La buona scuola (terza parte)

ATTENZIONE MINISTRO GIANNINI:
LA BUROCRAZIA IMPERA perché l’Italiano, alla fine, la ama.

Renata Fontanelle, Articolo Tre, 6.1.2015

Circa 20 mila docenti saranno assunti infine in posizione funzionale, quello che un tempo era stato definito come “organico dell’autonomia”, nelle scuole secondarie di primo e di secondo grado, consentendo quindi di cominciare a realizzare finalmente una vera autonomia scolastica. Saranno infatti a disposizione delle scuole, o di reti di scuole, sia per svolgere gli altri compiti legati all’autonomia e all’ampliamento dell’offerta formativa (insegnamenti extra-curricolari, predisposizione di contenuti innovativi per la didattica, progettualità di vario tipo, affiancamento ai tirocinanti, ecc.); sia, anche in questo caso, per coprire una parte delle supplenze brevi .

Si riparla ora di organico funzionale cioè di docenti impiegati in varie attività diverse dal curricolo.

L'organico funzionale non è una novità. Esso fu introdotto in Italia già nel 1996 con la Legge 662. Quest'organico funzionale assegnato alla scuola doveva occuparsi di attività didattiche in compresenza, programmazione, organizzazione, realizzazione di iniziative di raccordo con le realtà socio-economiche e di esperienze su orientamento, collegamenti scuola-lavoro, nonché per progetti di ampliamento dell'offerta formativa.

Ancora, nel D.L. n. 5 del 9 febbraio 2012 venne introdotto un organico funzionale che "ha quale scopo di sostituire le tradizionali categorie dell'organico di diritto e di fatto". La norma prevedeva l'assegnazione di un team assegnato alla scuola per una durata di tre anni, determinato in base ai fabbisogni di personale.

Legge rimasta lettera morta, ovviamente perché non se ne voleva l’attuazione ma solo la esibizione.

Ora per la prima volta se ne concede l’attuazione attraverso assunzioni ad hoc e chiaramente si dà la possibilità di corsi o insegnamenti al di là del curricolo senza assurdi legami o limitazioni di ore e di programmi e se ne propone una visione chiara: questo organico potrà operare in una rete di scuole e non in una singola scuola e si potrà occupare di diverse attività, a seconda delle esigenze della scuola e del territorio.

L'organico funzionale è il cuore della riforma e motore dell'autonomia. E' il testo stesso delle linee guida per la riforma della scuola che ci dice come “la vera autonomia delle scuole deve ripartire dalla possibilità di riqualificare la propria offerta formativa con attività integrative e facoltative, grazie ad un organico funzionale rafforzato”.

La serietà delle intenzioni del ministro Giannini si può evincere dalla volontà di assumere docenti esattamente su questa funzione.

Sarebbe grave l’errore però di distinguere tra docenti che si occupano di programmazioni e nuovi progetti sperimentali e docenti che dovrebbero attuarli.

Mi spiego: le sperimentazioni e le attività di ricerca di nuovi metodi e nuovi programmi devono essere eseguite dai docenti che hanno avuto queste idee e realizzato i progetti. Tutti i progetti ideati da un docente e realizzati da altri, invariabilmente falliscono perché l’insegnamento non è come l’assemblaggio di un pezzo meccanico in cui si danno in mano all’operaio i vari pezzi, gli si insegnano l’ordine e la tempistica e poi lo si lascia al lavoro.

Non è così facile! Il docente deve credere e capire a fondo il progetto per poterlo realizzare e sapere in ogni momento della giornata dove deve portare i ragazzi, in quale modo e, in ogni risposta che darà loro, dovrà essere per gli alunni chiaro ciò che devono attuare e raggiungere. I progetti si realizzano azione su azione, con condivisione di intenti e percorsi, attraverso rapporti umani con persone diverse una dall’altra!

E’ molto difficile che ciò riesca ad una equipe che non è stata il motore dell’esperimento, anche per la scarsa sensibilità e propensione di alcuni docenti al cambiamento.

Per cui il ministro Giannini non dovrà fondare un nuovo organico “privilegiato” che si occuperà di programmazione ma non lavorerà coi ragazzi. Non ricadiamo nell’errore di sempre! Creare nuovi burocrati con una nuova etichetta!

