Vicepresidi e staff, cosa accade se slitta la riforma? di Anselmo Penna, Orizzonte scuola 6.3.2015 La riforma sarà trasformata da Decreto d'urgenza a Disegno di legge, togliendo qualsiasi certezza di attuazione, anche se il Governo ha dato una tempistica. Ieri, sia il Sottosegretario Faraone che il Primo Ministro Renzi hanno dato delle tempistiche per l'attuazione della riforma, oltre la quale scatterà il Decreto d'urgenza. Il Sottosegretario ha parlato di Aprile. Insomma, Renzi ha garantito ai docenti precari che saranno assunti in ruolo per tempo e che la riforma sarà comunque varata. La parola passa, adesso, al Parlamento. Tra i provvedimenti che hanno fatto molto discutere c'è la questione degli esoneri e semiesoneri dei collaboratori del Dirigente. Questione spinosa, dato che la Legge di Stabilità li ha aboliti, in vista dell'attuazione dell'Organico funzionale (o dell'autonomia). Organico incluso nella riforma e che vede confluire all'interno i vicepresidi e lo staff dirigenziale, che si occuperà di compiti diversi dall'insegnamento. Cosa accadrebbe, però, se per un motivo o per un altro, la riforma della scuola non venisse approvata? A dircelo, lo stesso comma 329 della legge di stabilità, che recita "A decorrere dal 1º settembre 2015 e in considerazione dell'attuazione dell'organico dell'autonomia, funzionale all'attività didattica ed educativa nelle istituzioni scolastiche ed educative, l'articolo 459 del testo unico di cui al decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, è abrogato." Si comprende benissimo, che l'abolizione degli esoneri obbedisce all'attuazione dell'organico funzionale: no organico funzionale, no abolizione. Semmai, il problema, riguarderebbe il mancato risparmio dal taglio degli esoneri, che ammonta a regime a 102.783.165,14 di euro che dovranno essere recuperati in altro modo. |