#riformabuonascuola alla resa di conti:
Renzi convoca Giannini
Alessandro Giuliani, La Tecnica della Scuola 10.3.2015
Nella serata del 10 marzo, il premier ha ricevuto il ministro a Palazzo Chigi. Poi è stata la volta dei componenti delle commissioni di competenza del Pd. Sono stati smussati i punti più delicati del disegno di legge che arriverà in CdM il 12 marzo: come gli scatti di merito, le detrazioni per le scuole paritarie, la valutazione e la formazione del personale. La new entry è l’ipotesi della chiamata diretta dei docenti, da affidare ai “presidi-sindaci”.
La riforma arriverà in Consiglio dei ministri il 12 marzo, ma le ultimissime modifiche e integrazioni al testo si stanno realizzando in queste ore. La sera di martedì 10, il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini è andato a colloquio a Palazzo Chigi con il con il premier Matteo Renzi per un confronto: l’evento, annunciato, è servito a definire più di un punto ancora incerto del ddl. Ma più di tutto, probabilmente, è stato decisivo per decidere la linea da assumere sulle assunzioni dei precari: se, come probabile, il disegno di legge non dovesse rispettare i tempi di approvazioni imposti da Renzi, le immissioni in ruolo del 2015 non dovrebbero superare le 50mila unità. Una cifra di poco superiore al turn over
naturale. La cifra non è da poco, ma se si paragono a quella che il Governo ha incluso nella prima versione della Buona Scuola (quasi 150mila assunzioni) è davvero deludente.
Certo, il resto delle assunzioni si faranno a ddl approvato, con l’avvio del sempre più fantomatico organico funzionale: ma, al di là di tutto, si tratta comunque di una spalmatura su più anni e non di certo di quell’abbattimento della “supplentite” (per dirla alla Renzi) tanto sbandierata dal Governo per diversi mesi.