Scelta delle superiori Pasquale Almirante, La Sicilia 4.1.2015 Come si fa per scegliere una scuola superiore adatta alle capacità e alle attitudini dei propri figli in uscita dalla ex terza media? Domanda importante che sta imperversando in molte famiglie che dal 15 gennaio si troveranno di fronte alle preiscrizioni alle scuole superiori. Quale indirizzo scegliere e quale istituto? E non è scelta da poco, considerato che sono molti gli studenti universitari che hanno dichiarato di avere sbagliato scuola e che se potessero, frequenterebbero tutt'altro istituto. Tuttavia ci sono alcuni strumenti per orientarsi. A parte il sito del Miur, dove sono indicate tutte le scuole con le loro particolari caratteristiche, ci sono pure organizzazioni che forniscono classifiche delle scuole migliori. Fra queste c'è Eduscopio della Fondazione Giovanni Agnelli. In questo sito la classifica è fatta sulla base dei risultati che gli studenti universitari hanno raggiunto già al primo anno e vengono indicate le superiori di provenienza. In ogni caso la domanda è: quali sono i criteri di valutazione dell'insegnamento? Che cosa rende una scuola migliore di un'altra? Non si tratta certamente di individuare i docenti migliori, considerato che in Italia non mancano le eccellenze, come i professori Daniela Boscolo e Daniele Manni, tra i 50 candidati per il titolo di migliore insegnante del mondo, con un milione di dollari messo in palio dalla Varkey Gems Foundation. Per navigare in Eduscopio bisogna indicare quale scuola/indirizzo si ha intenzione di scegliere e quindi selezionare il Comune di residenza. A quel punto col pulsante "cerca" si ottiene una lista delle scuole migliori dell'area circostante. Nel Sud generalmente il tasso di riuscita dei diplomati all'università è un po' più basso rispetto alla grandi città e al Nord. Svettano alcuni licei classici come il Francesco Maurolico di Messina (85.34), il Gulli e Pennisi di Acireale (82.71) e il Giuseppe Tarantino di Gravina in Puglia (81.28). Il dato che accomuna queste scuole è che più di un terzo dei diplomati continuerà gli studi in università lontane da casa. |