LA BUONA SCUOLA
Riforma, caos sulle graduatorie
Scontro sul merito coi sindacati
In arrivo un decreto d’urgenza e un disegno di legge delega, ma i contorni restano ancora indefiniti. Sindacati sul piede di guerra: «Solo confusione, martedì protesta»
di Valentina Santarpia,
Il Corriere della Sera scuola 16.2.2015
Il ministro Stefania Giannini parla di «incontro concreto e costruttivo», i sindacati di «fumata nera»: la riforma della Buona scuola in dirittura d'arrivo è ancora nel caos. Dopo l'incontro tra Cgil, Cisl e Uil, e lo staff dirigenziale del ministero dell'Istruzione - in prima fila il ministro Giannini accompagnato dai capi gabinetto Luccisano, Bono Chiappetta - sono ancora tanti i punti oscuri. Di certo c'è solo che ci saranno due provvedimenti, che Renzi annuncerà domenica prossima, nel corso di un incontro allo Spazio eventi di via Palermo a Roma: uno spazio ampio, per ospitare i «mille» esempi virtuosi che il premier ha invitato a partecipare alla riforma. Si tratterà di un decreto d'urgenza, che conterrà il maxi piano di assunzioni dei 149 mila precari delle Graduatorie ad esaurimento, e di un disegno di legge delega, che invece dovrà definire nei dettagli tutti
gli altri aspetti contenuti nel volume della Buona scuola, dall'accesso alla professione al rafforzamento delle materie scolastiche. Entrambi dovrebbero finire sul tavolo del Consiglio dei ministri del 27 febbraio: «Entro la fine del mese li approveremo», assicura Renzi in assemblea Pd. Anche se la Giannini si tiene più «larga» di maniche: «Entro la prima settimana di marzo saremo pronti».
I precari da assumere
«La sensazione generale è che brancolino ancora nel buio», dice Mimmo Pantaleo (Cgil). E in effetti se si entra nei dettagli, i contenuti non sono così chiari come sembra, a partire dal piano assunzioni, che, secondo le poche anticipazioni date dal ministro, conterrà non solo tutele per i precari delle Gae, ma anche per quelli di seconda fascia, che abbiano lavorato complessivamente per 36 mesi. Un obbligo per ottemperare alla sentenza della Corte europea di giustizia, e che verrebbe incontro alle esigenze dei sindacati, ma che si scontrerebbe contro le norme della Pubblica amministrazione che non prevedono assunzioni per insegnanti che non abbiano superato concorsi o corsi abilitanti. Un vero dilemma, che si scontra anche con i costi: un miliardo per le assunzioni, quello stanziato in Legge di Stabilità, dovrebbe coprire solo le assunzioni stabilite per i precari
di prima fascia, e la coperta è fin troppo corta per pensare di estenderla ad altri precari. «Forse stanno pensando ad un piano in due fasi proprio per tutelare tutti i precari», immagina Francesco Scrima (Cisl), ma dal Miur non ci sono conferme né smentite.
Il rebus della valutazione e della formazione
Altrettanto problematico l'altro elemento che dovrebbe rientrare nel provvedimento d'urgenza, che riguarda la formazione continua e obbligatoria e la valutazione degli insegnanti. «Non possono riformare gli scatti, trasformandoli da scatti di anzianità in scatti di merito, senza rinnovare il contratto», avvisa Massimo Di Menna.«Il modo in cui sarà valutato il lavoro degli insegnanti deve essere discusso in primo luogo coi sindacati», tuona Scrima. Ma l'opposizione dei sindacati, che martedì saranno in piazza, non smuove il governo. Francesca Puglisi, Pd, assicura: «Ci sarà anche questa parte nel decreto d'urgenza». In che forma? Non è ancora chiaro, sono ancora indecifrabili i fondi con cui si affronterà la questione- visto che in Stabilità le risorse ad hoc non sono state stanziate - ma è evidente che l'intento di Renzi e delle «sue» parlamentari al lavoro sul
testo (il presidente stesso ha ammesso che si tratta per lo più di donne) è quello di legare l'immissione in ruolo dei precari ad una formazione che permetta loro di essere adeguati al compito che andranno a svolgere. Evitando che il piano di assunzioni si trasformi in un boomerang, come pronostica la Fondazione Agnelli,con prof impreparati e studenti senza vie d'uscita.