Mobilità straordinaria docenti di ruolo
 prima delle immissioni dei precari?
 Problema c'è, ma soluzione top secret

di Lalla Orizzonte scuola 26.1.2015

Il tema, già sviscerato da OrizzonteScuola.it viene adesso alla ribalta su Corriere.it "A chi tocca scegliere la sede vicino casa?". Il problema esiste, ed è noto alla Commissione Cultura, che si sta occupando della stesura del testo da presentare a fine febbraio.

Si tratta innanzitutto della problematica dei docenti già assunti a tempo indeterminato, gravati ancora dal vincolo triennale di permanenza nella provincia di immissione in ruolo. La loro preoccupazione è che la copertura di tutti i posti vacanti e la creazione del cosiddetto organico funzionale (sul quale ad oggi vi è il più assoluto riserbo) possa rendere difficile la mobilità interprovinciale nei prossimi anni.

A margine si inserisce anche la richiesta di quegli insegnanti che nell'aggiornamento delle graduatorie ad esaurimento del 2014 hanno scelto per l'inserimento una provincia diversa dalla propria e che ora rischiano di essere travolti dallo tsunami organico funzionale, senza riuscire a prevederne le conseguenze.

Preoccupazione di cui sono ben consapevoli in Commissione Cultura, se l'On. Carocci (PD) che, insieme ad altri parlamentari, si occupa della scrittura del testo di legge, afferma "Non è solo un problema di diritti individuali, c'è un problema di qualità didattica: chi è lontano dalla famiglia, da casa, e spende lo stipendio per mantenersi fuori, può garantire realmente un servizio efficiente agli studenti?"

Una battaglia, quella della mobilità straordinaria per i docenti di ruolo, che fa propria il sindacato Anief  "è bene ricordarlo, quella di bloccare la sede di lavoro per così tanto tempo è un'ingerenza tutta italiana, in palese contrasto con l'articolo 8 della Convenzione sulla giurisprudenza europea in tema di diritto familiare”.

Più cauti gli interventi di altri sindacalisti. Così Mimmo Pantaleo della FLC CGIL "Un'eccessiva mobilità del personale produce anche effetti sulla continuità didattica, di cui dobbiamo tener conto"

Eppure - aggiungiamo noi - negli ultimi anni non sono gli esodi e i controesodi, legati alla mobilità, dei docenti del Sud a compromettere la continuità didattica nelle nostre aule, ma l'inarrestabile tendenza dei docenti a cambiare la sede di lavoro all'interno della regione di appartenenza. I dati sono stati raccolti ed elaborati dal servizio Voglioilruolo Mobilità. Non c'è alcun esodo da Nord a Sud che danneggia la continuità didattica. Si resta al Nord

E se per il segretario generale della Cisl Scrima la soluzione non potrà che essere chiamata in causa nei tribunali, il Ministro Giannini frena e conferma l'assoluta segretezza con cui si stanno pensando le norme "Abbiamo due punti saldi: da un lato dare più organico dove serve, ovvero nelle aree svantaggiate e dove c'è dispersione, tendenzialmente al Sud. Dall'altro, pur non volendo stravolgere la vita dei professori, è garantire la continuità didattica e offrire qualità ai ragazzi"

Segretezza che non è certo un mistero Modifica classi di concorso e Buona Scuola, riforme top secret

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