L'intervento

Prof, ruolo umiliato

Pasquale Almirante, La Sicilia 25.1.2015

Sta facendo il giro del web un video, filmato da una maestra, che riprende il disastro causato da un bambino autistico in classe, mentre i suoi compagni sono fuori, terrorizzati dall'accaduto. Il bimbo responsabile dell'uragano, noto nella scuola per le sue crisi nervose, non aveva diritto a un sostegno in quanto i genitori affermavano che era risultato negativo ai test.

Ad accompagnare il video il commento di un esperto di malattie professionali: se una maestra sbaglia, succede il finimondo, quando invece accadono situazioni simili con una sola insegnante a badare a 30 alunni, di cui uno con forti disturbi del comportamento, ma senza insegnante di sostegno, si tace. Tutto questo però sta a dimostrare quanto il lavoro dei docenti sia non solo determinante per il futuro della Nazione, ma anche delicato, e solo per tali motivi si dovrebbe prevedere uno stipendio più che consistente e una considerazione sociale rilevante. E invece non accade: basta una laurea e un po' di fortuna e si aprono le porte dell'insegnamento, senza che nessuno accerti le competenze e le condizioni psicofisiche. In altri termini, si consentono supplenze ai neo laureati dall'oggi al domani, si accordano punteggi che col tempo diventano titoli che aprono la strada alla carriera. La scuola diventa così, non il luogo della selezione di un corpo docente preparato e motivato, ma spesso il rifugio di chi non trova altro.

Quel bambino autistico che mette a soqquadro l'aula è il segno di uno Stato incapace e miope, sia perché non è in grado di accertarne le condizioni di disagio sia perché manda allo sbaraglio l'insegnante e i suoi 30 bimbi. I risparmi e i tagli alla scuola producono mostruosità, mentre non si pensa a reclutare professionisti di alto livello ai quali dopo però bisogna garantire stipendi adeguati, mentre il ruolo sociale parte da sé con la selezione rigorosa che, nel terzo millennio, è ineludibile. Anche il conseguente dibattito sul video tra i docenti mette a nudo una condizione ai limiti del sopportabile, sia per le responsabilità cui vanno incontro gli insegnanti, sia per le condizioni in cui sono lasciati e per la suscettibilità parossistica di molti genitori.