La “buona scuola” non parte: Pasquale Almirante, La Tecnica della Scuola 23.3.2015
L’iter della riforma della scuola non inizia e nessuno sa dire quando il dibattito alla camera avrà luogo. Da quel 10 marzo, quando la “palla” sarebbe dovuta passare nelle mani del Parlamento” ad oggi tutto sembra fermo Anche Il Fatto Quotidiano sottolinea che il passaggio dal decreto al ddl mette a rischio la fattibilità della riforma entro l’inizio del prossimo anno scolastico. Fare presto, si era detto e promesso, ma 15 giorni sono già andati persi in attività preparatorie. In ogni caso, pare di capire, che sul testo approvato dal Consiglio dei ministri, sono pronti vari emendamenti di chi vorrebbe, secondo il proprio punta di vista, migliorare la riforma. Fra i temi caldi la faccenda relativa all’esclusione degli idonei nelle immissioni in ruolo, mentre da Forza Italia c’è pronto un emendamento sulla chiamata diretta da parte dei dirigenti scolastici e il Movimento 5 stelle ha da discutere una sorta di “controriforma” presentata pochi giorni fa. Tanti temi caldi su cui si aprirà un dibattito, ma che nello stesso tempo portano con sé tempi lunghi. “È davvero difficile che si riesca a chiudere nelle scadenze prefissate”, conclude un membro della VII Commissione. “Per un ddl così complesso ci vogliono non meno di due mesi”. Ma la riforma, fa notare Il Fatto, non è stata ancora calendarizzata, e ad aprile ci sono anche le feste di Pasqua. Il 31 maggio, termine ultimo per permettere al Miur di attivare il complesso meccanismo delle immissioni in ruolo, è vicino. Per questo, fra i banchi del Parlamento, prende corpo un’ipotesi sulle tanto attese assunzioni: tutte potrebbero essere fatte entro settembre, ma solo per i posti vacanti (50mila circa) su ruolo economico (cioè subito operative), le altre su posto giuridico (assunti sì, ma in cattedra solo dal 2016). Con buona pace degli organici funzionali e della riforma, almeno per quest’anno. |