Ripensare una riforma delle pensioni
 sostenibile riducendo la spesa pubblica

Per Opzione Donna, Quota 96 e settima salvaguardia
ci possono essere 5 miliardi ogni anno

di Bruno Ventura, The Blasting News 8.1.2015

Per la riforma delle pensioni il conto si riduce ad una cifra di 80 miliardi: a tanto ammontano infatti i risparmi che la Legge Fornero assicura alle casse statali fino al 2021, per i quali il ministro Padoan afferma quanto sia sostenibile la spesa previdenziale con quelli che costituiscono gli attuali paletti. A due giorni dalla pronuncia della Corte Costituzionale sull'ammissibilità del referendum abrogativo della Legge Fornero si infiamma il dibattito attorno al capitolo di spesa più grosso della P.A., ossia quello relativo alla riforma delle pensioni.

Dove si trova la liquidità necessaria

Lo spunto ce lo offre un articolo su Italia Oggi a firma Ignazio Marino nel quale viene spiegato come lo Stato metta mano alle casse previdenziali dei professionisti per finanziare le opere infrastrutturali. In pratica si vincolano i rendimenti per un periodo di tempo lungo onde reperire la liquidità necessaria alla realizzazione dei cantieri. Questo rendimento ammonta ad una percentuale del 20% al netto del credito d'imposta. La legge è in vigore da quest'anno e lo Stato ne trarrà un indubbio beneficio sicuramente utile per finanziare le proposte di maggior flessibilità indicate dall'ex ministro Cesare Damiano atte ad avviare il progetto di una nuova riforma delle pensioni eticamente ed economicamente sostenibile.

Destinazione dei nuovi fondi

Ogni anno infatti viene conseguito un piccolo tesoretto di 5 miliardi che risolverebbero da soli i principali nodi rimasti irrisolti. Si ricordi la necessità di una settima salvaguardia, sollecitata dal presidente della rete degli esodati Giuliano Colaci, per tutelare 50.000 esodati rimasti fuori, la questione degli oltre 2000 quota 96 del comparto scuola e il regime sperimentale Opzione Donna che coinvolge circa 7000 lavoratrici. Ma l'utilità di una tale redistribuzione avrebbe un riverbero assolutamente positivo nel caso che la Corte Costituzionale approvasse il referendum abrogativo della Fornero. Se passasse il referendum a quel punto occorrerebbe avere subito a disposizione uno strumento di ricalcolo pensionistico in grado di assicurare le coperture necessarie.