Buona Scuola, il rebus assunzioni. E c'è chi propone
per i nuovi prof un "esame" dopo un anno

Nella maggioranza resta aperta la discussione su come individuare definitivamente i circa 150mila nuovi docenti che la riforma dovrebbe mettere in campo

Salvo Intravaia, la Repubblica 7.2.2015

Neo docenti da rimandare a settembre, o addirittura bocciare, ma in maggior numero al Sud. E precari con 36 mesi di servizio ormai quasi certi dell'assunzione in pianta stabile. La Buona scuola, lanciata dal premier Matteo Renzi lo scorso 3 settembre, entra nel vivo. E si moltiplicano le iniziative per definire i contenuti del decreto legge e del disegno di legge, cui stanno lavorando il ministro Stefania Giannini con i suoi più stretti collaboratori, che il prossimo 28 febbraio dovrebbe varare il consiglio dei ministri. La risoluzione presentata dalla responsabile scuola del Partito democratico, Francesca Puglisi, votata in commissione al Senato, ha introdotto nelle ultime bozze del decreto-legge, in fase di scrittura, il Curriculum dello studente: la possibilità per gli studenti degli ultimi anni delle superiori di scegliere alcune discipline all'interno di una offerta opzionale. 

Ma le spinte politiche  -  anche all'interno della stessa maggioranza  -  per contribuire alla costruzione della migliore scuola possibile per il Paese sono tantissime. L'ultima iniziativa, in ordine di tempo, è la risoluzione presentata in commissione Cultura alla camera lo scorso 23 gennaio da Milena Santerini, in quel momento deputata dello stesso gruppo parlamentare (Scelta civica per l'Italia) del ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini  -  sottoscritta da due colleghi del Partito democratico: Maria Grazia Rocchi e Mara Carocci. Che, a proposito del mega piano di assunzioni  -  148mila, stima il dossier sulla Buona scuola  -  di tutti i precari inseriti nelle liste provinciali ad esaurimento, chiedono al governo di impegnarsi su due aspetti che faranno discutere e metteranno il premier nella condizione di dovere operare delle scelte. La prima riguarda la distribuzione dell'organico funzionale dei docenti che nelle intenzioni del governo dovrebbe consentire all'autonomia scolastica di decollare definitivamente.

A settembre, le scuole italiane dovrebbero ricevere un contingente di posti costituito da due macro aggregati: il vecchio organico di diritto per coprire gli insegnamenti, più una quota aggiuntiva costituita da una parte dei 148mila precari delle liste ad esaurimento che le scuole potranno impegnare per tutte le finalità previste dal Piano dell'offerta formativa: dal recupero degli alunni meno attrezzati all'organizzazione della scuola, passando attraverso la creazione di percorsi e discipline aggiuntive per disegnare curricula più aderenti agli obiettivi dell'istituto oppure al territorio. La Santerini chiede che nell'assegnare i posti dell'organico funzionale si tenga conto anche della complessità delle aree in cui ricadono le scuole "tenendo anche conto dei risultati di apprendimento quali risultano dalle prove standardizzate Invalsi". 

In altre parole, più risorse al Sud dove gli apprendimenti sono carenti e la dispersione scolastica da record a livello europeo. Una ipotesi, che ha già fatto saltare dalla sedie gli esponenti della Lega. La seconda richiesta è quella di un "anno di prova" per i nuovi assunti che non si limiti alla formalità della relazione sull'attività svolta nell'ultimo anno e al brindisi di giugno con pasticcini e spumante. La risoluzione Santerini chiede di "accompagnare la formazione in ingresso del personale docente immesso in ruolo con una decisa innovazione dell'anno di prova, nel corso del quale accertare il possesso delle competenze di base dei docenti assunti, rilevandone crediti e debiti formativi in base ai quali prevedere la formazione ed eventuali possibilità di rinvio o recessione del contratto". Una proposta dirompente che tuttavia potrebbe incontrare i favori dei genitori.

Ma che vede i sindacati già sul piede di guerra perché sulle questioni che riguardano la formazione del personale le parti sociali sono sempre state almeno ascoltate. Se la proposta dovesse entrare nel decreto-legge, i neo immessi in ruolo potranno essere rimandati a settembre o addirittura bocciati alla fine dell'anno di prova. Ma da chi? Da un Comitato di valutazione che, secondo quanto richiede la stessa risoluzione, dovrebbe essere allargato anche "docenti universitari e ispettori". Quello che trapela finora sul decreto in corso di compilazione è una certa innovazione sulla valutazione dell'anno di straordinariato, ma non spinto a questi livelli. Sarà comunque il presidente del Consiglio a dire l'ultima parola sull'argomento. Osare o anno di prova più soft?

Ma per il premier le scelte difficili sulla scuola non sono terminate. Perché spetterà allo stesso Renzi stabilire chi verrà assunto a settembre. L'impegno dell'inquilino di Palazzo Chigi è quello di assumere tutti i precari inseriti nelle graduatorie ad esaurimento: circa 134mila docenti. Più tutti gli idonei degli ultimi concorsi. Ma su tutto incombe la sentenza della Corte di giustizia europea che alcuni mesi fa ha condannato il nostro paese per eccesso di contratti a tempo determinato. I giudici del lavoro, uniformandosi al pronunciamento dell'Alta corte, hanno infatti iniziato a condannare il ministero ad assumere coloro che hanno svolto almeno tre anni di supplenza. E, secondo alcune stime sindacali, sarebbero circa 60mila i supplenti attuali con oltre 3 anni di servizio che non sono inseriti nelle graduatorie provinciali (le Gae), ma che lavorano in virtù dell'inserimento nelle graduatorie d'istituto.
Mentre sarebbero circa 70mila i colleghi delle graduatorie provinciali con oltre 3 anni di precariato alle spalle. Chi assumere, tutti i 134mila delle Gae, lasciando fuori i 60mila che lavorano dalla graduatorie d'istituto, ma che si rivolgeranno al giudice? Oppure assumere tutti coloro che hanno maturato 3 anni di servizio e che rientrano nella sentenza della Corte di giustizia europea, rinviando all'anno successivo l'assunzione dei rimanenti precari inclusi nelle graduatorie ad esaurimento? In ballo c'è l'impegno del premier di eliminare una volta per tutte il precariato della scuola, che si contrappone al diritto di coloro che hanno maturato anni e anni di supplenze e che aspirano alla stabilizzazione: Un diritto che, secondo la corte di Lussemburgo, è sacrosanto.