Le scuole tecniche chiudono il primo ciclo Pasquale Almirante, La Tecnica della Scuola 17.3.2015
A giugno i primi diplomi negli istituti tecnici del riordino della Gelmini che chiede insieme a Centemero il rilancio di questa istruzione: finora nessuno ne ha monitorato i percorsi Rilanciare l’istruzione tecnica dovrebbe essere dunque, per Gelmini e Centemero, una delle priorità di questa governo che dovrebbe pure pensare al momento in cui si uscirà dalla crisi e quindi le industrie avranno bisogno di tale personale. Dal 2010 a oggi, sottolinea Il Sole 24 Ore, c’è stato un calo dei ragazzi che hanno scelto i tecnici (dal 33,5% al 30,5% del totale iscritti alle superiori). Frutto di mancata attenzione da parte degli ultimi Governi: Maria Chiara Carrozza, in ossequio alla spending review, ha soppresso la cabina di regina ministeriale scuola-lavoro. Ma anche di uno strabismo tutto italiano: l’incidenza dei tecnici sul totale degli occupati è intorno al 20% - e ci sono circa 50mila profili “introvabili” mentre il tasso di disoccupazione giovanile supera il 40 per cento. Un paradosso, mentre «l’espansione dell’offerta formativa senza specializzazioni e senza collegamento con la domanda delle imprese crea solo disoccupati». «A breve quando si uscirà dalla crisi e dagli effetti della riforma delle pensioni Monti-Fornero c’è il rischio di non aver pronti giovani preparati a coprire il turn-over». Per questo, oltre al ripristino di una struttura interdipartimentale per l’istruzione tecnica, annunciata il 17 marzo scorso da Stefania Giannini, ma rimasta finora lettera morta, sono urgenti altri aggiustamenti: più attività laboratoriali, decollo dei poli tecnico professionali, e riconoscimento dell’alternanza nella seconda prova agli esami di stato, mentre teniamo a ricordare che fu proprio Romano Prodi a cercare di implementare meglio e di più l’istruzione tecnica, così come anche dice l’ex ministro Luigi Berlinguer: «Non ci scordiamo dell’istruzione tecnica. Vanno valorizzate le competenze trasversali e il collegamento con il lavoro. Negli altri Paesi Ue la formazione on the job è una cosa seria, deve diventare così anche in Italia». «L’indirizzo tecnico va valorizzato perchè è il settore dell’istruzione che può offrire un accesso più immediato al lavoro. E l’alternanza, assieme all’apprendistato, sono esperienze fondamentali». |