Renzi, è ora di tornare alla scuola di Jacopo Tondelli, Wired.it 4.2.2015 Era dalla scuola che Matteo Renzi, insediatosi a Palazzo Chigi esattamente un anno fa, aveva deciso di partire. «Visiteremo una scuola la settimana», promise solennemente. Il rito settimanale durò poche settimane, come capita alle promesse non realizzabili. Non ci scandalizziamo. Ci scandalizzeremmo eccome, invece, se venissero traditi i principi che devono animare i cambiamenti da mesi in via di elaborazione. La riforma della buona scuola (così come è stata definita dall’esecutivo) si propone di ricostruire il sistema formativo nazionale ripartendo da chi la scuola la fa, cioè gli insegnanti. Da un lato azzerando le graduatorie dei docenti, frutto di pasticci, clientele e malapolitica di tre Repubbliche e accettando di assumere tutti i quanti in graduatoria c’erano già. Dall’altro, mettendo al centro, per il futuro, il criterio del merito vero e certificato. Entro il 28 febbraio il governo dovrebbe presentare in Parlamento il testo della riforma. Resisteranno i nostri eroi alla tentazione del passato? È il momento di dimostrarlo davvero.cilmente può avere un impatto negativo.
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