Superiori, se sbagli scuola ci sono le “passerelle”

Danno la possibilità di cambiare scuola senza perdere l’anno

 La Stampa 23.1.2015

ROMA
Tre studenti su 10 confessano di vivere con ansia il momento della scelta delle Superiori. A giocare un ruolo importante è la paura di sbagliare scuola, di ritrovarsi ad avere a che fare con materie troppo difficili o che semplicemente non piacciono quanto si era immaginato. Di iniziare a prendere un brutto voto dietro l’altro fino ad arrivare ai debiti, o peggio, alla bocciatura. È quanto emerge da una ricerca di Skuola.net.

Un timore, quello degli studenti, che andrebbe tuttavia ridimensionato poiché esistono le cosiddette “passerelle” che danno la possibilità di cambiare scuola quando già si è alle superiori e senza perdere l’anno.

Mario Rusconi, vice presidente dell’Associazione nazionale presidi, spiega come funzionano. «Se ci si accorge di aver sbagliato scuola in primo superiore, bisogna sceglierne una diversa e comunicarlo al proprio istituto. Sarà quest’ultimo a mettere in contatto la famiglia dello studente con la scuola scelta».

«Se si capisce l’errore prima della fine del primo quadrimestre, entro Gennaio insomma, è sufficiente - aggiunge - che il ragazzo sostenga un colloquio conoscitivo con il Consiglio d’Istituto della nuova scuola per poi attuare il passaggio, la passerella appunto». 

Diverso è il discorso per chi si accorge di aver sbagliato la scelta delle superiori più tardi, magari in secondo o terzo superiore. «In questo caso - spiega Rusconi - lo studente dovrà sostenere un colloquio con una commissione scelta dal Consiglio d’Istituto. Colloquio che non è più conoscitivo, ma di verifica delle competenze. Mettiamo per esempio che il ragazzo venga da un istituto tecnico e voglia frequentare un liceo scientifico, la commissione dovrà verificare le sue competenze in latino e su tutte quelle materie che al tecnico non c’erano e che invece troverà nella nuova scuola». 

Non sempre, comunque, il meccanismo delle passerelle funziona come dovrebbe, tanto che Rusconi le ha definite una «buona macchina a cui manca la benzina». Perché? «Non ci sono i fondi per attuare i corsi di recupero. Questo significa che il povero studente dell’esempio che deve passare dal tecnico allo scientifico, non potrà essere preparato in latino dalla scuola. Dovrà pensarci da solo o con l’aiuto della sua famiglia nel caso possa permettersi delle ripetizioni private. Non ha i mezzi per farlo? O continua a frequentare il suo tecnico senza cambiare scuola, oppure sceglie comunque di farlo sapendo che probabilmente avrà un gap di competenze che potrebbero condurlo alla bocciatura». 

Insomma, a rimetterci - conclude Skuola.net - sono comunque gli studenti provenienti dai ceti sociali meno abbienti, quelli che non possono permettersi troppe ripetizioni private e che quindi, avendo difficoltà a cambiare scuola durante l’anno scolastico, potrebbero trovarsi a far parte dei numeri che alimentano la dispersione scolastica. Senza contare che, come continua Rusconi, «non tutte le scuole riescono ad attuare il meccanismo delle passerelle. Implicano troppo lavoro per le scuole in uscita e in entrata».