A Trento si sperimentano i voti ai prof Pasquale Almirante, La Tecnica della Scuola 5.2.2015
Sono coinvolti nella sperimentazione oltre mille ragazzi e una sessantina di prof. Con i questionari di “Stazione Futuro” parte la valutazione della didattica dal basso Le scuole del Trentino si sono dunque attrezzate con un progetto «nato dal basso», da un gruppo di studenti, e che oggi coinvolge oltre mille ragazzi e una sessantina di prof. Una sperimentazione che dopo un anno di gestazione è partito sotto forma di questionari che raccolgono l’opinione dei ragazzi sui loro prof. L’iniziativa è dell’associazione «Stazione Futuro», movimento di studenti delle scuole trentine, ma senza venature politiche , che ha voluto «formulare una proposta da portare al tavolo delle discussioni sulla valutazione degli insegnanti e andare oltre il dibattito ideologico “valutazione-sì-o-no” come sinora impostato da politici e sindacati». Il modello, scrive Il Corriere, è semplice: prevede la somministrazione agli studenti di due tipi di questionario, uno per i docenti di materie teoriche uno per quelli di laboratori e materie pratiche. Sono proposte domande relative alle capacità di esposizione dei docenti, al carico di lavoro assegnato, alla capacità di coinvolgimento, alla disponibilità a recuperare le carenze degli alunni, ai criteri di valutazione. Le risposte restano anonime e, per il momento, i risultati non verranno diffusi, tranne che non sia l’insegnante a leggere gli esiti e a discuterli, se vorrà, con la classe. I questionari relativi al primo quadrimestre, pubblicati online e inviati nelle caselle email degli studenti, arriveranno poi compilati ai professori, che avranno due settimane di tempo per analizzarli e decidere cosa farne. In marzo inizierà l’ultima fase: la valutazione dello strumento. «Ascolteremo tutti i pareri e le impressioni di studenti e professori e di chiunque altro vorrà aiutarci, addetti ai lavori e non, per migliorare ulteriormente il questionario e aggiustarlo nei suoi punti critici», dice Borga. Poi, il testimone passerà alla Provincia, che deciderà se diffondere il modello su tutto il territorio Trentino. Il progetto è nato, viene precisato «non per dividere ma per unire» ed è stato preventivamente discusso con i sindacati. La valutazione, secondo le intenzioni dei promotori, non vuole portare a giudizi e criteri da inserire nelle già complicate graduatorie o per ipotizzare nuove regole d’ingaggio, ma dovrebbe servire a valutare l’unico dato davvero importante e cioè la qualità della didattica. Per migliorare il rapporto docente-studenti e fornire all’insegnante dati certi e interpretabili sul gradimento del suo lavoro. I promotori inoltre sottolineano che sono molti i professori d’accordo con l’iniziativa, nella convinzione che sia meglio valutare la qualità di una scuola e della didattica basandosi sull’opinione degli studenti anziché su quella di commissari del Miur, o sull’anzianità dei docenti. Su questo specifico punto, per quanto ci riguarda, attendiamo l’esito del nostro sondaggio per capire meglio da chi l’operato dei docenti dovrebbe essere giudicato.
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