Piano assunzioni, la difficile arte
di sfilare le margherite dal mazzo...

 Tuttoscuola, 25.2.2015

Tra le indiscrezioni ai limiti dello spargimento del panico tra la platea di insegnanti che sono interessati dal grande piano assunzionale della ‘Buona Scuola’ in questi giorni, mette oggi un po’ di chiarezza (ma anche la toglie, un po’), il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, in audizione nel primo pomeriggio alla commissione Istruzione del Senato: "Il piano di assunzioni messo a punto, che stiamo ultimando nei micro dettagli, non manderà in classe docenti formati tanti anni fa o che non hanno insegnato negli ultimi anni. Si terrà conto del fabbisogno e delle competenze fondamentali che devono essere rinforzate".

Tra le competenze fondamentali che devono essere rinforzate il ministro ha indicato Lettere e studi scientifici-matematici (paventando il rischio di un analfabetismo di ritorno) e poi materie come Arte ed educazione musicale, quest'ultima già dalla primaria. "Il piano di assunzioni - ha spiegato - seguirà questo tipo di fabbisogni. E lo farà con una mappatura precisa considerando che i fabbisogni non sono uguali in tutta Italia e le cattedre scoperte non sono distribuite uniformemente su tutto il territorio nazionale. E dunque nell'assegnare i docenti alle scuole, ma anche a reti di scuole, si terrà conto delle differenze territoriali e di alcune esigenze specifiche. Un obiettivo fondamentale del decreto è anche quello di combattere la dispersione scolastica".

Le parole del ministro sembrano l’ennesima conferma che saranno esclusi dal piano assunzionale gli iscritti in Gae delle classi di concorso obsolete e non più insegnate (steno-dattilografia e trattamento testi, economia domestica, portineria e pratica di agenzia, ecc.), ma appare più incerta la condizione dei docenti con una formazione o un’attività di insegnamento piuttosto remote.

Ormai manca relativamente poco tempo per conoscere il testo del decreto, il cui licenziamento è previsto ora per il 3 marzo, ma non c’è dubbio che la quantificazione degli anni di mancata formazione e di mancato insegnamento suscita più di una curiosità, anche dal punto di vista del disimpegno normativo da parte del Governo.

A rigore infatti parrebbe proprio anomala la mancata proposta di contratto a un iscritto in Gae con un’attività di insegnamento o una formazione non recenti, a beneficio di un iscritto in Gae in posizione successiva al primo, ma con un’attività di insegnamento o una formazione più recenti.