Formazione obbligatoria: Reginaldo Palermo, La Tecnica della Scuola 20.3.2015
Lo prevede il disegno di legge sulla scuola. La disposizione sta scritta nell'articolo 10 del provvedimento ed è chiarita e specificata nella relazione tecnica. La novità è di tutto rilievo anche perchè - a conti fatti - si traduce in un maggiore impegno di lavoro, quasi certamente non retribuito, di almeno 50 ore annue. Il Ministero, infatti, ha già addirittura ipotizzato un "modello" formativo così articolato: 1) Condivisione del percorso formativo (incontri di accoglienza e fine corso per la durata complessiva di 5 ore a gruppi di massimo 250 docenti); 2) Laboratori formativi dedicati (4 laboratori dedicati ad approfondimenti di 3 ore ciascuno a gruppi di massimo 30 docenti e 4 ore di autoformazione e rielaborazione dell’esperienza); 3) attività peer to peer (5 ore di affiancamento di ciascun docente ad un tutor della scuola per scambio di esperienze tra pari e 4 ore di autoformazione e rielaborazione dell’esperienza); 4) formazione on-line (20 ore di formazione on-line su piattaforma informatica). Il costo complessivo, coperto da un apposito stanziamento che decorrerà dal 2016, è stimato in una cifra di poco inferiore a 40miioni di euro. Qualche osservazione è d'obbligo. Parliamo per esempio della fase del percorso formativo relativa all'accoglienza e al fine corso. Si prevede che sia diretta a 250 insegnanti riuniti in un unico locale. Forse al Ministero non sanno che nelle aree più periferiche non esistono scuole con locali di tali dimensioni e se anche la scuola riuscisse procurarselo (ma l'affitto da chi verrebbe pagato) si presenterebbe subito un altro problema: i partecipanti al corso dovrebbero forse raggiungere la sede del corso pagandosi le spese di viaggi di tasca propria? Senza considerare che per i relatori viene previsto un compenso orario di 40 euro (attualmente è di circa 41,50) ma non sono considerate neppure per loro le spese di viaggio. Per l'attività peer to peer e per il tutoraggio sono previste somme pressochè simboliche che non serviranno di certo a motivare gli insegnanti migliori. |