Registro elettronico, per i docenti
il lavoro doppio è assicurato

Alessandro Giuliani, La Tecnica della Scuola 5.2.2015

La denuncia della Gilda: anche se la sua adozione non è obbligatoria, da molte scuole ci giungono segnalazioni riguardanti dirigenti scolastici che pretendono il doppio uso cartaceo ed elettronico, sovraccaricando di lavoro i docenti già massacrati da scartoffie e incombenze burocratiche. Un problema che si aggiunge a quelli della possibile mancanza di privacy e dell’accesso problematico per mancanza di pc e connessione internet nelle nostre scuole.

Sono sempre di più le scuole dove i dirigenti impongono il registro elettronico. Con non pochi malumori per i docenti interessati. In un recente articolo avevamo già indicato i limiti di queste iniziative, che in molti casi non sembrano essere stati presi in considerazione: come l’esposizione dei dati sensibili alle intrusioni di hacker, che porta ad una possibile lesione della privacy e l’effettiva consistenza e capacità delle strutture informatiche e di connessione internet adeguata nelle nostre scuole.

Ora spunta un altro problema, di non meno rilevanza: quello dell’eccessivo carico di lavoro per i docenti. A denunciarlo è la Gilda degli Insegnanti, che punta l'indice “contro l'incapacità del Miur di predisporre in tutte le scuole le condizioni necessarie per attuare il registro elettronico. Fino a quando non sarà attuato il piano di dematerializzazione – sostiene il sindacato autonomo - l'adozione del registro elettronico non è obbligatoria. Invece da molte scuole ci giungono segnalazioni riguardanti dirigenti scolastici che pretendono il doppio uso cartaceo ed elettronico, sovraccaricando di lavoro i docenti già massacrati da scartoffie e incombenze burocratiche”.

“Per consentire l'utilizzo di questo nuovo strumento – spiega la Gilda – occorre prima di tutto che ogni istituto scolastico sia coperto da una rete internet wifi sempre in funzione. Poi è fondamentale che agli insegnanti siano forniti i dispostivi informatici, perchè è inconcepibile che i docenti debbano mettere a disposizione i loro computer personali. Inoltre – prosegue il sindacato – serve un software open source, così da evitare il pagamento delle licenze. Per fare tutto ciò servono risorse economiche. Laddove non sussistono queste condizioni, e quindi nelle scuole in cui il registro elettronico non funziona bene – conclude la Gilda – è giusto che gli insegnanti si rifiutino di svolgere il doppio lavoro, compilando sia la versione cartacea che quella digitale”.

Ora la “palla” passa ai dirigenti e al Miur: qualora le condizioni poste dal sindacato siano eluse, se le scuole non sono effettivamente pronte ad adottare il registro elettronico, non sarebbe il caso di posticiparne l’introduzione?