche politici e giornalisti sono dei precari, e che quindi, continuiamo noi stendendo un velo pietoso sulla reale continuazione della “conversazione”, mal comune, mezzo gaudio.. Così il solerte sottosegretario prende tre piccioni con una fava: dipinge come una lamentosa fannullona la povera disoccupata-madre, trascura il fatto che i “loro” stipendi da precari sono almeno 20 volte superiori ai “nostri”, e spinge implicitamente la malcapitata interlocutrice verso un impiego “irregolare”, l’unico praticabile in periodi di crisi specialmente nella regione in cui vive. In perfetta sintonia con l’ideologia leghista, dunque: il Mezzogiorno è causa dei suoi mali e va lasciato al suo destino, un impiego qualsiasi è sempre più importante della legalità, le disparità sociali, anche se abnormi, sono comunque giustificate.

Il secondo episodio, a testimonianza della pochezza dell’ideologia di cui sopra: un tal deputato della Lega Nord il 15 gennaio ha presentato un’interrogazione parlamentare al ministro dell’istruzione in quanto il libro noto per antonomasia come “Il Diario” conterrebbe – citiamo testualmente - “un passo nel quale Anna Frank descrive in modo minuzioso e approfondito le proprie parti intime”, tale da “suscitare inevitabile turbamento” a studenti della classe quarta di una scuola primaria, considerando anche che il libro “non è inerente al programma di storia che la classe sta trattando”. Va precisato che la docente ha proposto la lettura integrale del Diario, seguita dalla visione dell’omonimo film. A parte il fatto che tutti dovrebbero sapere, e tanto più un parlamentare che sembra occuparsi di scuola, che i programmi scolastici vigenti ai tempi in cui probabilmente il deputato era studente sono stati sostituiti da indicazioni nazionali non vincolanti, è il merito dell’interrogazione che lascia letteralmente senza parole.
Ci sembra impossibile che l’onorevole non sappia che il testo incriminato è in libera vendita da molti anni ed è disponibile presso tutte le biblioteche per ragazzi. Può darsi che il deputato sia all’oscuro del fatto che il periodo di latenza sessuale tipico dell’infanzia non significa assenza delle pulsioni sessuali: infatti egli conclude la sua interrogazione chiedendo un intervento “nei confronti dei soggetti competenti, anche per proporre programmi e letture più consone all’età degli alunni.” Comunque sia, sicuramente dimostra di non sapere – a parte il fatto dei programmi – che i ragazzi non leggono ormai più quasi nulla.
Eppure al deputato non dovrebbe sfuggire il fatto che i bambini, specialmente di quell’età, passano buona parte del loro tempo da soli davanti al teleschermo. Lo sa l’insegnante, che infatti propone la visione del film, evidentemente per catturare l’attenzione degli alunni, oltreché per favorire un confronto fra il testo scritto e il mezzo cinematografico. Magari anche delle pagine incriminate, chissà.. O forse è meglio che i nostri fanciulli appena tornati da scuola guardino ad esempio Canale 5 che fra le 13,45 e le 17 propone una serie di trasmissioni altamente educative quali: un serial “mitologico” che attualizza le vicende sentimental-giudiziarie degli dei dell’antichità, abbattendo un buon numero di tabù sui quali si è retta per secoli l’etica familiare e sociale dell’Occidente, dal divieto di incesto a quello di spergiuro. Nell’intervallo fra “il poema americano” e uno sceneggiato nostrano dove – a proposito di parti intime - abbondano corpi femminili seminudi, una succosa finestra voyeuristica sul reality show più famoso del mondo. A seguire – senza nemmeno un secondo di stacco pubblicitario – uno stucchevole torneo di bulli e pupe che gareggiano ad insulti dopo aver finto di flirtare fuori studio.
A proposito di reality, ricordo che in una recente indagine a riguardo, l’80 % degli adolescenti del Nordest ha risposto che “non vede niente di male nel guardare il GF, un programma leggero che molte volte libera la mente dai problemi, anche perché ognuno guarda ciò che vuole”, e ciò nonostante sia chiaro che “si tratta di un business incredibilmente redditizio per chi l’ha messo in piedi.” Allora caro deputato, quali sono gli intrattenimenti più consoni all’età degli alunni? Siamo d’accordo sul fatto che la lettura di alcune pagine di diario a ragazzini di dieci anni vada fatta con delicatezza e ci auguriamo che chi di dovere vigili su eventuali abusi, ma non sarebbe meglio che un deputato della Repubblica che si preoccupa dell’educazione dei bambini si prodigasse perché i provvedimenti legislativi già approvati con lo scopo di creare una fascia oraria protetta nella programmazione televisiva siano realmente applicati?

Il terzo episodio riguarda la presa di posizione della ministra Gelmini sui gravi fatti di Rosarno: nel difendere la linea della fermezza contro gli immigrati irregolari assunta dal governo, la Gelmini ha affermato che la responsabilità di una situazione degenerata al punto che le forze dell’ordine hanno dovuto prendere le difese dei clandestini nei confronti della popolazione inferocita, grava sul buonismo di “certa sinistra” e sulla latitanza del “territorio”. Non vogliamo commentare queste opinioni, anche perché non solo non riguardano la scuola, ma si riferiscono ad un contesto sociale beni diverso da quello del ricco Nordest che è quello che conosciamo meglio. Ciò che invece interessa direttamente la scuola e specialmente quella del Nordest è il provvedimento preso dalla Gelmini poco dopo i fatti di Rosarno, non sappiamo se con l’intenzione di confermare la linea della fermezza anche nella scuola o di favorire l’integrazione culturale al suo interno. Ci riferiamo al limite del 30 % per classe imposto al numero di studenti extracomunitari nati all’estero, limite che opererà dal prossimo anno scolastico. Si tratta di un tentativo, assolutamente condivisibile in linea di principio, di allentare la pressione della componente studentesca non italiana nelle “scuole di confine”, quelle situate nei quartieri ad alta concentrazione di residenti extracomunitari: nel breve periodo la quota-stranieri dovrebbe essere gestita trasferendo popolazione studentesca da un istituto all’altro, il che comporterà alcuni nuovi problemi alle aziende di trasporto pubblico locali, che già sappiamo non nuotano esattamente nell’oro. Il reale effetto del provvedimento si vedrà però nel lungo periodo, quando si capirà se la quota-stranieri sarà un limite realmente rispettato, cosa che secondo logica dovrebbe essere accompagnata da un rimescolamento della popolazione nel territorio. Siccome siamo nel Belpaese, non vorremmo invece che facesse la fine delle più famose quote-latte.

30 gennaio ’10

 

Astolfo sulla Luna
 


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