Perché parlo di “privilegio” per i docenti impiegati in funzioni diverse dalla docenza (cioè lavoro al di fuori della classe)? Negli oltre quarant’anni trascorsi nell’ambiente scolastico, ho potuto riscontrare, come già dissi, una certa tendenza di alcuni insegnanti ad “evitare” il proprio lavoro dedicandosi ad altro. Ovviamente perché questo “altro” era spesso molto meno faticoso, non richiedeva ore di preparazione e spesso veniva anche retribuito di più. A questo spesso si dedicavano gli insegnanti peggiori naturalmente, coloro cioè che non avevano o avevano perduto la gioia dell’insegnamento, la gioia del trasmettere e concedere parte di sé ai giovani.

Tra questi citiamo i rappresentanti sindacali che sfruttavano la loro posizione,appoggiati e coperti dal sindacato (sta parlando un’iscritta per quarant’anni alla CGIL, non una reazionaria), per non presentarsi a lezione se non in modo sporadico. Infatti era un’attività ambita! Perse il suo fascino quando non ci fu più il distacco per le attività sindacali, cioè quando la legge vietò l’uso delle ore di lavoro di docenza in quelle attività. Nessuno voleva più quell’incarico; ci furono scuole che per anni non ebbero più rappresentanti.

Citiamo coloro che occuparono il posto di Vice Preside senza mai mettere piede in un’aula, anche quando non ci fu più il distacco per la metà del tempo-orario di lezione (come fu possibile? Eppur vero!).

Citiamo chi si dedicava a funzioni varie se solo c’era la possibilità di evitare, in cambio, qualche ora curriculare. O chi svolgeva, durante il proprio orario di lezione, impegni riguardanti l’altra funzione, lasciando la classe in mano al personale non docente.

Citiamo la fuga verso la funzione di Preside o di “incaricato” (docente con funzione di Preside e stipendio relativo, senza titolo alcuno), che a lungo incluse, se non il distacco totale, quello parziale.

Ora, ministro Giannini, cerchiamo di creare veramente qualcosa di nuovo con questo organico funzionale che però,per lo più, deve essere di docenza. Sarà retribuito di più perché questi professionisti dedicheranno ore extra curriculari alla ricerca e progettazione e alla divulgazione. Il che avrà ricadute sicuramente positive sui ragazzi. Se si darà il distacco dalle lezioni, verranno attratti da questa funzione i peggiori insegnanti, coloro che non hanno nulla da dire, che riempieranno di aria fritta fogli con relazioni che forse saranno argomento di conferenze (per giustificare lo stipendio) ma che, per fortuna, non si attueranno mai! Creeremmo cioè un altro costoso ramo scolastico- burocratico in cui i peggiori fanno carriera senza alcun merito tranne la produzione di aria fritta. E non ci si potrà liberare di questi nuovi burocrati, perché c’è un senso di implicito aiuto tra enti (persone) burocratici per la propria salvaguardia.

Nella legge c’è un riferimento ai docenti che "preferiranno" spendere gli ultimi anni dalla pensione lavorando "dentro la scuola ma fuori dalla classe". Questa operazione permetterebbe di liberare ulteriori cattedre per i neo-assunti, quindi cela una finalità positiva, ma è importante che non divenga un passo burocratico per avere un avanzamento di carriera con zero riscontri per il miglioramento qualitativo della scuola.

Questo organico inoltre metterà fine alle supplenze brevi come le conosciamo; sarà un indubbio vantaggio per le scuole perché le supplenze incerte e sporadiche non consentono programmazione didattica; spesso, tra l’altro, le ore dei supplenti esterni sono ore di gaudio per i ragazzi che le considerano piacevoli intervalli in quanto tenute da docenti giovani che non hanno ancora acquisito le capacità di “dominare” la vivacità e l’esuberanza dei ragazzi. Inoltre accade che talvolta i dirigenti scolastici, ma più frequentemente la segreteria, inevitabilmente è costretta a cercare all’ultimo momento i supplenti (tranne che per le maternità di cui si può programmare l’assenza) “sprecando” tempo che potrà essere impiegato più produttivamente.

Qualcuno potrà obiettare che il supplente, in tal caso, non sostituirà sempre un collega della propria materia e quindi non potrà fare lezione. Questa è una grossa sciocchezza perché, prevalentemente, un docente di scuola media ha, o meglio, dovrebbe avere, una preparazione generica dei programmi delle varie materie di studio. Sarà sicuramente capace di aiutare gli alunni a correggere un compito di grammatica o di matematica o di lingua straniera. Se proprio non ne avesse le abilità, potrà fare lezione della propria materia approfondendo argomenti già fatti, dando agli allievi attività nuove, di cui i docenti curriculari dovranno tener conto, anche senza il possesso, da parte dei ragazzi, di specifico materiale. Sarà il Collegio dei Docenti che darà le guide perché queste non siano ore “perse” per gli alunni.

