Direzione didattica di Pavone Canavese Buona Scuola vs LIP di Reginaldo Palermo, Pavone Risorse 3.1.2015 Devo confessare che il “Piano Renzi” sulla “Buona Scuola” non mi entusiasma per svariate ragioni che cercherò di riassumere in 3-4 punti ma francamente mi piace ancora meno il gioco del “tiro al piccione” a cui sono stati sottoposti Renzi e Giannini. L’impressione è che si stia un po’ perdendo il senso della misura e della realtà. Da entrambe le parti. Renzi è partito lancia in resta “promettendo” 150mila assunzioni per settembre 2015, concorsi per le nuove assunzioni e miliardi per l’edilizia scolastica. Intenti nobili, per carità, ma che fanno poco i conti con le realtà: forse a Renzi e al Governo sfugge il fatto che ormai le assunzioni sono decise più dai tribunali che dalla politica e che non esiste più un concorso pubblico che non venga passato al setaccio da avvocati, tribunali amministrativi, corte dei conti, consiglio di Stato e non solo. Gli stanziamenti per l’edilizia sono certamente ottima cosa ma hanno tempi lunghi, lunghissimi: Regioni e Comuni stavano persino per perdere i fondi stanziati dal decreto Carrozza del settembre 2013 che avrebbero dovuto essere spesi nell’arco di pochissimi mesi e che invece sono ancora fermi da qualche parte (e meno male che il Governo con il decreto milleproroghe di pochi giorni fa ha provveduto a spostare le scadenze!) Ma è un po’ tutto il piano “Buona Scuola” ad essere irrealizzabile, almeno nelle condizioni attuali. Valorizzare merito e impegno è sacrosanto, ma a condizione di garantire uno stipendio dignitoso a tutti i docenti; non si possono recuperare risorse per il merito tenendo al palo gli stipendi di altre centinaia di migliaia di insegnanti, stipendi che – ce lo ricorda la Ragioneria generale dello Stato nella sua relazione annuale - sono i più bassi del pubblico impiego. Peraltro trovo ancor più illusorie e utopistiche le “proposte” di coloro che hanno deciso di mettersi di traverso contro il piano Renzi contrapponendo la LIP (legge di iniziativa popolare) alla Buona Scuola. Intendiamoci: chi fa opposizione ha il diritto di ricorrere a tutti gli strumenti del caso ma deve anche rispettare le regole del gioco: la LIP è una proposta interessante (classi di 20 alunni, obbligo scolastico dall’infanzia fino a 18 anni di età, generalizzazione del tempo pieno nella primaria, e così via…); peccato che per realizzarla ci vogliano, a fare un conto approssimativo e sicuramente per difetto, 8-10 miliardi di euro; in altre parole bisognerebbe aumentare la spesa per l’istruzione di un buon 15-20% cento. Nessun sostenitore della LIP spiega però come fare per reperire queste risorse. Insomma: forse Renzi non ha tenuto abbastanza conto delle resistenze a cui il suo progetto sarebbe andato incontro e ha pensato che in cambio dell’ “offerta” d 150mila assunzioni il “mondo della scuola” avrebbe accettato tutto il resto (merito, blocco anzianità, e così via), mentre i suoi avversari sono tuttora convinti che possa bastare fare più assunzioni e lasciare tutto il resto com’è per migliorare la qualità del nostro sistema scolastico. A me pare che entrambe le strade siano senza sbocco. Forse bisogna rassegnarsi a prendere atto che il nostro sistema scolastico è irriformabile, almeno nel breve periodo. A meno che ad un certo punto non ci sia un Governo che decida di fare una riforma della scuola anche contro la volontà della scuola stessa (e in fondo è quello che fra le righe scrive anche Stefanel nel suo intervento). Sarebbe una svolta autoritaria ? Non so, ma se la riforma fosse approvata dal Parlamento perché si dovrebbe parlare di svolta autoritaria? Certo è che dovrebbe essere una riforma condivisa dai diversi schieramenti politici: in caso contrario la riforma potrebbe essere cancellata dal Governo successivo. E questo lusso non ce lo possiamo più permettere. |