La scuola digitale?
Fra quattro secoli.
O anche meno, se…

 TuttoscuolaNews, n. 670  9.2.2015

Sono anni che Tuttoscuola dà puntualmente conto di tutto ciò che si muove nel campo delle tecnologie applicate all’insegnamento e al funzionamento degli istituti scolastici. Rubriche, dossier, notizie, un canale tematico dedicato, TuttoSCUOLA DIGITALE (http://www.tuttoscuola.com/scuoladigitale/), che riporta nel sottotitolo quello che è l’approccio da noi suggerito: “il giusto mix tra innovazione e tradizione”.

Abbiamo raccontato tante esperienze, iniziative pionieristiche, best practices e insuccessi, e riportato tanti annunci e promesse. Ma a rileggere queste ultime in sequenza nell’interessantissimo articolo “La scuola digitale? Fra quattro secoli” di Gian Antonio Stella, uscito sulla prima pagina del “Corriere della sera” di sabato, non si sa se ridere o piangere.

Stella traccia un quadro impietoso di decenni di annunci e ritardi, mettendo alla berlina tutta la politica di innovazione digitale nelle scuole degli ultimi trent'anni. Inizia così: “Dopo le mirabolanti promesse di un fantastilione di triliardi siamo messi così: le «scuol@2.0» all’altezza delle sfide digitali mondiali sono in Italia 38 su 8.519. Di questo passo, accusa Tuttoscuola, occorreranno «437 anni per digitalizzarle tutte». È una sconfitta epocale. Che la dice lunga sulle indecorose panzane che ci sono state rifilate per anni”.

L’editorialista del Corriere passa quindi in rassegna le promesse e gli slogan di oltre un quarto di secolo da parte di ministri e governi (sinistra e di destra) che si impegnavano nell'applicazione informatica e digitale nell'ambito della scuola: si va da Giovanni Galloni a Luigi Berlinguer, dal governo Amato a Letizia Moratti, da Lucio Stanca a, più recentemente, Mariastella Gelmini e Francesco Profumo. Poco di quanto annunciato è stato effettivamente realizzato.

L'articolo snocciola poi dati, sondaggi ed esperienze sul ritardo del digitale nella scuola italiana, ricordando che certo “esistono eccellenze”, ma, “come scrive la rivista Tuttoscuola diretta da Giovanni Vinciguerra, le scuole sperimentali dei due progetti «cl@ssi 2.0» e «scuol@2.0» sono ambitissime. Ma sono rare: «Nel 2012-13 erano 416 le cl@ssi 2.0, dotate di minicomputer per tutti gli alunni per interagire con la lezione in tempo reale. Mentre erano solo 14 le scuol@2.0, completamente digitalizzate». E Stella conclude chiedendo: “Li abbiamo, quattro secoli e mezzo, per recuperare i ritardi?”

Per fortuna, accanto alle poche fortunate scuole rientrate nel progetto ministeriale "Scuol@ 2.0", ce ne sono altre che con spirito di iniziativa e capacità stanno facendo da sole. Tuttoscuola le ha visitate e continua a raccontarle nell'inchiesta sulla scuola digitale, un viaggio che prosegue ormai da due anni (gli speciali sono liberamente scaricabili alla pagina http://www.tuttoscuola.com/ scuoladigitale/). Alcuni nomi? L’Istituto Fermi di Mantova, il Liceo Monti di Cesena, l’Istituto superiore Savoia Benincasa di Ancona, il Liceo Lussana di Bergamo, l’Istituto Beata Vergine di S. Luca di Bologna, l’ITIS Pacioli di Crema, l’Itc Tosi di Busto Arsizio. E potremmo continuare.

Ma non ci si può affidare solo a presidi lungimiranti e docenti appassionati che fanno miracoli reperendo fondi e innovando contando solo sulle proprie forze. Bisognerebbe fare sistema. E le istituzioni dovrebbero mantenere le promesse.