L'intervento

Vacanze troppo lunghe?

Pasquale Almirante, La Sicilia 29.3.2015

Hanno sollevato un polverone le parole del ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, che ha sostenuto che tre mesi di vacanza per i ragazzi sono troppi, allineandosi così con quanto ripetuto dai precedenti governi di destra che però, con meno ipocrisia, puntavano direttamente al cuore del problema e cioè colpire i docenti. «Un mese di vacanza va bene, un mese e mezzo; ma non c'è un obbligo di farne tre. Magari uno potrebbe essere passato a fare formazione. Una discussione che va affrontata»: ha specificato Poletti. E infatti la questione riguarda i prof, non i ragazzi che per l'industria del turismo sono una risorsa, e non solo perché si spostano in modo autonomo, ma anche perché sono sempre a disposizione delle famiglie che possono programmare le ferie da giugno a settembre. Tant'è vero che l'Anp, l'associazione più rappresentativa dei dirigenti scolastici si è detta d'accordo, ma su un fronte più segnatamente didattico: «Da anni, più o meno dai primi anni '90, noi presidi chiediamo che ci siano piani intelligenti per l'utilizzo della risorsa scuola durante l'estate per corsi di sostegno e recupero, per corsi di formazione particolari, per ospitare iniziative di giovani diplomati in cerca di lavoro. Poletti è l'ennesimo ministro che si pronuncia sulla questione, ma mai, finora, alle parole hanno fatto seguito prassi organizzative coerenti».

Che fare allora: a zappare o a studiare? In entrambi i casi nessuno ha detto che i docenti sarebbero esclusi, anzi toccherebbe proprio a loro caricarsi la soma e accogliere, sia con corsi di formazione lavoro e sia con approfondimenti didattici, gli alunni a scuola, purché questi mitici tre mesi di vacanza estiva venissero ridotti a uno solo. Potrebbe essere una proposta interessante se venisse fatta con sana intenzione e per il bene comune, pagando il lavoro straordinario e dotando gli istituti scolastici di quelle attrezzature idonee a superare la canicola. Nello stesso tempo, però, si dovrebbe dire con onestà intellettuale che il nostro corpo docente lavora di più di quello europeo, ma viene molto meno retribuito e molto meno formato e con troppa approssimazione reclutato, mentre in termini di strutture, sostegno e assistenza è lasciato a se stesso. In Europa, inoltre, le vacanze sono diluite nell'intero anno, le ore sono anche di 45 minuti e il sabato è libero per tutti, ma i prof hanno considerazione sociale e nessuno si permette di metterne in dubbio la serietà, la preparazione e l'impegno.