Concorso ds 2015: a che punto siamo?

Silvana La Porta, La Tecnica della Scuola 17.2.2015

Un test d'ingresso, due prove scritte e una prova orale? Così appariva dalle prime indiscrezioni il complesso e tormentato iter del nuovo concorso dirigenti scolastici, alla cui definizione del decreto sta lavorando un’apposita commissione. Ma, a quanto pare, le cose non andranno esattamente così.

Innanzitutto, visto l’allungarsi dei tempi, ci sarà un evidente slittamento della data del test preselettivo che, nella migliore delle ipotesi non si svolgerà prima di metà luglio. Insomma quest’anno i docenti che parteciperanno agli esami di stato avranno un bel da fare tra lavori in commissione e preparazione alle prove.

Ma quale tipo di prove? Si tornerà alla tanto criticata procedura del 2011 con librone gravido di circa 5.000 test, poi diventati meno di 4.000 a causa di numerosi errori, all’interno dei quali erano presenti le cento domande della prova? Pare proprio di no. Le domande saranno a risposta aperta e senza possibilità preventiva di esercitarsi. Insomma tutto ex novo: ma quanto lascerà un procedimento di questo genere alla discrezionalità dei correttori? Si apre la strada a brogli fin dalla prova preselettiva, che furono (almeno così sembrò) evitati nella tornata precedente?

Poi, al vaglio del gruppo di lavoro, c’è la possibilità di portare le prove scritte da 2 ad 1. In sintesi potrebbe saltare la prova scritta che prevedeva 2 fasi: una prima, riguardante quesiti a risposta sintetica, su sistemi formativi e ordinamenti degli studi in Italia e nei paesi europei, modalità di conduzione delle organizzazioni complesse, conoscenze delle aree giuridico-amministrativo-finanziaria, socio-psicopedagogica, organizzativa, relazionale e comunicativa; la seconda prova, invece, di carattere pratico doveva riguardare l'analisi e la soluzione di casi concreti.

Alla luce di un criterio di semplificazione (sic dicitur) si passerebbe a una sola prova scritta con domande a risposta aperta, di cui comunque sarebbero sempre opinabili la modalità e i criteri di correzione.

Semplificare, ridurre, economizzare fatica e impiego di risorse umane. O aprire la strada a sempre maggiore discrezionalità dei commissari in fase di correzione e ai soliti favoritismi?

Ne sapremo di più nei prossimi giorni. Certo che 4 prove, un corso di quattro mesi e un tirocinio di due per la dirigenza più rognosa e peggio pagata del pubblico impiego son davvero troppi…