dalla Luna

 

Il muovo Esame di Stato. Un segnale positivo?

di Astolfo sulla Luna,  31/1/2007


Leggo sul nostro sito che … “La prima legge del 2007, la n. 1 dell’11 gennaio, è riservata al mondo della scuola”. Si tratta di un segnale positivo per “quel mondo”? E’ veramente in controtendenza rispetto all’allarme suscitato dalla finanziaria delle promozioni facili, che, fra le altre iniziative, ha fatto scattare l’Appello contro la catastrofe pedagogica partito dai nostri colleghi padovani?
A scorrere il dispositivo della legge, essa appare come un ritorno al passato, relativamente recente, dell’Esame di stato Berlingueriano. Sembra in realtà passato un secolo, non solo come datazione, ma proprio rispetto al clima che si respirava nella scuola, quando nell’anno scolastico 1998-99 fu introdotto quell’esame che andava a sostituire il glorioso esame di maturità, apparso in via “sperimentale” vent’anni prima. Come sempre le opinioni erano discordi, soprattutto sull’introduzione della terza prova, la previsione normativa della cosiddetta “tesina” per il colloquio, la rigida predeterminazione del punteggio d’esame e l’aumento del numero dei commissari interni, reso pari a quello degli esterni.
A prescindere dalla positività o meno dei giudizi, quell’esame era comunque percepito come una novità, destinata ad incidere in qualche modo sul curricolo scolastico delle superiori, della cui Riforma complessiva formava appunto un tassello. Quelli come me – che dall’anno di entrata in ruolo non avevo perso un giro – e che avevano assistito alla lenta agonia dell’esame di maturità, riuscivano ad intuirne la struttura rigorosa ed innovativa. Poi venne il concorsaccio e … tutto quello che sappiamo.
Col senno di poi è facile individuare le continuità fra la mancata Riforma Berlinguer e la Riforma Moratti tuttora in vigore, ed è meglio risparmiarcene il lungo elenco. Tuttavia, se ci è concesso notare almeno una differenza, questa è appunto rappresentata dall'Esame di Stato: il quinquennio targato Moratti nel comparto della secondaria superiore è stato infatti caratterizzato - aldilà della Riforma ancora da applicare - da due provvedimenti adottati con la finanziaria del 2002: le cattedre portate a 18 ore di insegnamento effettivo e l'eliminazione dei commissari esterni a struttura dell'Esame di Stato invariata, cosa che ne ha snaturato completamente il significato.
Dunque, il ritorno sostanziale alla struttura originaria dell'Esame, parrebbe un segnale di serietà e di rigore, essendo inoltre accompagnato dall'eventualità della non ammissione e dall'obbligo di sanare i debiti pregressi.
Tutto bene allora? Dipende, e questa volta la direzione del cambiamento è tutta nelle mani del corpo docente; per intenderci, ho sentito in questi giorni ripetere in Sala Insegnanti una frase emblematica: "In fondo anche gli esterni sono colleghi come noi, capiranno…".
Ma capiranno cosa? Che nel mondo della scuola è ormai in atto da tempo l'inarrestabile caduta nel gorgo dell'analfabetismo di ritorno? Che abbiamo da un pezzo abbandonato ogni tentativo di trasmettere brandelli di cultura ai nostri allievi? Che ci siamo definitivamente rassegnati ad accompagnare adolescenti nel supermarket dei progetti interni o nel lunapark delle iniziative esterne?
Per la precisione, usando le parole del nostro coordinatore nazionale - apparse nel numero di gennaio ’07 di Professione Docente - "il nodo non è la scolarità ma i livelli di apprendimento". Nel caso dell'Esame di Stato 2007 mi pare che i livelli di apprendimento dipendano molto semplicemente dalla nostra buona volontà nel condurre in modo rigoroso questo finale d'anno scolastico. E questo a prescindere dalla direzione presa dai governi di "alleggerire i contenuti per allargare la scolarità".
E' banale infatti osservare che gli apprendimenti reali non dipendono solo dai contenuti ma anche dai metodi utilizzati: ora, sappiamo che un buon metodo costa fatica da parte dell'insegnante e che - in effetti - non è un periodo in cui ci diano particolari incentivi per far bene il nostro lavoro.
Tuttavia credo che percentuali di promossi e di votazioni ancora più elevate - a fronte magari di valutazioni esterne al sistema stazionarie o addirittura in peggioramento - finirebbero per diventare un gran brutto segnale per la nostra scuola. E quindi per il nostro paese.

Astolfo sulla Luna


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