LA STORIA

Prof licenziato per scarso rendimento
Il preside: «Così tutelo gli studenti»

Il caso in un istituto tecnico veneto. Le famiglie approvano, i sindacati attaccano: clima di paura

di Andrea Pasqualetto ,  Il Corriere della Sera scuola 7.3.2015

MONTEBELLUNA (Treviso) - Due anni fa hanno scovato la truffa di Davide G., cinquantaduenne dirigente amministrativo, silurato per aver messo le mani nelle casse della scuola, 197 mila euro e un conto in Svizzera; l’anno scorso è stata la volta di Fernando C., 55 anni, maestro elementare sospeso per maltrattamenti nei confronti degli alunni; ora hanno beccato L., altro ultracinquantenne docente di educazione tecnica dell’Istituto superiore Einaudi Scarpa di Montebelluna, duemila studenti, una cittadella dell’istruzione sulla Pedemontana veneta.

Docente di ruolo, L. è stato licenziato in tronco per manifesta incapacità: «Protratto scarso rendimento». Non per ragioni disciplinari, dunque, ma per imperizia. «Questo l’ho firmato io ma è il frutto di un lavoro di squadra - spiega Gianni Maddalon, il preside che guida oltre all’istituto superiore anche un asilo, una elementare e una media -. Siamo un branco di 12 dirigenti usciti dall’ultimo concorso che agisce insieme, scambiandosi informazioni e procedure. Lo scopo è garantire la qualità della scuola. Controlliamo un bacino di ventimila studenti».

Branco, informazioni incrociate, controlli. Parole che fanno venire i brividi al sindacato. «Questo sistema mi spaventa perché attiva un clima di sfiducia, di tensione, di paura - si scalda Marta Viotto, segretario generale provinciale della Flc-Cgil -. E mi spaventa che il preside dica che ha avuto coraggio e che la gente si complimenti con lui». Già, a Montebelluna Maddalon è diventato un piccolo idolo. Gli tirano pacche sulle spalle, lo incitano, lo difendono. E lui, persona disciplinata e aria professorale, ne spiega le ragioni nascoste: «Lo fanno anche perché hanno capito che sto rischiando». In che senso? «Se dovesse andarmi male, cioè se il docente dovesse essere reintegrato pagherei i danni di tasca mia, perché questo prevede la legge. Danni erariali, d’immagine, di stipendi mancati». Il preside ricorda che ha famiglia, tre figli, un mutuo e uno stipendio di 2.600 euro al mese. «Con la responsabilità di 4mila studenti», puntualizza.

Dalle famiglie, che peraltro avevano segnalato per prime lo strano caso del professor L. per via degli errori di valutazione degli studenti, viene naturalmente un plauso. «Gode della mia piena fiducia, è molto capace e ha fatto il suo dovere», lo ringrazia Antonio Spader, del Consiglio d’istituto. Frena gli entusiasmi il Provveditore dell’Ufficio scolastico provinciale, Giorgio Corà: «Prendo atto che è stato usato uno strumento del nostro ordinamento ma non mi piace quando sento dire che si sta facendo pulizia».
Maddalon racconta così la difficile decisione che ha dovuto prendere: «Non ho dormito la notte ma alla fine ha prevalso l’interesse generale. Mi spiace molto per quel professore». Dice che la responsabilità della scelta era ricaduta su di lui, dopo che l’ispettore dell’Ufficio scolastico regionale aveva certificato l’incapacità ripassandogli la palla, diventata pesantissima. Questa è infatti la procedura da quando è entrato in vigore il decreto dell’ex ministro della pubblica amministrazione Renato Brunetta che ha integrato il Testo Unico del 1994 in materia d’istruzione.

Rimane il caso umano di un professore rimasto senza lavoro a più di cinquant’anni. L’umiliazione, lo scherno, lo stipendio che viene a mancare. Era entrato in ruolo nel 2007 ma poi aveva cambiato materia d’insegnamento. «Ci possono essere momenti difficili in 42 anni di lavoro - gli corre incontro Viotto -. Cos’ha fatto la dirigenza per lui? Nulla». L. è stato anche sfortunato. In genere il docente inadeguato viene spostato di mansione, passa dalla cattedra a un ruolo amministrativo. C’è però una condizione minima e indispensabile che deve esistere: il sì della Commissione sanitaria all’inidoneità per ragioni di salute. «Ma nel suo caso i dottori non hanno riscontrato problemi di questo tipo». E così non è rimasto che il giudizio di Maddalon, il quale ha dovuto decidere come uno sceriffo della scuola. Lui e la sua squadra vanno avanti su questa linea: «Ne stiamo controllando un altro».