“Ragazzi, non fate gli scemi”,
e il prof viene sospeso

Pasquale Almirante, La Tecnica della Scuola 17.1.2015

Un insegnante di 35 anni al centro delle polemiche perché avrebbe usato un linguaggio non opportuno per i suoi alunni: non fate gli scemi; oppure: smettete di fare i cretini.

Sembra che per riportare un po’ di disciplina in classe il prof usasse parole che hanno offeso la sensibilità dei genitori dei suoi alunni di una quinta elementare di Lessolo, paese alle porte di Ivrea.

“Smettiamo di fare i cretini”; oppure, quando davvero credeva che la misura fosse colma, esagerava un tantino e alzando la voce sbottava: “Non fate gli scemi”.

Un luogo comune abbastanza diffuso vuole che “verba generalia non sunt appiccicatoria”, ma non è bastato ai genitori cui i bambini hanno raccontato l’accadimento. I quali genitori, a loro volta, l’hanno raccontato subito dalla dirigente scolastica, intenzionati a far valere le proprie ragioni: quali? Eccoli: “Deve prendere provvedimenti, non sono frasi ammissibili in una classe di quinta elementare”. E alla fine, racconta a sua volta La Stampa, hanno vinto loro e l’insegnante, un trentacinquenne in prova e al suo primo anno in questa scuola, è stato sospeso per una settimana: viva la scuola! E viva la preside! E viva l’utenza, che come tutte le utenze e la clientela più esclusiva, ha sempre ragione.

Lunedì, quando scade la punizione e il docente dovrebbe far rientro in aula, ci sarà per lui un altro problema, visto che la sua colpevolezza è stata riconosciuta, urbi et orbi, e punita.

“E con che spirito mi ripresenterò?”, si chiede ora l’insegnante; a parte l’amarezza e lo sconforto: “Peggio, mi sento uno straccio. Sono così avvilito che potrei anche smettere di insegnare, dopo otto anni di sudata carriera”.
Il nostro amareggiato e colpevolissimo docente insegna italiano e dopo essere passato da una scuola all’altra, a settembre ha ottenuto la possibilità di insegnare un anno, ma in prova, alle elementari di Lessolo.

“Non è un incarico di ruolo - racconta - ma meglio di niente”. Tuttavia, si legge su La Stampa, c’è chi non gradisce il nuovo insegnante e il feeling con i genitori non scatta, per cui il rapporto muore prima ancora di nascere. Qualcuno, in paese, giura che se quel docente dovesse restare anche il prossimo anno è pronto a non iscrivere più i figli a Lessolo.

A pesare sono i metodi, considerati eccessivi e troppo duri, del docente. E, soprattutto quelle parole pronunciate in classe. “Dare del cretino o dello scemo ad un bambino non sta né in cielo, né in terra” protestano i genitori che di didattica e metodi educativi sono diventati ormai i veri professionisti.

E così alla fine è scattata la sospensione. “Quello che fa più male – chiosa l’insegnante – è che questa notizia sia stata diffusa. Ne parlerò con un avvocato e vedrò anche se sarà il caso di impugnare il provvedimento disciplinare”.

E glielo consigliamo, se le cose stanno così come sono state descritte, benchè appaia difficile capire la scelta della dirigente che sicuramente, ma le cose dovrebbero essere assai differenti, avrà avuto le sue buone ragioni: o no?