Mattarella/2. L’autonomia TuttoscuolaNews, n. 670 9.2.2015 Ma accanto a queste norme ‘interventiste’, volte a dare attuazione al principio di uguaglianza in senso sostanziale attraverso la scuola, Mattarella ha richiamato anche la finalità ultima della Costituzione, quella di salvaguardare la libertà dei singoli e delle formazioni sociali, compresa a nostro avviso la libertà di educazione, quel pluralismo delle (e non solo nelle) istituzioni che nella visione espressa in sede di Assemblea costituente da Aldo Moro – cui per molti aspetti Mattarella si richiama – avrebbe dovuto caratterizzare il rapporto tra un sistema di scuole autonome e un Ministero che avrebbe dovuto limitarsi a valutare soltanto i risultati del processo formativo. Un equilibrio tra centro e periferia, libertà e controllo, che poi non si è realizzato per avere i partiti di governo scelto, dopo il 1948, di dare continuità al tradizionale modello centralistico e quelli di opposizione deciso di trincerarsi nella difesa acritica della scuola statale così com’era pur di impedire ogni intervento che non fosse ispirato prima di tutto al rigido e formalistico rispetto del “senza oneri per lo Stato”. Mattarella, da ministro dell’istruzione, affiancato dal suo consigliere giuridico e capo di gabinetto Sandro Pajno, provò a ripensare il rapporto tra centro e periferia, tra un Ministero postburocratico e un sistema di scuole, statali e non, più libero e responsabile, avviando una riflessione in tal senso in occasione della ‘Conferenza nazionale sull’autonomia delle scuole’ (al plurale, per evidenziare l’autonomia e la responsabilità di ciascuna di esse), svoltasi all’inizio del 1990, ma non ebbe il tempo per implementare questa intuizione, che avrebbe forse consentito anche di superare l’impasse del “senza oneri” nel quadro di una visione della libertà delle scuole ispirata alle idee del Moro costituente (e ben diversa dal compromesso conservatore realizzato con la legge 62/2000 da Berlinguer, al quale va comunque dato il merito di aver sbloccato uno stallo che durava da cinquant’anni). L’ascesa al Quirinale di un personaggio come Sergio Mattarella, custode dello spirito e dei valori della Costituzione, può essere di incoraggiamento per coloro che dei compromessi non si accontentano.
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