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Seconda Repubblica?
Astolfo sulla Luna, 16.5.2008
Una legge pasticciata - una maialata, per rifare il verso al politichese -
passata per un soffio a fine XIV legislatura, ha modificato radicalmente
il panorama politico del nostro paese; alla sua prima – dopo le prove
generali del 2006 - preceduta dalla fusione con intenti riformatori dei
maggiori partiti del centro-sinistra, la “Calderoli” ha brutalmente
trasformato il sistema dei partiti italiani: dal pluripartitismo
moderato dei primi 40 anni di repubblica che dopo Tangentopoli ha
rischiato di trasformarsi in pluripartitismo estremo, il sistema è
passato al pluralismo semplice che - a giudicare dalle prime spartizioni
di potere - si sta velocemente materializzando in bipartitismo. Se
usciamo dal vizio del provincialismo, tipica malattia politica italiana,
e allarghiamo lo sguardo in prospettiva continentale, possiamo dire di
esserci avvicinati in termini di semplificazione del quadro politico,
alla situazione dei maggiori paesi europei: per sviluppare un confronto
parallelo sceglierei la Germania, per l'affinità dello sviluppo storico
e politico dei due paesi. Entrambi paesi ritardatari nel processo di
unificazione rispetto alle grandi potenze coloniali atlantiche, e quindi
nella creazione di un mercato interno. Entrambi protagonisti di
un'involuzione totalitaria prima o dopo il fallimento dell'avventura
coloniale. Entrambi influenzati dal comunismo sovietico, anche se l'uno
con il controllo diretto dei territori orientali, l'altro attraverso la
mediazione del più grande partito comunista dell'Occidente.
Già, i comunisti: mai esistiti
nella ex Germania occidentale, improvvisamente scomparsi dal parlamento
in Italia. Che c'entri qualcosa la clausola di sbarramento prevista
dalla legge elettorale? La clausola, creata nella Repubblica Federale
del dopoguerra per garantire la stabilità del governo nel quadro di una
salda alleanza occidentale, per molti anni escluse la sinistra radicale
dalla rappresentanza in parlamento limitando il panorama politico
tedesco a tre partiti. Introdotta surrettiziamente dopo 60 anni di vita
repubblicana nel sistema elettorale italiano (ufficialmente definito
proporzionale, ma di fatto fortemente maggioritario) ha eliminato gli
ultimi comunisti reduci da innumerevoli divisioni interne. Qui però il
parallelismo cessa: il brutale smistamento geopolitico prodotto dalla
divisione del mondo in due blocchi nel paese che aveva scatenato la
seconda guerra mondiale, trova una goffa imitazione nel terremoto
politico-mediatico di questi giorni: simbolo di ciò le surreali
citazioni contenute nel discorso programmatico del nuovo presidente del
consiglio in occasione della fiducia al Senato, oppure l'insediamento di
un improbabile governo ombra dell’opposizione. Entrambi gli
"schieramenti", dimentichi già il giorno dopo delle promesse elettorali,
si lanciano in rischiosi abbracci bipartisan tesi a stravolgere la forma
di governo costituzionalmente vigente ma già di fatto, a giudicare dalle
cronache giornalistiche, superata nella prassi. Intanto i mass media
alimentano le aspettative di "sicurezza" dei cittadini, ben sapendo che
i vincoli comunitari impediranno - fortunatamente - buona parte delle
"misure" promesse dell'unico vero vincitore della campagna elettorale:
il partito secessionista.
Si può parlare in questo quadro di
seconda repubblica? I costituzionalisti amano ricordare che una società
adotta un vero cambiamento istituzionale solo in caso di eventi
traumatici, quali possono essere una rivoluzione, una guerra di
liberazione, una grave sconfitta. Così ad esempio il passaggio alla V
Repubblica francese dopo la guerra d'Algeria. Oltremanica il Bill of
Rights risale ad oltre tre secoli fa, ai tempi della Glorious
Revolution: dopo di allora l'assetto costituzionale britannico non è più
mutato nella sostanza…
Se è così dobbiamo forse aspettarci
nel prossimo futuro qualche evento traumatico? Oppure è meglio
concludere che i fatti di questi mesi sono solo i segnali più evidenti
del lento e progressivo declino della nostra società e quindi delle
nostre istituzioni. Sia come che sia resta il dovere degli insegnanti e
della società adulta più in generale di educare i nostri giovani ai
valori della Costituzione repubblicana.
Mestre, 16 maggio ’08
Astolfo sulla Luna
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