Riforma del sostegno. di Paolo Damanti, Orizzonte scuola 20.2.2015 Pronta una vera e propria rivoluzione per diventare insegnanti di sostegno. Nei giorni scorsi qualche anticipazione, oggi approfondiamo grazie a Salvatore Nocera che ci ha illustrato i particolare della proposta di legge ispirata da FISH-FAND. Si tratta di quel dodicesimo capitolo della riforma della scuola che è stato anticipato sia dal Ministro Giannini che dal Sottosegretario Faraone e del quale non abbiamo avuto che qualche saggio. Capitolo che non sarà incluso nel Decreto di fine febbraio, ma avrà una vita a sè, con una proposta di legge che sarà discussa in Parlamento. Ciò che sapevamo fino ad oggi, grazie alle indiscrezioni raccolte dalla nostra redazione, è la volontà di formare in servizio i docenti curriculari, oltre agli ATA e i dirigenti scolastici; che si sarebbe data una stretta per conseguire il titolo di specializzazione; che si sarebbe lavorato per limitare il fenomeno dei docenti che hanno utilizzato il sostegno come fase di passaggio per accedere alla cattedra. Oggi cerchiamo di avere qualche notizia in più, grazie all'intervento di Salvatore Nocera, responsabile dell'area Noramtivo-Giuridca dell'Osservatorio Scolastico AIPD Distinzione tra curriculari e docenti sostegno Intanto, Salvatore Nocera tiene a fugare alcune imprecisioni circolate nei giorni scorsi sulla riforma del sostegno. "Non è vero che si vuole superare la distinzione tra insegnanti curricolari e di sostegno". Il testo della PdL distingue nettamente "tra la presa in carico del processo inclusivo da parte dei docenti curricolari che debbono avere un minimo di formazione ed aggiornamento sulle didattiche inclusive, e i docenti per il sostegno che debbono avere una specializzazione ben precisa". Altra questione sulla quale Nocera vuole fare chiarezza riguarda il fatto che, nell'interpretazione della proposta di legge, il "personale altamente specializzato sia stato avvicinato più al profilo sanitario che a quello pedagogico-formativo, e che sarà riservato alle disabilità gravi". Nocera svela che la formazione non riguarderà solo "l'attività da svolgere con i disabili più gravi, ma con tutti quelli che hanno la certificazione dell'art. 3 comma 1 (disabili lievi) o comma 3 (disabili gravi) della l. n. 104/92. Inoltre la specializzazione riguarda esclusivamente le didattiche inclusive, mentre sono previsti corsi annuali di aggiornamento per aiutare i docenti per il sostegno ad affrontare i bisogni educativi nascenti dalle differenti disabilità, ad esempio cecità, sordità, sindrome di Down, autismo, dal momento che i corsi di specializzazione polivalenti non affrontano in dettaglio tali aspetti. Quindi non formazione sanitarizzante, ma capacità di lettura della diagnosi funzionale per impostare specifiche strategie didattiche." Creazione di quattro ruoli e formazione dei docenti di sostegno Spulciando il testo della PDL, essa propone la costituzione di quattro ruoli, rispettivamente per la scuola dell'infanzia, per la scuola primaria, per la scuola secondaria di primo grado e per la scuola secondaria di secondo grado. Per diventare docente di sostegno per la scuola primaria e dell'infanzia, sarà necessaria una laurea magistrale quinquennale a ciclo unico e successivo corso di specializzazione per il sostegno. Mentre, per la scuola secondaria di primo e di secondo grado, sarà necessaria una laurea triennale conseguita in materie che consentano l'abilitazione all'insegnamento e successiva laurea magistrale, nonché un anno di corso di specializzazione per il sostegno. Nei quattro ruoli costituiti saranno inseriti, a partire dalla data di entrata in vigore della legge se sarà licenziata con il testo proposto, rispettivamente i docenti di scuola dell'infanzia, primaria, secondaria di primo grado e di secondo grado, nominati su posti di sostegno in organico di diritto. Mobilità: