Di Meglio (Gilda):
dalla riforma Renzi più ombre che luci

Alessandro Giuliani, La Tecnica della Scuola 23.1.2015

Per il leader del sindacato degli insegnanti, la riforma dalle linee guida del governo spuntano “più ombre che luci. Il difetto fondamentale del progetto di riforma di Renzi è che non è previsto un centesimo di investimento e si fa una specie del gioco delle tre carte: tolgono gli scatti di anzianità, prendono i soldi da tutti e li danno a pochi con gli scatti di competenza”.


 

Dalla riforma del governo Renzi spuntano “più ombre che luci, che avranno un'enorme ripercussioni sulla scuola”. A dirlo è stato Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli insegnanti, nel corso dell'assemblea di Bologna.

Il sindacalista ha parlato in particolare sui riflessi che la riforma avrà su alcuni temi centrali, come progressione di carriera dei docenti, il precariato scolastico, il rapporto scuola lavoro, la banca delle ore, esame di maturità.

"Questo Governo ha praticamente interrotto le relazioni con i sindacati – ha detto Di Meglio- e tenta di modificare alcune materie, come l'orario di lavoro, la retribuzione, la carriera degli insegnanti, senza un confronto con i rappresentanti del mondo della scuola".

 Il coordinatore della Gilda ha aggiunto che uno dei punti più contestati della riforma Renzi è quello sulla carriera degli insegnanti basati, non più sull'anzianità, ma sugli scatti di competenza. "Il difetto fondamentale del progetto di riforma di Renzi – ha sottolineato sempre Di Meglio - è che non è previsto un centesimo di investimento sulla scuola, e si fa una specie del gioco delle tre carte: tolgono gli scatti di anzianità, prendono i soldi da tutti e li danno a pochi con gli scatti di competenza".

Un altro punto affrontato nel corso dell’assemblea svolta in Emilia Romagna è la valutazione degli insegnanti per ottenere lo scatto sarà formata dal dirigente scolastico, da tre docenti esperti e da uno studente nelle superiori, o da un genitore negli altri ordini di scuola. "Ci sono tutte le premesse – ha detto ancora Di Meglio- per distruggere la scuola pubblica. Dobbiamo reagire con forza dal punto di vista culturale e sindacale".