Ma quanto costa la scuola «gratuita»?
Impossibile dirlo
di Luisa Ribolzi, Il Sole 24 Ore
31.3.2015
Una precisazione: l’intera vicenda che sto per narrare ha tratti surreali, e quindi la narrerò in forma di diario. Preciso che io non sono un’economista, ma non sono neppure del tutto sprovveduta, e viste le difficoltà che ho incontrato, spero vivamente che questa mia provocazione, oltre a trovare un orecchio attento fra le famiglie delle scuole paritarie, mi faccia pervenire dei dati più certi rilevati da chi, invece, di queste cose si occupa e ne capisce.
Domenica 15 marzo
Esce su un quotidiano on line un mio contributo sulle scuole paritarie. La sera, ceno in caso di amici che hanno ospiti la figlia (docente di inglese in un istituto tecnico statale) e il genero (funzionario di banca). Hanno tre figli, una ragazzina che fa la terza media e due gemelli che fanno la quarta elementare, in una scuola cattolica, scelta per coerenza con l’impostazione educativa della famiglia, perché consente una maggiore partecipazione al progetto educativo e anche – comprensibilmente – perché l'ambiente è più tranquillo e gli orari più compatibili con quelli familiari. Hanno letto il mio articolo e si sono appassionati all’idea di capire meglio quanto in realtà costa loro la scuola per i figli: fino a quel momento, pensavano che costasse solo le rette, in totale 10.600 euro l’anno (5.000 euro per la media, 7.000 per i due bambini alle elementari, meno
uno sconto standard di 700 euro che la scuola fa per ogni figlio successivo al primo). Si tratta, mi si dice, di valori medi per le scuole milanesi. Non avevano pensato che a questa cifra andavano aggiunte la mancata fruizione del servizio statale e la parte delle tasse che pagano e che viene utilizzata per la scuola. Mi sono impegnata a trovare i valori corrispondenti e a far avere loro qualche dato.
Lunedì 16 marzo
Per calcolare i valori che ho sconsideratamente promesso ai miei giovani amici, mi serve di sapere quanto hanno speso, in valore assoluto, lo Stato e gli enti locali per la scuola nell’ultimo anno in cui i dati sono disponibili, e quante sono le persone dalle cui tasche escono questi soldi. Il secondo dato, con l’aiuto di un collega, lo recupero rapidamente: i contribuenti in Italia nel 2012 erano 40,314 milioni, ma decido di limitarmi agli occupati 22,320 milioni. Recuperata questa informazione, inizia la ricerca dell’ammontare della spesa pubblica per la scuola. La consultazione del sito Istat e dei dati Ocse mi fornisce un cospicuo numero di percentuali, sulla spesa pubblica e sul Pil, ma poco o nulla sull’entità complessiva della spesa e sulla sua ripartizione, da cui ritengo peraltro che si ricavino le percentuali e la spesa pro capite. Non riesco invece a
trovare un unico numero, sia pure un po’ approssimato, che mi dica quanto costa in soldoni ai cittadini la scuola gratuita.
Martedì 17 marzo
Decisa a non demordere, mi avvicino con il dovuto rispetto ai conti dello Stato e delle amministrazioni pubbliche, dove trovo la spesa per l’istruzione nel 2012 delle province e dei comuni, circa 8mila milioni di euro, senza ulteriori precisazioni. Dalla relazione della Corte dei conti sulla spesa pubblica, ricavo anche i costi dello Stato per il personale della scuola nel 2011: 29.274,8 milioni di euro (escluse, parrebbe, le supplenze brevi). Continuo per un paio d’ore a “googlare” nel sito Miur, di nuovo sull’Istat, e poi genericamente qua e là (mi accontenterei anche di un articolo di Rizzo e Stella), poi cedo le armi, e sfruttando le mie relazioni personali telefono a un’amica che lavora al ministero e costituisce spesso il preparatissimo, cortese e biecamente sfruttato oggetto delle mie richieste. Mi conferma che il numero magico da me cercato, così sui due
piedi, non c'è, ma va costruito, e mi promette che cercherà di accontentarmi.
Da mercoledì 18 marzo a mercoledì 25 marzo
Continuo nei ritagli di tempo la mia ricerca, e intanto ricevo dal Miur un dato consuntivo ufficiale per il 2011, utilizzato – ritengo – anche per calcolare i dati forniti all’Ocse. Il totale è di 52.366, 18 milioni di euro per infanzia, primaria e secondaria, spesi dall’amministrazione centrale, dalle regioni, dai comuni e dalle province. Per lo stesso anno, i dati forniti dal Miur a Marco Lepore e Paola Guerin per il libro che ho curato con Vittadini (Sos Educazione. Statale, paritaria: insieme per una scuola migliore) danno un totale di spesa pubblica per la scuola pari a 59.766 mila milioni di euro: poiché nel frattempo ho molestato altri amici che lavorano in diverse e autorevoli istituzioni, ipotizzo che i costi dell’amministrazione centrale siano esclusi dalle voci relative ai diversi ordini di scuola, e che almeno parte della differenza sia dovuta appunto ai
costi per il ministero. Il Rapporto sulla scuola in Italia 2010 della Fondazione Agnelli, che viene considerato assai affidabile, stima tutta una serie di altri costi, tra cui quelli che le scuole dovrebbero sostenere se pagassero l’affitto e dettaglia in modo assai articolato tutte le spese per studente, ma non arriva, ovviamente, al 2011. In più, i loro dati non concordano con nessuno di quelli che ho citato, e nemmeno con quello che ottengo calcolando il 4.6% del Pil indicato dall'Ocse.
Venerdì 27 marzo
Getto la spugna. Questa lunga e, lo ammetto, dilettantesca ricerca non mi consente di rispondere alla domanda: ma quanto spende lo Stato per dare ai suoi cittadini la scuola “gratuita”, pagata attraverso la fiscalità generale? Una risposta non c'è, e se c'è io non l'ho trovata: ma mi piacerebbe che ci fosse, sia pure di massima, perché solo così sapremmo se spendiamo troppo o troppo poco, anche in confronto agli altri paesi. In attesa di informazioni più precise, e sia pure con stime largamente approssimate, posso però dire ai miei amici che nel 2011 portare un ragazzo dalla scuola materna alla laurea (16 anni) costava allo Stato 101.641 euro. Se scelgono di tenere i loro tre figli nelle scuole paritarie, oltre a spendere in rette più o meno 150mila euro, rinunceranno a riceverne dallo Stato circa 300mila. In più, ogni anno dai loro stipendi dovranno detrarre circa
4.500 euro, cioè la parte di tasse che ogni lavoratore destina alla scuola (anche questo è un dato approssimativo, ma giusto per farsi un’idea) in tutto più o meno 70.000 euro. Diplomarli costerà circa 520.000 euro o, se ci limitiamo ai soldi realmente spesi, e non anche a quelli dei servizi non fruiti, circa 200mila euro. Se si mandano i figli alla scuola statale, portarne tre al diploma costa circa 70mila euro (calcolati sulle tasse), a fronte di 300mila euro spesi dallo Stato. No comment…