La parità scolastica e gli
esami di Stato.
Commento alla Sent. 19 giugno ’07, n. 220 della Corte costituzionale.
Astolfo sulla Luna, 27/6/2007
La Consulta – con tempismo degno di una lontana “notte prima degli esami”-
nel confermare la norma (art. 14 co. 5 d.lg. n.226/05) che dispone
l’eventuale costituzione di commissioni d’esame per i candidati esterni
eccedenti il limite del 50 % soltanto presso gli istituti statali e non
anche presso gli istituti paritari, circoscrive la sua validità alla “sola
ipotesi in cui la domanda dei privatisti assuma tale rilievo quantitativo
da non poter essere soddisfatta mediante l’ordinaria ripartizioni tra le
commissioni d’esame esistenti presso le scuole paritarie e statali.”
Questa deroga al principio di parità
– prosegue la sentenza - non è irragionevole, perchè evita che “le scuole
paritarie diventino sede privilegiata di esami a scapito della serietà
dell’esame di Stato” ed inoltre “risponde alla finalità di distribuire in
modo più razionale sul territorio la domanda eccedente il limite sopra
ricordato, atteso che le scuole statali – presso le quali esistono oramai
tutti i percorsi formativi – sono più numerose e più diffuse di quelle
paritarie.”
Vengono infine ribaditi i seguenti
principi:
a) non sussistono violazioni al
principio di parità né alla libertà di scelte educative della famiglia
essendo stata esclusa l’esistenza della discriminazione fra scuole
paritarie e statali rispetto al trattamento dei candidati esterni;
b) la libertà di iniziativa privata
dei gestori di scuole paritarie è garantita nei limiti della parità del
“trattamento scolastico equipollente” (art. 33 co. 4 Cost.) e che quindi
la scuola paritaria non rileva come impresa quando sono in questione le
modalità di svolgimento degli esami”;
c) la cosiddetta sussidiarietà
orizzontale (art. 118 Cost.) non implica che “le scuole paritarie sono
senz’altro legittimate ad eseguire sempre esami di Stato a beneficio di
chiunque, senza esserne ‘alunno’, chieda di svolgerli presso di esse.”
La sentenza inoltre solleva il problema dell’accertamento del possesso dei
requisiti di “qualità ed efficacia del servizio scolastico” previsto per
le scuole paritarie dall’art. 1 co. 2 della l. n. 62/2000, che è – a
quanto ci risulta – costantemente disapplicato: aldilà degli adempimenti
burocratici per ottenere l’autorizzazione Ministeriale e regionale, non
sembra infatti che venga “sottoposta a verifica la permanenza di tali
requisiti a mezzo di una costante e capillare attività di vigilanza, pure
prevista dal co. 6 del medesimo art. 1”.
Ma se la decisione dell’Alta corte è
senz’altro un notevole passo avanti per ristabilire la serietà della
certificazione finale del “prodotto formativo”, che negli ultimi anni
aveva subito un notevole contraccolpo, il problema più spinoso della
parità scolastica e del “servizio di istruzione” in generale è proprio
quello della qualità in itinere del processo educativo, data la
situazione in cui versa l’Istituto nazionale di valutazione del sistema
educativo di istruzione e formazione (Invalsi) e le sue rilevazioni
trasformate ultimamente in indagini campionarie. Si ricorda infatti che
l’istruzione è un bene le cui caratteristiche qualitative non sono
conoscibili a priori (ossia prima del suo utilizzo), ma si rivelano
durante la sua “fruizione” se non addirittura dopo il completamento del
curricolo di studi. La natura particolare di questo bene, intuita
chiaramente dagli economisti classici, a partire da Adam Smith, ma ben
presente fin dagli albori dell’economia civile, rende necessario non solo
l’intervento della “mano pubblica” per la sua erogazione, ma anche la
messa a disposizione di una serie di strumenti informativi per “l’utenza”,
affinché sia messa in grado di riconoscerne il valore effettivo, e non
solo in termini di realizzazione professionale.
Dunque, la sentenza va nel senso
giusto, e speriamo venga confermata da una reale inversione di tendenza
nell’esito degli esami 2007, che grazie alla maggiore imparzialità delle
commissioni, dovrebbero inviare segnali più credibili verso imprese ed
istituzioni di alta formazione, riguardo all’effettiva preparazione dei
candidati. È troppo presto per vedere i risultati, ma è già il momento per
progettare esperienze formative efficaci per il prossimo anno scolastico.
Mestre, 27 giugno ’07
Astolfo sulla Luna
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