dalla Luna

 

La nuova politica scolastica: dal cacciavite ai bulloni.

Astolfo sulla Luna,  10/9/2007


È forse troppo presto per giudicare gli ultimi provvedimenti del ministro Fioroni, dall’innalzamento dell’obbligo scolastico alla nuova regolamentazione dei provvedimenti disciplinari nei confronti dei docenti, tuttavia desta impressione il maggior impatto delle novità apparse in prossimità dell’inizio di questo anno scolastico. Le consuete dichiarazioni di “buon lavoro” per gli addetti e “in bocca la lupo” per gli studenti, sono state infatti accompagnate da robuste modifiche all’ordinamento scolastico, sia sul piano didattico che organizzativo. Viene da pensare che il ministro abbia voluto approfittare della risonanza che inevitabilmente in questo periodo i mass media danno alle notizie provenienti dal mondo della scuola: quale miglior momento infatti per prendere provvedimenti punitivi nei confronti dei docenti scansafatiche se non l’inizio della scuola? Quale occasione più propizia per rendere pubblica la decisione di posticipare la scelta fra scuola e lavoro, se non l’avvio di un nuovo anno scolastico?

Possiamo quindi concludere che il ministro Fioroni è passato dalla fase di riflessione sul da farsi con aggiustamenti quasi impercettibili all’ordinamento scolastico, alla fase dell’azione concreta di riordino del sistema secondo i principi già contenuti nel programma dell’attuale coalizione di governo?

Come dicevo all’inizio, non è facile fornire argomenti razionali a questa impressione di una accelerazione, ma ci proverò ugualmente: a prescindere dal giudizio sull’opportunità o meno di prevedere un’efficace normativa per limitare alcuni comportamenti lesivi della dignità e dei diritti degli studenti, comportamenti che – pur adottati da pochissimi docenti – purtroppo esistono, ritengo che una opinione circostanziata sul recente provvedimento adottato dal consiglio dei ministri, debba partire dall’analisi delle fattispecie che autorizzano il dirigente scolastico a sospendere provvisoriamente dal servizio il docente che le avesse poste in essere. In altre parole, sono ben noti nella nostra professione i comportamenti che dal punto di vista deontologico, professionale e umano, devono essere accuratamente evitati, e questo perché sono dannosi non solo per gli studenti coinvolti, ma anche per tutta la comunità scolastica.

Ora, bisognerà vedere, alla prova dei fatti, se le fattispecie previste dal decreto legge (art. 3) al cui avverarsi scatterebbe il provvedimento disciplinare dirigenziale, combaciano con i comportamenti predetti o, come nel caso della vecchia normativa, si limitano alla verifica di adempimenti puramente formali. Altra questione, nel caso la nuova normativa sia realmente efficace nell’individuare i comportamenti di cui sopra, sarebbe importante verificare se essa prevede procedure per scoraggiare eventuali abusi di potere da parte dei dirigenti scolastici: a tal proposito, ritengo che sarebbe ottima cosa costituire una sorta di commissione di garanzia, formata da docenti “anziani” eletti dal collegio, con il compito di “ratificare” il provvedimento del dirigente. Ma qui mi sto spingendo oltre…

Per concludere su questo punto, vorrei ricordare che già agli albori la Gilda degli Insegnanti si pose la problematica del “demerito” professionale, inteso come quello standard qualitativo minimo di prestazione lavorativa, al di sotto della quale un docente è meglio che cambi lavoro!

Ancor meno si può dire della bozza di regolamento sull’innalzamento dell’obbligo, uscita questa estate, di cui non esiste mentre scrivo la versione definitiva. Il documento tecnico allegato individua percorsi di sperimentazione che si affiancano agli attuali ordinamenti del biennio, lasciandone intatta la differenziazione curricolare, almeno fino al 2009/10. Tuttavia accenna al possibile utilizzo delle quote di flessibilità nell’ambito dell’autonomia scolastica. Fa riferimento inoltre al quadro europeo delle qualifiche e dei titoli di studio, richiamando le competenze chiave di cittadinanza e individuando quattro assi culturali che integrano ciascuno diverse “discipline affini”. Vuote formule? Svolta epocale? Sicuramente troppo presto per dirlo, anche se resta l’impressione che il ministro stia cambiando attrezzo passando dal cacciavite alla chiave inglese: non vorrei però che, tolte le viti, Fioroni decidesse di mettere i bulloni!



Mestre, 10 settembre  ’07

Astolfo sulla Luna
 


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