70, tra docenti e personale, Pasquale Almirante, La Tecnica della Scuola 9.1.2015
Succede alla “Santi Bivona” di Menfi (Agrigento), la scuola dove quattro professori su dieci stanno a casa. Carte mediche alla mano, il 40% sarebbe messo davvero male. “Abbiamo un triste primato, lo so”, allarga le braccia la preside A novembre, scrive ancora Il Corriere, la preside ha consegnato l’elenco dei beneficiari della 104, come ha chiesto a lei e a tutta la provincia il provveditore, e adesso aspetta di capire cosa fare.
È evidente che anche alla dirigente questo andazzo non piace anche per ragioni pratiche. "Gestire tutto questo personale con la 104 pone non pochi problemi organizzativi". La norma dà diritto a 3 giorni al mese di permesso, per curarsi o curare gli altri, soltanto alla Santi Bivona di Menfi sono 210 giornate lavorative che vengono a mancare. "E c’è qualcuno che ti avvisa la mattina stessa che non verrà a scuola" lamenta la preside. Molti hanno ammesso e raccontato anche altro, riporta sempre Il Corriere della Sera, e adesso la Procura ha aperto un nuovo filone con quasi 300 persone coinvolte.
Ma i pm stanno trovando altri alleati, tra cui il provveditore Raffaele Zarbo che ha da poco concluso il primo censimento sui beneficiari della 104, perché finora nessuno sapeva esattamente quanti fossero, e consegnato il cd all’Inps. I numeri sono da capogiro: 1.043 docenti su 4.031 considerando scuola dell’infanzia, primaria e medie; 469 su 1.823 nel personale Ata, dai direttori amministrativi ai tecnici. Praticamente uno su 4, con una punta di oltre il 30 per cento tra gli insegnanti d’asilo. Adesso che la lista c’è, l’Inps ha in programma una verifica di massa, oltre 1.500 persone da sottoporre nei prossimi mesi a una visita medico-legale di verifica. Mai avvenuto in Italia. Come presidente dell’associazione "Insegnanti in movimento", tuona un docente pendolare ligio alle regole, con mille iscritti, siamo pronti a costituirci parte civile nel processo che si farà sui furbetti delle cartelle cliniche. "Abbiamo visto di tutto, perfino colleghi che erano in permesso e poi mettevano online le foto della crociera, talmente si sentivano tranquilli. Si è toccato il fondo, e molti non lo sopportano più".
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