passaggi dal sostegno a cattedra Uno dei punti sul quale il Sottosegretario Faraone ha insistito nell'anticipare sibillinamente la riforma sul sostegno ha riguardato il fatto che si volesse impedire ai docenti di ottenere la specializzazione sul sostegno per poi passare alla cattedra. Un percorso che è stato definito una "scorciatoia". L'obiettivo è di specializzare personale che continuerà a lavorare sul sostegno, senza vederlo come un lavoro momentaneo per accedere all'insegnamento curriculare. Da qui, si è creato anche un equivoco sulla possibilità di effettuare i passaggi di cattedra. In realtà, tiene a precisare Nocera ad OrizzonteScuola, la proposta di legge "vuole garantire la continuità didattica per gli alunni con disabilità, prevedendo che i docenti facciano una scelta definitiva o per il sostegno o per le discipline curricolari. Ciò garantirebbe una vera professionalità nelle didattiche speciali e nelle strategie inclusive, così come è stata sempre apprezzata la professionalità dei docenti delle singole discipline curricolari. Invero i docenti per il sostegno potranno passare su cattedra comune col 'passaggio di cattedra', come avviene per tutti i docenti curricolari." Su questo punto, abbiamo insistito, chiedendo al responsabile ANIPD di specificare meglio cosa intendesse. In pratica, saranno istituiti "dei ruoli appositi per il sostegno. Quindi tali docenti lavoreranno esclusivamente per il sostegno in tali ruoli, garantendo così la continuità didattica, attualmente non praticata. Se però hanno anche l'abilitazione per una disciplina curricolare, possono chiedere come tutti i docenti il passaggio di cattedra su tale disciplina secondo le regole dei passaggi di cattedra". Continuità didattica
Mobilità e continuità didattica, nel Progetto di legge, si legano fortemente. Infatti, i docenti specializzati in attività di sostegno con contratto a tempo indeterminato, prima di chiedere il passaggio di cattedra su posto disciplinare, sono tenuti a coprire il posto organico di sostegno per un periodo non inferiore a dieci anni, assicurando comunque il sostegno agli stessi alunni per la durata di un intero ordine o grado di istruzione. Si tratta di una proposta che consente di garantire agli studenti e alle scuole una certa continuità didattica. Formazione obbligatoria per tutti La formazione non riguarderà più soltanto i docenti di sostegno, ma anche i docenti curriculari. Infatti, all'inizio di ogni anno scolastico, prima dell'avvio delle lezioni, tutti i docenti delle classi in cui sono iscritti alunni con disabilità certificata saranno tenuti a redigere per ciascun alunno con disabilità il piano degli studi personalizzato coerente con il suo piano educativo individuale, che indicherà le scelte pedagogiche, metodologiche e didattiche inclusive, in funzione del quale dovranno essere previste idonee attività formative rivolte al personale docente svolte dall'università, da centri di ricerca e da esperti segnalati anche dalle associazioni delle persone con disabilità e dei loro familiari. A ciò si aggiunge che tutti i docenti assegnati a una classe nella quale è presente un alunno con disabilità certificata saranno tenuti annualmente, nell'ambito dell'orario di servizio non di insegnamento, a partecipare ad almeno un corso di formazione sugli aspetti della didattica dell'inclusione scolastica degli alunni con disabilita e degli alunni con bisogni educativi speciali non inferiore a 20 ore. Infine, i docenti della scuola secondaria di primo e di secondo grado saranno tenuti ad effettuare, nell'ambito dell'orario di servizio non di insegnamento, almeno 2 ore mensili di programmazione per una presa in carico collegiale della didattica della rispettiva classe. Organico funzionale Non poteva mancare anche un riferimento all'organico funzionale che dovrà essere tenuto in conto per l'attuazione della riforma.
|