L’organico funzionale avrà anche altri obiettivi molto importanti:

  1. prevenire la dispersione scolastica anche attraverso il potenziamento del tempo pieno per la primaria e per l'infanzia.

  2. il potenziamento dell'orientamento degli studenti e di ciò che viene definita "integrazione verticale" ed in particolare per il passaggio dalla scuola secondaria di primo grado a quella di secondo.

  3. rimediare all'analfabetismo informatico corrente

  4. acquistare competenze nel campo dell'educazione finanziaria

  5. rinnovare l'ambizioso progetto scuola-lavoro. Infatti, i docenti dovranno partecipare alle ore di alternanza, “compreso ovviamente il nuovo organico funzionale", dice il testo, che dovranno essere formati come tutor dei ragazzi in azienda, e che, insieme all'azienda, costruiranno il progetto formativo dei ragazzi.

Rivediamo questi punti con attenzione.

  1. Per qualcuno sarà superfluo affermare l’importanza della scuola a tempo pieno, soprattutto in certe aree geografiche, ma è indispensabile ricordare che, soprattutto in una società dove entrambi i genitori ambiscono ad un posto di lavoro, ad esprimere la propria creatività in campo lavorativo, i giovani hanno molto tempo in cui devono sottostare al controllo di altri adulti, se la famiglia se lo può permettere, o alla libertà di autogestione, talvolta in strada con rischi di cattive compagnie e di assistere a devastanti esempi di vita. Una scuola che offre più tempo offrirà anche più opportunità e possibilità di un futuro inserimento vincente nella società.

  2. La scuola media deve orientare; il ragazzo dovrà fare una prima scelta del suo percorso di vita durante la terza media. Potrà poi, dopo il biennio comune, variare il tipo di scuola, ma lo farà sempre in base alle competenze e alle specificità dimostrate e acquisite nel triennio.

  3. La “storia” dell’informatica nella scuola media, come già vi dissi nei precedenti articoli, ha un che di buffonesco e, nello stesso tempo, di assai sconfortante esito. Finalmente sembra che vi sia più sensibilità nei confronti di questa materia per la quale fino ad ora non si è voluto impiegare risorse.Ritengo dover affermare che, solo in aggiunta di un docente specifico della disciplina, si potrà uscire dall’ignoranza imperante nel campo. Finché si incaricherà un docente di matematica alla divulgazione di conoscenze informatiche, esse saranno sempre parziali e di “stretta” visione. I docenti dovranno far utilizzare il mezzo informatico, ma dopo che questo farà parte degli strumenti usuali dell’alunno che ne avrà acquisito le conoscenze con un docente ad hoc. Come approccio, potrebbe essere più accettabile l’insegnante di tecnologia, se non vi facessero più parte docenti con titoli atti all’insegnamento delle vecchie “applicazioni tecniche” che di tecnico e tecnologico nulla avevano.

  4. Molto importante questa voce che ci riporta ad un discorso già affrontato; coloro che non continueranno gli studi dovrebbero avere conoscenze di base utili alla vita di un cittadino in campo economico- finanziario, storico- politico, legislativo di base.

  5. Dobbiamo superare il falso ideologico che recita che una scuola libera deve essere isolata su una nuvoletta di pensiero e creatività. La libertà sta nella conoscenza di ciò che ci circonda perché ci consente scelte consapevoli e evita l’inganno e lo sfruttamento dottrinale. Quindi, ben vengano i collegamenti tra scuola ed impresa, (anche per evitare lunghi periodi di disoccupazione, crisi di autostima e costi per ambo le parti per corsi di addestramento post-scuola) e tra scuole di diverso grado per evidenziare le eventuali carenze nella preparazione e per, eventualmente, orientare il programma in base alle richieste delle scuole successive.

L'organico funzionale avrà un ruolo fondamentale nella formazione dei docenti attraverso l'individuazione di quelli che nel testo vengono chiamati gli "innovatori naturali" e che dovranno avere la possibilità di "concentrarsi sulla formazione".

L'ingresso dell'organico funzionale sembra essere chiamato anche in occasione dell'individuazione di un docente di riferimento per ogni rete di scuole quale referente per i colleghi e sostegno per l'innovazione didattica. Molto importante questa funzione di cui parleremo ancora nel prossimo articolo.

 

La buona scuola (parte seconda)

 

La buona scuola (parte prima)